Contromossa arrogante e padronale della società pubblica che temeva un blocco ferroviario di 8 ore
RFI boicotta il diritto di sciopero dei lavoratori in Sardegna
Dal corrispondente di Sassari de “Il Bolscevico”
Sabato 8 febbraio, dalle ore 9 alle 17, si è svolto lo sciopero del personale addetto alla Sala Circolazione e Orario di Cagliari e delle Unità viaggianti di Rete Ferroviaria Italiana spa. Lo sciopero era stato indetto dai Sindacati del Comparto ferrovieri di Cisl, Uil, Ugl, Fast e Orsa per protesta contro l'indisponibilità di RFI a contrattare in materia di turni di lavoro senza pause e senza personale di supporto, assunzione di personale, rispetto del CCNL e degli accordi sindacali.
Per tutta risposta RFI, le cui azioni sono al 100% di proprietà del Gruppo Ferrovie Italiane spa, il cui unico azionista è il MEF, ministero dell'Economia e delle Finanze, stando alla dichiarazione pubblica resa dal Segretario regionale della Uilt Mario Putzolu, ha sostituito gli scioperanti con personale di livello gerarchico superiore e mansioni diverse, così da assicurare, su tutte le tratte, continuità al monitoraggio dei convogli di trasporto passeggeri e merci.
La dirigenza locale di RFI ha spuntato, in questo modo, l'arma dello sciopero vanificandone gli effetti pregiudizievoli sul servizio, capendone immediatamente la rilevanza strategica che avrebbe paralizzato il traffico ferroviario dell'intera Sardegna per 8 ore.
L'arrogante contromossa padronale pubblica straccia il diritto di sciopero previsto dalla Costituzione Italiana borghese, con il ricorso al crumiraggio, in qual modo ottenuto non è dato sapere, di colleghi di lavoro degli scioperanti.
Nell'impudente stile dei padroni ottocenteschi delle ferriere, RFI manda un segnale pesante per i lavoratori e le future relazioni sindacali, per manifestare l'idea che è inutile ricorrere allo sciopero per costringere l'azienda a contrattare, perché nel caso ricorrerà a personale sostitutivo, rimandando a suo piacimento la contrattazione. Il segnale potrebbe costituire un precedente per altre aziende partecipate in varia misura dallo Stato italiano, per seguire la stessa via di RFI nelle relazioni sindacali.
A maggior ragione quindi occorre che i lavoratori non si facciano intimidire e, oltre ad esercitare il diritto di denuncia per comportamento antisindacale, insistano nella lotta contrattuale contro il gigante capitalista di Stato Rete Ferroviaria Italiana.
19 febbraio 2025