Mentre il sindaco Sala spinge per l'approvazione della legge “Salva Milano” per condonare gli scempi edilizi
A processo Dirigenti comunali e imprenditori per abuso edilizio

Mentre il sindaco del “centro-sinistra” “Beppe” Sala continua a fare la spola tra Milano e Roma per sollecitare l'approvazione definitiva della cosiddetta legge “Salva Milano” (una norma ad hoc composta da un solo articolo già approvata dalla Camera lo scorso 21 novembre con i voti favorevoli della maggioranza neofascista, del Pd, di Azione, di +Europa e di Italia Viva, che di fatto rappresenta uno dei peggiori condoni edilizi, urbanistici, paesaggistici e ambientali della storia dell'intera Repubblica e per questo caldeggiata da Sala per mettersi al riparo dalle varie inchieste giudiziarie avviate nei mesi scorsi dalla Procura di Milano); il 23 gennaio il Giudice per l'udienza preliminare (Gup) Teresa De Pascale ha accolto le richiesta dei Pubblici ministeri (Pm) Mauro Clerici, Paolo Filippini e Marina Petruzzella, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, e ha rinviato a giudizio 8 persone accusate a vario titolo di “abuso edilizio e lottizzazione abusiva” nell'inchiesta inerente la costruzione della Torre Milano: un grattacelo di 24 piani tirato su in Via Stresa senza rispettare nessun vincolo edilizio, urbanistico e paesaggistico.
La prima udienza del processo è fissata per l’11 aprile prossimo e sul banco degli imputati dovranno comparire i costruttori Stefano e Carlo Rusconi, legali rappresentanti della società Opm; l'architetto Gianni Maria Ermanno Beretta progettista e direttore lavori; gli ex dirigenti di Palazzo Marino Giovanni Oggioni, già componente della commissione per il paesaggio; Franco Zinna, ex responsabile della Direzione Urbanistica e tre funzionari dello Sportello Unico Edilizia.
Alcuni degli imputati, fra cui Beretta, erano inizialmente indagati anche per falso (già prescritto) e abuso d'ufficio cancellato con il "non luogo a procedere" per la sopraggiunta abrogazione del reato in seguito all'approvazione il 10 luglio 2024 del disegno di legge proposto dal Guardasigilli Nordio.
Si tratta di “uno scempio edilizio, urbanistico, paesaggistico e ambientale inaccettabile”, come hanno più volte denunciato gli abitanti del quartiere riuniti nel Comitato Torre Impossibile che rischia di travolgere direttamente anche il sindaco Sala dal momento che tutti gli imputati seguivano le sue direttive. Non a caso, per accelerare l'iter del “Salva Milano” che sarebbe più corretto chiamare “Salva Sala” (fermo al Senato dopo l'approvazione alla Camera del 21 novembre scorso), il sindaco di Milano nei giorni scorsi dai microfoni di Sky ha lanciato un altro avvertimento al Pd facendo sapere che: “Non sono intenzionato a un passo indietro, ma sarebbe un problema politico perché se il Pd non appoggiasse questa norma metterebbe in discussione il mio operato e quello del mio predecessore Pisapia. Ho parlato a lungo con Schlein, sono confidente che tutto si ricomponga, ma il problema non è di passi indietro ma di giudizio sulla mia amministrazione”.
Per accelerare l'iter della legge, Sala, oltre a fare asse con il fascioleghista Salvini e tutto il centro destra, è arrivato anche a ricattare il Pd minacciando le dimissioni da sindaco di Milano, perché i tempi stringono e lui sa benissimo che un suo ormai quasi scontato coinvolgimento diretto nelle inchieste rischia di compromettere la sua corsa verso gli scranni del parlamento o di qualche dicastero. E non sarebbe la prima volta dal momento che nel luglio del 2019 Sala, già plurindagato nell’ambito delle indagini sulle ruberie dell’affare Expo 2015 di cui fu commissario e amministratore delegato tra il 2010 e il 2016 prima della sua elezione a Palazzo Marino, è stato già condannato in primo grado a sei mesi di reclusione, pena convertita in una multa di 45 mila euro, per “falso materiale e ideologico” per aver retrodatato dei documenti nell'ambito dell'inchiesta per l'appalto della cosiddetta Piastra cioè l’“ossatura” dell’Esposizione universale costituita da opere idriche, percorsi e impianti tecnologici.
Intanto il Comitato Torre Impossibile di Via Stresa continua a denunciare che: “Non era accettabile una torre di 85 metri di altezza che incombeva su palazzi di sette o otto piani al massimo... Abbiamo perso due ore di sole invernale al giorno, dalle 14 alle 16, oltre alla vista. Un palazzone di cui non sapevamo niente, finché una mattina ci siamo accorti che stavano demolendo gli edifici di fronte a casa nostra”.
Gli abitanti fanno notare anche che prima dello scempio nell'area sorgevano due palazzine basse dove aveva sede una casa editrice. Dopo averle abbattute, i Rusconi hanno cominciato a costruire la Torre Milano oggetto di una delle prime indagini urbanistiche avviate dalla Procura milanese. Mentre, per un’altra operazione, un palazzo costruito dentro un cortile in via Fauchè, i Pm hanno già disposto una citazione diretta a giudizio, senza passare dall’udienza preliminare.
Secondo i giudici l'intervento edilizio per costruire la Torre Milano, edificio residenziale di 24 piani completato nel 2023, è stato "qualificato come ristrutturazione edilizia, con totale demolizione e ricostruzione e recupero integrale della superficie lorda di pavimento preesistente", anziché "nuova costruzione'" e quindi con regole sulle volumetrie diverse. I lavori sono stati avviati sulla base di una semplice autodichiarazione del costruttore (la Scia, segnalazione certificata d’inizio attività), senza un piano attuativo che calcoli i servizi necessari per l’arrivo in una zona di centinaia di nuovi abitanti, e senza far pagare ai costruttori gli oneri per realizzarli. A dare il via libera alla Torre Milano fu una “determina dirigenziale” che si è sostituita alle leggi urbanistiche, contraddicendole e stabilendo che la torre poteva essere considerata una “ristrutturazione” dei due piccoli edifici al cui posto era stata costruita, mentre era con tutta evidenza una “nuova costruzione”. Quella “determina dirigenziale” fu firmata nel 2018 da Oggioni, allora direttore dello Sportello Unico Edilizia (Sue), e da Zinna, allora capo della Direzione urbanistica del Comune.
Secondo l’ipotesi d’accusa, i due dirigenti avrebbero così procurato un “ingiusto vantaggio economico” ai costruttori, facendo pagare gli oneri per una “ristrutturazione”, ben inferiori a quelli di una “nuova costruzione”.

5 febbraio 2025