Scaduto a giugno 2024, interessa 2 milioni di lavoratori
Metalmeccanici: nuovi scioperi per il contratto

Nonostante il successo delle prime otto ore di sciopero, effettuate durante il mese di gennaio, la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale non riparte per l’intransigenza di Federmeccanica e Assistal. Le due associazioni padronali continuano provocatoriamente a trincerarsi dietro la loro “contro piattaforma”, respingendo le richieste di Fim Fiom Uilm. Questo atteggiamento, che mira a non concedere niente alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici, ha fatto si che le tre organizzazioni sindacali, a differenza di altre categorie (dove la Cisl ha spesso firmato da sola accordi a perdere), rimanessero unite.
Il contratto dei metalmeccanici è applicato a circa due milioni di lavoratori, ed è secondo soltanto a quello del commercio. Mantiene ancora oggi una collocazione decisiva nel mondo del lavoro e nel conflitto di classe, e storicamente rappresenta un modello per tutti gli altri. Una posta in gioco molto alta che le organizzazioni sindacali hanno il dovere di affrontare con determinazione per sconfiggere la tracotanza dei padroni, che fin dal primo momento (il contratto è scaduto a giugno 2024), hanno detto di non essere disponibili a dare nemmeno un centesimo che vada oltre lo strettissimo recupero dell'inflazione.
Le associazioni padronali parlano di richieste sindacali esagerate e di “avere già dato”, ma la verità è che gli ultimi contratti, grazie al collaborazionismo di alcune o di tutte le sigle confederali, hanno fatto perdere ai lavoratori importanti quote di salario. Anche l'ultima piattaforma di Cgil-Cisl-Uil è tutt'altro che “stellare” anzi, è timida e insufficiente. Tra le richieste principali un incremento medio a regime dei minimi retributivi pari a 280 euro. Se è vero che uno dei pochi contratti in cui si rivendica più dell'inflazione, è anche vero che ci si riferisce all'Ipca, cioè all'indice dei prezzi al consumo depurati dai beni energetici, che solo in un secondo tempo potranno essere recuperati, ma con meccanismi non automatici e con possibili assorbimenti, cioè con la fregatura dietro l'angolo.
Poi si chiedono più risorse per il welfare, portando i flexible benefit - totalmente esentasse- dagli attuali 200 a 250 euro e favorendo la conversione del premio di risultato in prestazioni di welfare, l'aumento delle risorse aziendali per rafforzare il fondo sanitario complementare Meta salute. Una pratica per noi negativa perché il welfare aziendale va a discapito della sanità e della previdenza pubblica. Altri punti importanti, ma con rivendicazioni molto vaghe, la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro per portarlo progressivamente a 35 ore settimanali e più spazio alle misure di conciliazione tra vita e lavoro (congedi parentali, smart working ).
Il recupero economico degli stipendi in rapporto al caro vita e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario sono questioni non più rinviabili, anche se per i capitalisti, compresi quelli del settore metalmeccanico, restano ancora un tabù. Va piegata la resistenza padronale con la mobilitazione, che è già ripresa. Il 30 gennaio le tute blu torinesi si sono date appuntamento davanti alla sede dell’Unione Industriale di Torino, dove era in corso una riunione con i vertici nazionali di Federmeccanica, per chiedere al padronato di abbandonare l'inusuale e provocatoria “contropiattaforma” e accogliere le rivendicazioni sindacali.
Intanto è già in cantiere una nuova tornata di scioperi. Le settimane interessate saranno in particolare la seconda e la terza del mese: dal 10 al 23 febbraio 2025, infatti, saranno programmate 8 ore di sciopero. Si partirà da Treviso il 10, si proseguirà a Padova con altre 8 ore di sciopero divise tra 4 ore a fine turno martedì 11 febbraio e le altre 4 ore da definire entro il 21 febbraio, e poi via via nelle altre province italiane. Le segreterie di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil fanno sapere inoltre che, in concomitanza dello sciopero, da parte dei lavoratori metalmeccanici persiste anche il blocco degli straordinari e delle forme di flessibilità indetto dal 15 novembre.
 

19 febbraio 2025