Per la liberazione di Ocalan e solidarietà al popolo curdo
Migliaia di manifestanti in piazza a Roma e Milano
In occasione del 26esimo anniversario della cattura del leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Ocalan, detenuto dal 1999 in regime di totale isolamento nell’isola-prigione di Imrali su ordine del dittatore fascista turco Erdogan, il 15 febbraio migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Roma e Milano per chiederne la scarcerazione nell'ambito della manifestazione nazionale di solidarietà col popolo curdo indetta dall’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI) e dalla Rete Kurdistan.
Analoghe manifestazioni di solidarietà indette dal movimento curdo che ogni anno scende in piazza in Kurdistan per ricordare “il giorno nero” del 15 febbraio quando Ocalan è stato arrestato a Nairobi, in Kenya, si sono svolte in vari Paesi d'Europa e del mondo.
A Roma
migliaia di manifestanti provenienti da varie regioni fra cui Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Marche, Toscana e Umbria si sono ritrovati in Piazza Ugo La Malfa al Circo Massimo da dove è partito il combattivo e colorato corteo con la parola d'ordine “Fermiamo lo Stato turco, criminale e genocida”. Il corteo si è snodato fino al quartiere di Testaccio per finire al Campo Boario dove si trova il Centro culturale Ararat fondato dalla comunità: “un luogo che ha resistito a ogni tentativo di sgombero… la nostra forza è la generosità dimostrata da Ocalan” come ha sottolineato durante il suo intervento dal palco Erol Aydemir, esponente di Ararat. Durante il tragitto si sono susseguiti altri interventi al microfono contro la guerra, l’imperialismo e per esprimere solidarietà al popolo curdo fra cui quello dell'Anpi che a Porta San Paolo ha ricordato che: “Qui è nata la resistenza italiana. Siamo sempre vicini ai popoli che lottano per l’autodeterminazione. Siete una luce in questo tunnel fatto di guerre e sfruttamento”.
A Milano
altre migliaia di manifestanti sono partiti in corteo da Largo Cairoli e hanno marciato fino davanti alla sede Rai, blindata dalle forze di polizia dove è stato esposto uno striscione con su scritto “La Rai è complice di ogni colpo sparato nel silenzio” per denunciare il “servizio pubblico di regime e della disinformazione”.
Il corteo si è concluso con un presidio di protesta davanti al Consolato Turco. Molti gli interventi contro il dittatore fascista Erdogan, in solidarietà con Ocalan e contro il genocidio del popolo palestinese ad opera del nuovo Hitler Netanyahu.
Intanto il Comitato esecutivo del PKK nei giorni scorsi ha annunciato che Ocalan è pronto ad avviare un processo di trasformazione della strategia di lotta “attraverso mezzi democratici”. Una trasformazione della strategia che prelude alla rinuncia alla lotta armata sostituita dalla via riformista.
19 febbraio 2025