Indetto dal sindacato Sudd Cobas Prato-Firenze
Corteo a Prato per un “lavoro sicuro e dignitoso”
Il PMLI partecipa con la sua bandiera e diffonde un volantino di solidarietà. La sindaca Bugetti (Pd) si ravvede e promette “l'impegno del Comune di stare al fianco dei lavoratori”

Dal corrispondente della Cellula “G. Stalin” di Prato
Nel pomeriggio del 22 febbraio centinaia di lavoratori, in gran parte di origine pakistana, sono scesi in piazza a Prato per chiedere condizioni di lavoro dignitose e denunciare le bestiali condizioni di sfruttamento e di schiavismo a cui sono sottoposti nel distretto industriale pratese scandite da turni di lavoro massacranti di 12 ore al giorno per sette giorni su sette, con salari da fame, senza ferie e malattia.
Al grido di “sciopero sciopero”, “basta lavoro per 12 ore”, “vogliamo i nostri diritti”, vogliamo l'applicazione del contratto nazionale e lavorare “8 ore per 5 giorni”, il combattivo corteo è partito da Piazza del Serraglio e si è concluso in Piazza Del Comune dopo aver attraversato le principali piazze e vie del centro città.
Un corteo indetto dal sindacato Sudd Cobas Prato-Firenze con la parola d'ordine: “Antimafia è lotta per il lavoro degno e sicuro” per rivendicare anche più sicurezza nei luoghi di lavoro dove le aggressioni e le intimidazioni ordite dai padroni e dai caporali contro i lavoratori che osano ribellarsi al sistema di sfruttamento sono all'ordine del giorno.
Un sistema in mano a padroni senza scrupoli che tra l'altro usano metodi mafiosi per accaparrarsi le commesse mettendo a rischio la vita dei lavoratori. Come è successo nella notte di sabato 15 febbraio con i tre pacchi incendiari recapitati e fatti esplodere nelle ditte Acca (Seano), alla Elt Express di Campi Bisenzio e alla Logistica Shun Da di Prato.
“I pacchi esplosivi - ha detto Luca Toscano del Sudd Cobas durante il suo intervento a conclusione del corteo - sono stati recapitati a ditte della logistica dove per mesi abbiamo portato avanti scioperi. Quanto accaduto è un fatto gravissimo perché un lavoratore non può aver paura di maneggiare un pacco durante il suo turno. I lavoratori in corteo rappresentano centinaia di magazzini 'invisibili' dove si lavora sette giorni su sette. C’è bisogno di insorgere. Antimafia è lotta per il lavoro degno e sicuro... è impossibile parlare di diritti senza parlare di lotta alla mafia. Centinaia di lavoratori rischiano, ogni giorno, di pagare il prezzo di trovarsi in mezzo a lotte di potere che non gli appartengono i quali risvolti, però, hanno su di loro ricadute dirette”.
Al corteo ha preso parte anche il compagno Franco Panzarella in rappresentanza della Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI che è sfilato con la bandiera del Partito, unica organizzazione politica presente al corteo, e ha diffuso una cinquantina di volantini con il comunicato stampa di sostegno e solidarietà agli operai del Maglificio CXL in sciopero permanente dal 13 febbraio.
Al termine del corteo, la sindaca Ilaria Bugetti (Pd), che il 15 febbraio aveva ordinato alla polizia municipale di multare gli operai del Maglificio CXL per occupazione di suolo pubblico e intimato l'ordine di sgomberare immediatamente il presidio organizzato davanti ai cancelli della ditta, è stata costretta a rimangiarsi le precedenti posizioni antioperaie e forcaiole. Invitata dai portavoce del Sudd Cobas ha preso la parola promettendo ai manifestanti: “l’impegno del Comune di stare al fianco dei lavoratori e lottare per la legalità e quindi per un lavoro buono e sicuro, lottare per la parte sana del nostro distretto. Un distretto che vogliamo tutelare e valorizzare. Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro proseguiamo il nostro impegno con la Regione nella speranza che presto gli ispettori Asl e la polizia municipale vengano affiancati anche dagli ispettori del lavoro”.
Un gesto molto apprezzato dal Sudd Cobas che in un post su Facebook fra l'altro sottolinea “Sembra banale dirlo oggi, ma per cinque anni chi ha lottato per lavorare “8x5” ha dovuto subire – oltre a sgomberi, fogli di via e attacchi squadristi – anche un continuo e duro attacco dalla precedente giunta Biffoni, passata dalla continua criminalizzazione dei picchetti e culminata con lo sgombero e l’arresto dei lavoratori Texprint in sciopero della fame davanti al palazzo comunale. Questa stagione sembra essersi finalmente chiusa”.
In realtà “l'accordo di collaborazione” fra Buggetti e Sudd Cobas era già stato siglato in Comune nell'incontro di mercoledì 19 febbraio con l’impegno da parte della sindaca di “intervenire con un’ordinanza d’urgenza per superare l’ordine di rimozione del presidio sindacale emesso la scorsa settimana insieme alla multa” e con “L’obiettivo di lavorare insieme alla modifica del regolamento comunale sull’occupazione del suolo pubblico, per permettere agli scioperi di proseguire”.
Vedremo se alle parole seguiranno i fatti; oppure se si tratta dell'ennesimo abbraccio peloso teso a imbrigliare la lotta dei lavoratori nelle pastoie parlamentari, istituzionali e legalitarie borghesi.
Insieme alla sindaca di Prato sembra essersi ravveduto ex segretario della Funzione Pubblica CGIL di Prato, Sandro Malucchi, che ha partecipato al corteo e all'incontro in Comune fra Bugetti e Sudd Cobas in qualità di assessore alle Politiche Sociali e alle Politiche dell'Immigrazione nella giunta PD pratese. Quando era membro dell'Assemblea generale della Camera del Lavoro di Prato, il 23 marzo 2021 votò contro un ordine del giorno di “Solidarietà con i lavoratori Texprint in lotta” e i sindacalisti dell'allora Si-Cobas Prato-Firrenze presentato dal compagno Franco Panzarella e successivamente si espresse a favore del deferimento dello stesso compagno al Comitato di garanzia Interregionale Centro della CGIL.

26 febbraio 2025