Lo denuncia Santalucia, presidente uscente dell'Anm, alla “Stampa”
“Il governo mira al controllo della magistratura: il velo è caduto”
Dietro la scandalosa vicenda del caso Almasri (il generale libico arrestato in Italia il 19 gennaio su mandato della Corte penale internazionale, per crimini di guerra, stupri, torture e violazione dei diritti umani contro i migranti nei lager libici, e poi rilasciato e riaccompagnato in patria su un volo di Stato il 21 gennaio) sollevata ad arte dalla stessa premier neofascista Meloni per attaccare il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi il quale, sulla base di un esposto presentato dall'avvocato Luigi Li Gotti (ex missino riciclato nell'Italia dei valori di Antonio Di Pietro e nominato sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi ndr) ha semplicemente “fatto il suo mestiere” iscrivendo nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato la stessa premier, il sottosegretario Mantovano, il ministro dell'Interno Piantedosi e il ministro della Giustizia Nordio, si nasconde un disegno eversivo ben più pericoloso, mutuato direttamente dal Piano della P2, che mira a sottomettere la magistratura al controllo dell'esecutivo.
Lo ha denunciato a chiare lettere il presidente uscente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia in una intervista a La Stampa
del 10 febbraio.
Gli “attacchi personali per intimidire, minacciare, svilire e denigrare” la magistratura, come sta accadendo con il procuratore Lo Voi e come è avvenuto nei mesi scorsi con la giudice del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico, ha sottolineato fra l'altro Santalucia nel corso dell'intervista, fanno parte di una precisa strategia politica che, attraverso la riforma costituzionale della giustizia e l'abolizione del principio di obbligatorietà dell'azione penale, mira al “controllo politico” della magistratura da parte dell'esecutivo.
“Questo – ha aggiunto Santalucia - è il dato inquietante: la pretesa che il magistrato si conformi ai desiderata del governo”.
In questo momento il procuratore Lo Voi “È diventato il protagonista di un capitolo che svela il vero nucleo di interesse della riforma. Sinora abbiamo dovuto confrontarci su argomenti formali e formalistici” come ad esempio “il principio di terzietà, il pubblico ministero che dev'essere lontano dal giudice. E noi ci siamo affannati a rispondere a questo tipo di argomenti” che però sono utili a nascondere la vera sostanza della riforma ossia “Controllo politico ed azione penale discrezionale. Il velo è caduto e ne fa le spese il procuratore di Roma”.
Anche gli attacchi diretti della premier Meloni e quelli indiretti sferrati dalla componente togata di centrodestra del Csm che usano toni vittimistici e gridano al complotto per invocare azioni disciplinari contro i magistrati “politicizzati” sono funzionali a questa strategia tesa a “creare una narrazione in cui si è vittime dei malvagi” dietro cui invece si nasconde “la piena insofferenza nei confronti di una magistratura che fa il suo mestiere”.
Lo schema di attacco ricalca quello di Berlusconi contro le "toghe rosse" e “Il canovaccio è questo: se fai qualcosa che non mi piace, ti attacco sul piano personale. Il messaggio è che i magistrati devono avere paura, stare allerta. E non è un richiamo alla cautela e all'avvedutezza. È un avvertimento”.
In questo modo si mina alle fondamenta “la tenuta e l'indipendenza della magistratura”.
12 febbraio 2025