Catania
Cassa integrazione per 2.500 lavoratori alla Microelectronics

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Alla STMicroelectronics cassa integrazione per 2.500 su un totale di 5.400 lavoratori. È quanto chiede l'azienda italo-francese (fondata nel 1987) produttrice di componenti elettronici a semiconduttore, per lo stabilimento di Catania.
È allarme occupazione per una città già sofferente sul fronte occupazionale e non solo. Confindustria per conto della propria associata ha comunicato i motivi della cassa integrazione: "temporanea contrazione dei carichi produttivi derivante da una significativa riduzione di ordini e commesse".
La cassa integrazione, che riguarderà praticamente la metà del personale, sarà applicata per una prima settimana a marzo (dal 15 al 24) e una seconda in aprile (dal 27 al 4 maggio). Riguarderà soltanto il sito siciliano e non quello di Agrate Brianza (Monza), in quanto l’impianto catanese, oltre alle ragioni di carattere produttivo, ha anche necessità di lavori di manutenzione.
I sindacati di categoria si sono mobilitati, nello specifico la Fiom CGIL Catania, e UIL e CISL. Solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie è venuta anche dall'arcivescovo di Catania Luigi Renna. La CGIL Catania con il suo segretario Carmelo De Caudo e Rosy Scollo, spiegano: “La STMicroelectronics di Catania è uno dei principali poli produttivi e tecnologici d'Europa, una azienda strategica in un settore cruciale come quello dei semiconduttori, oggi al centro di una competizione globale sempre più serrata. Il rallentamento del mercato, che ha portato all'attivazione della cassa integrazione per circa i 2.500 lavoratori, non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio, in cui le politiche industriali europee e le scelte delle multinazionale influenzeranno il futuro dell'occupazione nel nostro territorio" ."Preoccupano i risultati sotto le attese di quasi 4 miliardi nel 2024 e il piano di riduzione dei costi per le possibili ricadute sul personale”.
Tutto questo sulla pelle dei lavoratori della STMicroelectronics che producono ricchezza plusvalore per gli insaziabili padroni. Ai lavoratori non rimane che lottare per conservare il posto di lavoro e i diritti. La crisi la devono pagare i capitalisti abbassando i loro profitti. Lottare per liberarsi dalla schiavitù salariale, lottare per abbattere questo sistema fondato sul profitto capitalista, per il socialismo!

26 febbraio 2025