Indetta dal Comitato “No DDL Sicurezza”
Partecipata assemblea per denunciare le “prove generali di Stato di polizia” a Catania
Schembri, per il PMLI, chiama al fronte unito antifascista e anticapitalista
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
L’11 febbraio si è svolta un'assemblea pubblica in piazza Sciuti indetta dal Comitato "No DDL sicurezza Catania" per protestare contro le "prove generali di Stato di polizia" e le "zone rosse anche a Catania”, denunciando: “la tua libertà è controllata. Il prefetto in nome della sicurezza nazionale circoscrive aree controllate e limitate. Ma che cosa sono? Quali disagi e controlli dovremmo fronteggiare?".
Oltre un centinaio i partecipanti tra cui molte organizzazioni sempre in prima fila per denunciare le ingiustizie di questo sistema e della linea governativa di contrastare la cosiddetta “mala-movida" nell'ottica di una “buona movida”, nell'interesse del profitto, criminalizzando chi frequenta i luoghi dove c'è presenza di immigrati con le loro piccole attività commerciali a livello di sopravvivenza. "Questo provvedimento rimarrà in vigore fino al 30 aprile 2025", in contemporanea con la discussione in Senato del DDL sicurezza, e con in mezzo date importanti quali l'8 Marzo e il 25 Aprile oltre a quelle dei cortei solidali con i popoli oppressi, previste. E ci si chiede, saranno impediti? O spostati altrove?
"Questi dispositivi hanno il sapore di segregazione per tutti i soggetti personalizzati, in un clima di dittatura, di una guerra interna alle minoranze, di pulizia etnica nel centro della città e nei quartieri periferici, di gentrificazione come nel modello Caivano che il sindaco e la giunta vogliono applicare a san Cristoforo, si risponde ai bisogni sociali di casa, reddito, aggregazione, istruzione e socialità con la costruzione di caserme di carabinieri e polizia, introduzione di nuovi sistemi di videosorveglianza ed identificazione. Una metodologia che tanto richiama il genocidio in Palestina".
Tanti gli interventi di critica a queste misure repressive da regime neofascista contro chi lotta per il lavoro e per migliorare le condizioni di vita, contro i precari, chi in povertà occupa una casa, contro gli ambientalisti con manifestazioni passive, la repressione nelle città per il decoro borghese.
Il PMLI ha partecipato con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania distribuendo i volantini di propaganda de Il Bolscevico
e il volantino "Basta con le manovre antipopolari, le misure fasciste e antimigranti, la sicurezza fascista, le manganellate, bassi salari, pensione da fame, tagli alla sanità, ai servizi sociali e all'istruzione, precariato, morti sul lavoro, autonomia differenziata, presidenzialismo, "stato sicuro".
Il compagno Sesto Schembri ha preso la parola per il PMLI e ha sostenuto che non ci resta che lottare uniti in un fronte antifascista e anticapitalista contro queste misure fasciste, insite nello Stato borghese e nella sua dittatura mascherata. Ora ci è permesso parlare in piazza ma ancora per poco, con il decreto sicurezza ci sarà il reato di “terrorismo” per iscritto e di parola. Schembri ha parlato della ignobile decisione del parlamento europeo che equipara i simboli della svastica e della falce e martello con divieto di esporli. La borghesia sa che il socialismo scientifico è sempre una minaccia per il capitalismo imperialista, l'unica alternativa a questo sistema rimane il socialismo. Ricevuti consensi fra i partecipanti all’assemblea.
19 febbraio 2025