Conferenza di Monaco sulla sicurezza
Gli USA attaccano l’UE perché non segue la sua politica su partiti di destra e migranti. La Cina cerca di coinvolgere l’UE nel multipolarismo per isolare gli USA
Alcuni leader europei appoggiano l'Ucraina
Zelensky: “Putin mente. È prevedibile. Ed è debole. Dobbiamo agire come Europa e non come gruppo di persone separate”
La Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, uno degli appuntamenti annuali più importanti per la politica globale imperialista, tenutasi nella città tedesca dal 14 al 16 febbraio, ha visto l’esordio sul campo del fascioimperialista Trump, che pur non essendo presente fisicamente, è stato la figura centrale del dibattito, con la sua amministrazione che ha inviato una delegazione di alto livello. La partecipazione del vicepresidente J.D. Vance, del segretario di Stato Marco Rubio e dell’inviato speciale per l’Ucraina, Keith Kellogg, hanno sottolineato l’attenzione degli Stati Uniti verso l’Europa, ma al tempo stesso confermato il nuovo corso imperialista di Washington sempre più orientato a ridisegnare il proprio ruolo sulla scena mondiale.
Usa e Ue
Nello specifico gli USA hanno attaccato duramente l’UE perché non seguirebbe la sua politica sui partiti di destra e sulla gestione dei migranti, dicendosi addirittura molto preoccupati dal deficit di democrazia in cui sarebbe incappata la superpotenza europea, dopo aver ribadito la richiesta di Trump agli europei di aumentare le spese militari. “Questa è una conferenza sulla sicurezza, - ha esordito Vance il 14 febbraio nel suo intervento - e sono sicuro che siete tutti qui pronti a parlare di come esattamente intendete aumentare la spesa per la difesa nei prossimi anni in linea con qualche nuovo obiettivo. E questo è fantastico, perché come il presidente Trump ha chiarito abbondantemente, crede che i nostri amici europei debbano svolgere un ruolo più importante nel futuro di questo continente. Non pensiamo che si intenda questo come ‘condivisione dei banchi’, ma pensiamo che sia una parte importante dell’essere in un’alleanza condivisa insieme, dove gli europei si avvicinano mentre l’America si concentra su aree del mondo che sono in grande pericolo”. “La minaccia che più mi preoccupa – ha proseguito Vance nel suo affondo antieuropeo - nei confronti dell'Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno, ma la minaccia interna, il ritiro dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d'America". Il vice di Trump ha accusato così i leader europei di aver abbandonato le proprie radici di "difensori della democrazia" durante la Guerra fredda, e in particolare di zittire le voci dissenzienti "nascondendosi dietro brutte parole dell'era sovietica come disinformazione". Nel mirino gli ampi poteri in UE per moderare i contenuti online e alcune restrizioni applicate in Germania, Svezia, Regno Unito, ma anche negli USA di Biden. Bordata pure all'annullamento delle presidenziali in Romania "sulla base dei deboli sospetti su un'agenzia di intelligence (russa, ndr) e dell'enorme pressione dei Paesi vicini": "Se pensate che la democrazia possa essere distrutta con la pubblicità digitale di un Paese straniero, allora la vostra democrazia non è molto forte fin dall'inizio". Vance non ha risparmiato critiche dirette neppure agli organizzatori della Conferenza di Monaco per aver impedito ai partiti populisti (leggi l'AFD, ndr) di prendere parte all'evento, affermando che "non dobbiamo essere d'accordo... ma è nostro dovere almeno partecipare al dialogo con loro”. Cosa che costui ha immediatamente fatto incontrando addirittura la leader del partito neonazista, Alice Weidel, candidata alle elezioni del 23 febbraio in Germania. Una stilettata anche a chi in Europa si è lamentato delle ingerenze di Trump e del suo nero delfino Musk nella politica interna dell’UE: “Parlare ed esprimere opinioni non è un’interferenza elettorale. Anche quando le persone esprimono opinioni al di fuori del proprio paese, e anche quando quelle persone sono molto influenti – e fidatevi di me, lo dico con tutto l’umorismo – se la democrazia americana può sopravvivere a dieci anni di disapprovazione di Greta Thunberg, voi ragazzi potete sopravvivere a qualche mese di Elon Musk”.
Poche ore dopo, a distanza, è arrivato il plauso di Donald Trump, in mezzo all'annuncio di nuovi dazi alle auto europee a partire dal 2 aprile: "l'Europa ha un sacco di problemi con l'immigrazione criminale" e "sta perdendo il suo meraviglioso diritto alla libertà di parola".
Immediate le reazioni europee, a partire dai padroni di casa. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha affermato che “Se ho capito bene” il vicepresidente degli Stati Uniti James David Vance “sta paragonando parti dell’Europa a regimi autoritari. Questo non è accettabile”. Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha aperto il secondo giorno della Conferenza ribadendo il rifiuto di lavorare con l’estrema destra come indicato dal “discorso divisivo del vicepresidente degli Stati Uniti Vance” e per l'alto rappresentante UE, Kaja Kallas, gli USA "Cercano di attaccare briga con noi” ma gli europei non cadranno nel tranello.
Ancora più a fondo è andata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Un'Europa più forte collabora con gli Stati Uniti per scoraggiare le minacce che abbiamo in comune come partner. Ed è per questo che crediamo che le guerre commerciali e le tariffe punitive non abbiano senso. Le tariffe agiscono come una tassa. Stimolano l'inflazione. I più colpiti sono inevitabilmente i lavoratori, le aziende e le classi medie. Su entrambe le sponde dell'Atlantico. E sappiamo quanto rapidamente le tariffe possono influenzare le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche. Non crediamo che questo sia un buon affare. E vogliamo evitare una corsa globale al ribasso. Ma come abbiamo già chiarito, le tariffe ingiustificate sull'UE non rimarranno senza risposta. Lasciatemi parlare chiaro. Siamo uno dei mercati più grandi del mondo. Useremo i nostri strumenti per salvaguardare la nostra sicurezza economica e i nostri interessi”. E sul piano militare, ha proseguito la presidente della Commissione UE “Credo che quando si tratta di sicurezza europea, l'Europa debba fare di più. L'Europa deve portare di più sul tavolo. E per raggiungere questo obiettivo, abbiamo bisogno di un aumento della spesa per la difesa europea. Attualmente l'UE27 spende circa il 2% del PIL per la difesa. E sì, la nostra spesa per la difesa è salita da poco più di 200 miliardi di euro prima della guerra a oltre 320 miliardi di euro l'anno scorso. Ma dovremo aumentare considerevolmente ancora una volta quel numero. Perché da poco meno del 2% a oltre il 3% significherà centinaia di miliardi di investimenti in più ogni anno. Quindi, abbiamo bisogno di un approccio audace… Proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa. Ciò consentirà agli Stati membri di aumentare sostanzialmente la loro spesa per la difesa”.
Il socialimperialismo cinese
Nella contesa tra USA e UE si è inserita astutamente la Cina, intervenuta col ministro degli Esteri Wang Yi. Nel suo discorso ha rilanciato “la nostra sincera aspettativa per un mondo multipolare. La Cina sarà sicuramente un fattore di certezza in questo sistema multipolare e si sforzerà di essere una forza costruttiva salda in un mondo che cambia. È in questo principio che la Cina sostiene l’uguaglianza tra tutti i paesi indipendentemente dalle dimensioni e chiede di aumentare la rappresentanza e la parola dei paesi in via di sviluppo nel sistema internazionale. Questo non porterà all’assenza di tutto l’Occidente, ma porterà al mondo risultati più positivi”. E poi la stilettata agli USA di Trump: “È importante praticare il multilateralismo. Di fronte alle sfide globali emergenti, nessun paese può rimanere inalterato e l’approccio “noi first” nelle relazioni internazionali porta solo a un risultato di perdita. L’ONU è al centro della pratica del multilateralismo e dell’avanzamento della governance
globale. Questo edificio ha protetto tutti i paesi dal vento e dalla pioggia per quasi 80 anni, ed è tanto più necessario nel mondo multipolare del futuro. Dovremmo cementare le sue fondamenta, piuttosto che distruggere i suoi pilastri. Dovremmo assumerci le nostre responsabilità nel governare le questioni globali, piuttosto che cercare solo gli interessi personali. Dovremmo affrontare sfide comuni nella solidarietà, piuttosto che ricorrere allo scontro di blocco”. Per chiudere con un invito all’Europa ad allearsi con il socialimperialismo cinese. “La Cina è disposta a sinergizzare la cooperazione di alta qualità Belt and Road con la strategia Global Gateway dell’Unione Europea, in modo da potenziarsi a vicenda e potenziare il mondo intero”.
L'Ucraina
La Conferenza di Monaco ha altresì confermato un importante appoggio di alcuni leader europei all’Ucraina nella resistenza all’aggressione nazizarista russa. L'unico piano per l'Ucraina è la vittoria, ha detto la premier danese Mette Frederiksen, sottolineando che non "possiamo consentire" alla Russia di portare avanti la sua "strategia imperialista". "Ci può essere una pace giusta solo se garantiremo che la Russia non tornerà ad attaccare l'Ucraina o l'Europa", ha aggiunto Frederiksen. "Non so se possiamo fidarci di Putin, non credo, ma dobbiamo certamente aiutare l'Ucraina a vincere questa guerra".
Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che la guerra tra Russia e Ucraina finirà se verrà garantita la sovranità dell'Ucraina. Ha inoltre sottolineato che all'Ucraina deve essere data la possibilità di difendersi efficacemente. “Ci sarà pace solo se la sovranità dell'Ucraina sarà garantita”, ha detto Scholz. “Pertanto, non daremo mai il nostro sostegno a una pace dettata”, ha aggiunto. “Noi europei rappresenteremo con fiducia e in modo unitario questi interessi nei futuri negoziati”, ha aggiunto. Scholz ritiene che l'Ucraina debba essere in grado di difendersi dagli attacchi russi, anche durante i negoziati di pace, e che debba essere in grado di farlo. Tuttavia, riconosce che si tratterà di una sfida finanziaria, materiale e logistica e che il sostegno dei partner transatlantici sarà essenziale.
Donald Tusk, premier della Polonia e presidente di turno dell'Unione europea, ha esortato il Vecchio Continente a redigere “urgentemente” un proprio piano d'azione sull'Ucraina e sulla propria sicurezza. “L'Europa ha urgentemente bisogno di un proprio piano d'azione per l'Ucraina e la nostra sicurezza, altrimenti saranno altri attori globali a decidere il nostro futuro. Non necessariamente nel nostro interesse”, ha affermato in un post su X (Twitter). “Questo piano deve essere preparato ora. Non c'è tempo da perdere”, ha aggiunto. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, sulle mosse della nuova amministrazione USA, ha messo in chiaro che “solo l'Ucraina può definire quando ci sono le condizioni per una negoziazione. Imporre concessioni prima di negoziare è inaccettabile” e che l'UE “non si arrenderà. Continueremo a stare spalla a spalla con l'Ucraina”. Un appoggio incassato dal presidente ucraino Zelensky: “Putin mente. È prevedibile. Ed è debole. Dobbiamo agire come Europa e non come gruppo di persone separate” ha affermato nel suo discorso.
19 febbraio 2025