L'ex presidente della Sardegna Solinas a processo
Tentativo disinformazione e di delegittimazione dei due magistrati inquirenti
È accusato di induzione indebita nonché di falsità materiale e ideologica
L'ex presidente della Sardegna Christian Solinas del Partito Sardo d'Azione fortemente appoggiato dalla Lega di Salvini - che ha ricoperto tale carica tra il 2019 e il 2024 guidando una giunta di “centro-destra” - e altre 18 persone - tra cui gli ex assessori della sua giunta Anita Pili, Valeria Satta e Alessandra Zedda, l'ex consigliere regionale del Partito Sardo d'Azione Nanni Lancioni, l'ex responsabile di Azienda Tutela Salute e di Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro Massimo Temussi (attualmente direttore generale delle politiche attive del Ministero del Lavoro) e il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale - sono stati rinviati a giudizio nell'ambito di un'inchiesta della procura di Cagliari relativa ad alcune nomine illegali fatte dalla Regione.
Per gli stessi fatti sono stati rinviati a giudizio anche i funzionari della Regione Autonoma della Sardegna Francesca Piras, Silvia Curto, Damiana Palmira Pedoni, Gianfranco Porcu, Nicola Giuliani e Silvia Cocco, l'ex consigliere regionale sardo Pasquale Onida, il dirigente dell'Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro Gianluca Calabrò, i dirigenti di Confindustria Sardegna Marco Santoru, Barbara Porru e Giancarlo Orrù e il presidente della Maffei Sarda Silicati spa Emilio Fiorelli.
Per tutti costoro, a vario titolo, le accuse sono di corruzione, di induzione indebita a dare o promettere utilità nonché di falsità materiale e ideologica, e Solinas dovrà rispondere di induzione indebita nonché di falsità materiale e ideologica nel processo la cui prima udienza è stata fissata per il prossimo 3 aprile.
Al centro dell'indagine del sostituto procuratore di Cagliari, Andrea Vacca, ci sono gli incarichi del 2020 al vertice dell'Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro e quelli alla direzione del Servizio attività estrattive e recupero ambientale dell'Assessorato dell'Industria che, secondo la Procura di Cagliari, hanno visto convergere un preciso apporto criminale, finalizzato alla nomina interessata di soggetti privi di qualifiche indispensabili, sia da parte dei vertici della Regione Autonoma della Sardegna o di strutture pubbliche da essa controllate (in primo luogo, Solinas ma anche Pili, Satta, Zedda, Lancioni, Temussi, Calabrò) compresi alcuni alti funzionari della stessa Regione (Piras, Curto, Pedoni, Porcu, Giuliani e Cocco), sia da parte dei vertici della Confindustria regionale (De Pascale, Santoru, Porru e Orrù sia, infine, da parte di soggetti privati legati al mondo dell'impresa (Fiorelli) o legati a vincoli di parentela con chi era designato a ricoprire gli incarichi (Onida), tutti comunque e parimenti interessati a tali nomine illegali.
In modo particolare, secondo la Procura il nome del successore di Temussi all'Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro venne fortemente condizionato a partire dalla formazione della commissione esaminatrice, pilotata da Solinas e Lancioni al fine di assegnare la guida dell'agenzia a Maika Aversano in modo illegale. Sempre secondo la procura di Cagliari anche la selezione per il ruolo di direttore del Servizio attività estrattive dell'Assessorato dell'Industria fu pilotata sin dall'inizio da Solinas e Pili, a favore di un funzionario, Nicola Giuliani, grazie all'intermediazione di alcuni imprenditori del settore dei minerali industriali, del segretario generale di Confindustria Marco Santoru e del presidente Maurizio De Pascale, che raccomandò, secondo il magistrato inquirente, il suo nome all'assessore Pili. A causa di disguidi intervenuti nel frattempo tra gli assessori Pili, Satta e Zedda, Solinas caldeggiò, per mettere d'accordo tutti, un nuovo nome come candidato, quello di Gianfranco Porcu (genero dell'ex consigliere regionale Pasquale Onida, già democristiano) che risulterà alla fine vincitore solo grazie ad anticipazioni sulla prova orale fornitegli illegalmente.
Ma non è finita qui, perché il sostituto procuratore che ha istruito il processo contro Solinas e altre 18 persone, Andrea Vacca, è stato oggetto negli scorsi mesi insieme al suo collega Giangiacomo Pilia che lavora nella stessa Procura e che in passato ha indagato anche egli su Solinas, di un vero e proprio tentativo di delegittimazione, con tanto di fabbricazione a tavolino di prove false, un fatto gravissimo di cui si sta occupando la Procura di Roma, competente per i reati che riguardano i magistrati in servizio in Sardegna.
Già alla metà dello scorso anno, infatti, gli inquirenti italiani hanno individuato un account sul social Instagram e contemporaneamente un sito semisconosciuto dove sono affluiti falsi messaggi chat privati attribuiti ai due magistrati, insieme ad altro materiale informatico che doveva servire a dimostrare in pubblico il tentativo dei due sostituti procuratori di costruire artificiosamente prove d’accusa ai danni di alcuni politici sardi, tra i quali proprio Solinas. Le indagini per scoprire chi sta dietro a questo tentativo disinformazione e di delegittimazione dei due magistrati che si sono occupati della politica sarda, e in tale ambito anche di Solinas, sono ancora in corso, per cui al momento il fascicolo della Procura di Roma a tutela dei due magistrati sardi non ha indagati.
5 febbraio 2025