Coinvolta la precedente giunta di “centro-sinistra” con il clan Mallardo
Arrestato l’ex sindaco di Giugliano in Campania, Poziello (ex PRC e PD)
Il comune venne sciolto per infiltrazioni camorristiche già nel 2013
Redazione di Napoli
L'amministrazione di Giugliano in Campania uno dei comuni non capoluoghi più grandi d’Italia sia per estensione territoriale che come numero di abitanti sarebbe stata condizionata dal clan camorristico dei Mallardo. È quanto emerge da un'indagine della Procura antimafia di Napoli che ha portato a ben 25 arresti a elementi accusati di aver condizionato la campagna per le elezioni comunali nel settembre 2020. Gravissimi i reati contestati nella forma aggravata come l'associazione a delinquere di tipo mafioso, lo scambio elettorale politico-mafioso, l'estorsione, la tentata estorsione, l'usura, il trasferimento fraudolento di valori e la corruzione.
Tra gli arrestati figura anche l'ex sindaco di Giugliano in Campania, Antonio Poziello, già responsabile giuglianese del PRC, poi vicino al PD e, infine, riproposto sindaco con liste civiche e battuto dall’attuale sindaco Nicola Pirozzi (PD). Poziello era stato eletto per la prima volta nel 2015, per poi venire sfiduciato e battuto cinque anni dopo; poco tempo fa il suo nome era circolato in un’altra indagine della Procura di Napoli Nord relativamente all’affare sull’affidamento del servizio dei rifiuti urbani. Tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip su richiesta della Procura napoletana anche alcuni ex assessori della precedente giunta di “centro-sinistra” e diversi consiglieri comunali oltre a elementi di spicco del clan Mallardo, per un totale di 20 arrestati finiti in carcere e 5 agli arresti domiciliari.
In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, al clan Mallardo l’ex PRC ed ex PD Poziello avrebbe versato 10mila euro al boss Domenico Pirozzi, detto “Mimì o' pesante”, promettendo servigi e appalti affinché gli procurasse i voti.
Tra le accuse anche un episodio corruttivo (in concorso con un ex assessore, un dirigente comunale e il rappresentante di una società) per la concessione di un permesso negato finalizzato alla realizzazione di un complesso commerciale di una nota catena internazionale di fast-food
e mazzette, da ben 25mila euro mensili, intascate con due ex consiglieri comunali e due esponenti del clan (a cui erano stati promessi anche posti di lavoro), versate dalla ditta che si era aggiudicata la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti a Giugliano. Le minacce erano dietro l’angolo al punto che se andava male qualcosa negli affari camorristici erano tormenti per le vittime di usura: "E vammi a denunciare... due-tre anni di carcere me li faccio ballando sul tavolinetto... dopo devi prendere la tua famiglia e te ne devi andare".
Il 24 aprile 2013 il Comune di Giugliano viene sciolto per infiltrazioni camorristiche proprio per la presenza del clan egemone Mallardo nella zona; successivamente venne eletto proprio Poziello con una maggioranza orientata verso il “centro-sinistra”, dopo un litigio con il PD, amministrando in senso antipopolare la giunta dal 2015-2020 per poi essere sfiduciato dal Consiglio comunale.
5 febbraio 2025