Arrestato il tesoriere regionale PD Salvati coinvolto nel business milionario in Campania sull'immigrazione

Nicola Salvati è stato arrestato (ai domiciliari) nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Salerno sul traffico dei permessi di lavoro per migranti. I guai del tesoriere regionale del PD, rimosso dall’incarico e sospeso anche dal partito, sono stati utilizzati come una clava dai papabili alleati ("Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 Stelle faccia una pulizia totale in casa propria", ha tuonato il capogruppo Riccardo Ricciardi) e pure dagli avversari.
Elly Schlein, infatti, ha deciso di inviare, accanto ad Antonio Misiani, Michele Fina: sarà il tesoriere nazionale a sostituire il "collega" Salvati. Il "supercommissario" è arrivato a Napoli. Ma è come se il Pd vivesse nell’ennesimo psicodramma che riempie le cronache politiche ma anche quelle giudiziarie. C’è il caso Salvati, appunto. Ma ci sono anche le inchieste sull’ex sindaco e ex dem di Giugliano, Antonio Poziello, arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. E andando ancora più indietro quelle su Nicola Oddati, Luca Cascone, Giovanni Zannini e Franco Alfieri.
"Una brava persona, un buon padre, di quelli a cui piacciono le famiglie numerose". Di più, ad amici e conoscenti, è difficile far dire. Ma ora si sa che Nicola Salvati, commercialista quarantenne, era il tesoriere del Pd più litigioso e commissariato d’Italia. Fino a ieri solo qualcuno lo aveva visto partecipare, appartato nei posti laterali e sempre in giacca e cravatta, alle riunioni di partito, in particolare a quelle della direzione regionale o del direttivo di cui era membro di diritto. Nessuno ha mai sentito la sua voce: mai un intervento e neanche un commento nei corridoi. E pochi ricordano che per un paio di anni è stato anche vicesindaco a Poggiomarino, comune - a ridosso di Pompei - frequentemente "attenzionato" dall’autorità giudiziaria. Frequentemente, tuttavia, ma non quando sindaco, per nove anni, è stato il deluchiano Leo Annunziata e Salvati il suo braccio destro nella giunta della riconferma.
Ora, invece, eccolo travolto dalla bufera: agli arresti domiciliari, insieme con il padre Giuseppe, per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. In più, Salvati è stato colto a gestire affari privati poco trasparenti mentre ricopriva un ruolo, quello del tesoriere, che dai tempi di Primo Greganti e da Tangentopoli ha sempre rappresentato un nervo scoperto per la sinistra. Nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari, il gip parla di un suo contributo "attivo, consapevole e costante". Salvati è finito sotto inchiesta per una ipotetica doppia vita: di giorno, stimato commercialista, abile a guadagnarsi la fiducia di un numero sempre crescente di liberi professionisti e di società e, di notte, metaforicamente parlando, impegnato ad "aggiustare" le carte delle aziende che monopolizzavano il "click day" previsto dalla legge per dare un titolo d’ingresso o di soggiorno ai migranti. Ma solo a quelli disposti a pagare anche 7 mila euro per entrare in Italia. E sono almeno 2 mila le pratiche su cui si indaga, solo dal buio del retropalco alle luci della ribalta, ma anche oggetto di un’opposta dismisura: per la “sinistra” è più che irrilevante, come non fosse mai esistito; per la destra, invece, è un caso emblematico, un vessillo da agitare in battaglia.
Nel Pd è partita la corsa a prendere le distanze. Molti lo definiscono un deluchiano, dato il legame con Leo Annunziata e Mario Casillo, di Poggiomarino, il più votato dei consiglieri regionali. Ma dimenticano che il suo ruolo di tesoriere è stato confermato da ben due commissari: sia da Francesco Boccia (a quel tempo in quota Letta) sia da Antonio Misiani (scelto da Elly Schlein). Nel “centro-destra”, invece, si fa strada la tentazione di usare Salvati come contrappeso agli effetti negativi del caso Almasri, il libico rimesso in libertà. Troppo, per un personaggio piccolo, ma non piccolissimo. Anche questa vicenda mostra il marciume delle forze politiche del regime neofascista, di destra e di “sinistra''.

12 febbraio 2025