Notizie dall'Umbria
Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Nessun posto di lavoro vada perso alla Ast di Terni
La situazione dell'Acciai Speciali Terni (Ast) non è più sostenibile da parte dei lavoratori coinvolti che da anni rivendicano un Accordo di Programma per stabilire una strategia futura che salvaguardi i posti di lavoro. La Ast nata nel 1884, ha una storia di oltre 100 anni fatta di lotte e sacrifici da parte degli operai che vi hanno lavorato con sudore, lottando per il posto di lavoro e contro i padroni che si sono avvicendati.
A Terni la Ast è “La Fabbrica” per eccellenza, è il Dna di questa città e oggi vi lavorano circa 2.000 operai. Nel 2021 passò dalla tedesca ThyssenKrupp al gruppo italiano Arvedi con tanto di benedizione dell'allora ministro dello Sviluppo economico del governo Draghi, Giancarlo Giorgetti (Lega). Con la profonda crisi capitalista dell'energia, gli operai Ast hanno dovuto affrontare più e più volte la cassa integrazione, lo stop degli altiforni e un vomitevole rimpallo nelle responsabilità tra il governo della ducessa Meloni, le istituzioni locali e la proprietà che non ha visto la concretizzazione di un Accordo di programma industriale.
Gli operai in questi anni hanno organizzato numerosi scioperi e manifestazioni in difesa del posto di lavoro, una delegazione di sindacalisti Fiom CGIL e Fim CISL di Terni ha protestato pochi giorni fa anche a Bruxelles sotto la sede del Consiglio europeo.
Il 7 febbraio scorso si è tenuto un incontro tra il neo assessore alle politiche per la competitività e la crescita del sistema economico produttivo regionale, Francesco De Rebotti (PD), i rappresentanti sindacali dei lavoratori della Ast, e le istituzioni locali comunali. Vedremo se la nuova giunta regionale di “centro-sinistra” della governatrice Stefania Proietti darà seguito alle parole con fatti concreti.
Appoggiamo la decisione dei sindacati di concretizzare una mobilitazione fatta di scioperi che deve però coinvolgere nella mobilitazione tutta l'Umbria, una regione che sta attraversando una profonda crisi economica e sociale.
Nessun posto di lavoro deve andare perso e questo può avvenire inchiodando il governo ad assumersi le sue responsabilità, estromettendo la proprietà Arvedi che sta affossando l’Ast, nazionalizzando la fabbrica. Occorre un adeguato piano di investimenti pubblici, elaborato con il coinvolgimento dei lavoratori che dovranno decidere il futuro produttivo.
La sindaca di Perugia aumenta ancora le telecamere di sorveglianza
L'amministrazione comunale della neopodestà di “centro-sinistra”, Vittoria Ferdinandi, sulla scia della politica della precedente amministrazione di “centro-destra”, per mezzo dall'assessore del comune di Perugia Andrea Stafisso (con delega a Sviluppo economico sostenibile, Smart city e innovazione tecnologica, Transizione digitale, Rapporti con università e istituti di alta formazione), investe soldi pubblici sul tema tanto caro alla “destra”, ossia la “sicurezza”. In concreto è stata varata la nuova Centrale Operativa che garantisce la gestione tra le “forze dell'ordine” territoriali, con nuovi tablet dotati di software avanzati per la gestione delle sanzioni e il controllo dei veicoli sospetti, una maggiore supervisione della rete di videosorveglianza con il rafforzamento del sistema di telecamere.
Il degrado non si risolve militarizzandole e intensificando “il grande fratello” nelle mani delle “forze dell'ordine”, bensì rendendo le città vive e attive, ricche di servizi sociali, assistenziali ed educativi, di luoghi aperti e gratuiti per socializzare ed incontrarsi, ciò passa anche attraverso il lavoro come un diritto per tutti che permetta una vita dignitosa e non ai margini. Le città devono essere governate dal popolo e al servizio del popolo.
Atto intimidatorio contro il Circolo Arci “Porco Rosso” di Perugia
Solidarizziamo con il Circolo Arci di Perugia il “Porco Rosso”, nuovamente devastato il 31 gennaio scorso da un atto vandalico chiaramente a scopo politico. Il Circolo è nato nel 2019 ed è gestito dalla Rete degli Studenti Medi Perugia e dall'Udu Perugia come luogo di aggregazione, ma anche di cultura, servizi ed elaborazione politica, con una chiara identità antifascista.
C’è stata una “spaccata” che ha sfondato una vetrina in plexiglass. I volontari del “Porco Rosso” hanno denunciato: “non tolleriamo più i continui furti e danni al nostro spazio. In pratica ci hanno rubato il busto del duce appeso a testa in giù. Chi ci danneggia pensa di fare un attacco diretto ai nostri ideali e valori, in realtà sta danneggiando la comunità tutta, l'opera tornerà presto al suo posto”.
Allargare il fronte unito e continuare a tenere alta la bandiera dell'antifascismo, facendo rivivere nelle città e nei quartieri la tradizione popolari e antifasciste per ricacciare nelle fogne ogni rigurgito di fascismo.
12 febbraio 2025