Lettere

Appoggio totale all’Editoriale di Martenghi sull’8 Marzo
L’Editoriale della stimata compagna Martenghi coglie con fermezza la natura reazionaria del regime attuale nonché la necessità di una lotta implacabile contro il neofascismo.
I nemici vorrebbero farci credere di essere invincibili, che il loro apparato repressivo, i loro decreti e le loro minacce bastino a soffocare la ribellione. Ma questo è solo l'involucro esterno. Ogni regime capitalista si fonda su contraddizioni insanabili, e la loro stessa crisi ne è la prova. L’arte della guerra rivoluzionaria insegna che bisogna colpire laddove il nemico è più debole, organizzare le masse dal basso, rafforzare la loro coscienza e trasformare la rabbia spontanea in azione coordinata. Pertanto, diventa sempre più essenziale:
* organizzarsi tra le masse popolari, nei quartieri, nelle fabbriche, nei luoghi di studio e di lavoro, senza farsi irretire dalle illusioni parlamentari, lavorando per strutturare nuclei saldi che resistano alla repressione e alla disgregazione;
* imparare dal nemico per superarlo: i neofascisti hanno occupato lo Stato pezzo per pezzo, senza annunci roboanti, ma con metodo e determinazione, per cui anche per noi marxisti-leninisti è importante penetrare nel cuore stesso della società per costruire un'alternativa reale, senza illusioni riformiste;
* fare della lotta femminile un'arma centrale della rivoluzione: l'emancipazione delle donne non è una questione separata dalla lotta di classe, bensì una delle sue espressioni più avanzate. Le donne proletarie devono diventare dirigenti, strateghe, protagoniste della rivoluzione, non appunto con riforme borghesi, ma con la costruzione di un potere nuovo, che le liberi dalla doppia oppressione del capitale e del patriarcato.
Non c'è bisogno di cercare esempi lontani: la Rivoluzione Culturale Proletaria in Cina ci insegna che il popolo ha la forza di rovesciare il revisionismo o l'anticomunismo e la reazione, se armato di una coscienza chiara e di una tattica giusta, che possiamo attingere dalla linea del PMLI. Non ripeteremo gli errori di chi ha creduto che bastasse dichiarare o invocare la lotta per vincerla. Si deve marciare con un piede nella teoria e l'altro nell'azione concreta.
Sotto la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, guidiamo le masse non verso un'avventura insurrezionale prematura, ma verso la costruzione della loro forza reale. Quando il tempo sarà maturo, il colpo inferto dovrà essere netto ed irreversibile. Fino ad allora, disciplina, studio, organizzazione.
Il futuro appartiene a chi sa prepararlo con intelligenza e determinazione.
Viva la Giornata internazionale delle Donne!
Cartesio - Napoli

Solo il socialismo potrà regalarci la parità di genere
Vorrei formulare un sentito saluto per la Giornata internazionale delle donne dell'8 Marzo convinto che solo il socialismo possa regalarci la parità di genere.
W Stalin e viva il socialismo!
Abbasso la violenza di genere!
Giancarlo - Padova

Censura contro i lavoratori in Cina
Il canale TikTok di un fattorino cinese, che ho precedentemente intervistato, ha raccontato tre emblematici casi di censura contro i lavoratori. Paradossalmente, proprio quei lavoratori che il governo cinese dovrebbe tutelare. Sono ormai lontani i tempi della Rivoluzione Culturale, quando i lavoratori, grazie ai dazebao , denunciavano soprusi e corruzione nella grande campagna anticorruzione lanciata da Mao Zedong, coinvolgendo direttamente le masse popolari.
Il primo caso riguarda direttamente il TikToker in questione. Nel 2022, mentre stava consegnando pacchi, un ausiliare del traffico ha abusato del suo ruolo, insultandolo ripetutamente e cercando di impedirgli di proseguire il lavoro, senza alcuna ragione apparente, dato che la strada era perfettamente accessibile ai veicoli. Il fattorino ha denunciato l'accaduto pubblicamente sul suo canale Douyin (la versione cinese di TikTok), ma invece di punire l'abuso di autorità, la polizia ha arrestato proprio lui, costringendolo a cancellare il video di denuncia dai suoi social.
Un episodio ancora più emblematico si è verificato a Harbin, dove un Suv ha investito un fattorino mentre stava lavorando. L'intero incidente è stato documentato e pubblicato su Douyin. Tuttavia, nel Paese con il più alto numero di telecamere di sorveglianza al mondo, si chiude spesso un occhio quando il responsabile di un crimine è il rampollo di qualche industriale o funzionario del partito. Il caso non è ancora stato risolto e i video dell’incidente sono stati censurati.
Il terzo caso riguarda il crollo di un ponteggio a Qingdao, città natale del nostro TikToker. Si è trattato di un incidente gravissimo, ma nessun giornale ne ha riportato la notizia, come se non fosse mai accaduto.
Questi tre episodi, sebbene piccoli rispetto alla vastità della censura in Cina, dimostrano come l’attuale leadership revisionista di Pechino dia ben poca attenzione ai lavoratori, ignorando persino le già blande leggi che dovrebbero proteggerli.
Francesco Comunale - provincia di Caltanissetta

Mobilitazione e scioperi dei lavoratori Stellantis di Pomigliano D’Arco
Il 6 marzo, nello Stabilimento Stellantis di Pomigliano, si è svolta un’assemblea sindacale con all’ordine del giorno: 1) condizioni di lavoro 2) discussione sulla esigua e vergognosa cifra economica, da erogare nelle prossime retribuzioni del mese di aprile, stabilita da Azienda e Sindacati firmatari del relativo CCSL.
Al cambio turno alle 13,30 i lavoratori, con lo Slai-cobas, si sono portati nei pressi degli uffici della Direzione Aziendale, contestandola per la ridicola cifra di circa 670 euro lordi, stabilita con il PDR (premio di produzione) per il 2024. Parte della contestazione a muso duro dei lavoratori e dello Slai cobas è stata indirizzata verso l’Azienda, ritenuta responsabile delle penalizzanti condizioni economiche, derivate da anni CIG e di salari miseri, rese ancora più gravi dalle ridicole cifre che l’Azienda ha deciso di destinare ai lavoratori con il prossimo PDR. Ancor più umiliante risulta questa scelta aziendale, se si pensa alle scandalose cifre astronomiche distribuite in dividendi ai soci, nonché alla erogazione di un premio di uscita di decine milioni di euro riconosciuta al dimissionario A.D., tale Tavares, per gli “strepitosi risultati ottenuti” (sic!).
La contestazione, però, non ha escluso affatto le sigle sindacali firmatarie del CCSL, Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Aqcf, anzi a loro sono state riservate pesanti contestazioni per il ruolo collaborazionista e consenziente assunto verso l’Azienda, ruolo che negli anni ha determinato la sostanziale perdita dei diritti.
Il malumore dei lavoratori, maturato già per condizioni insostenibili di lavoro, è esploso per la miseria economica destinata al PDR, goccia che ha fatto traboccare il vaso, dando il via a scioperi molto partecipati. La legittima indignazione, che ha spinto i lavoratori a scioperare in massa, non può rappresentare in alcun modo una manovra con cui azzerare e quindi blindare le imperdonabili corresponsabilità dei sindacati collaborazionisti.
Per il coordinamento provinciale Slai-Cobas di Napoli, Luigi Aprea

Ulteriori passi del nefasto provvedimento sul numero chiuso a Medicina
Il testo del provvedimento sul numero chiuso a Medicina, approvato dalla Commissione della Camera, al Senato era stato “condiviso dalle forze sia di maggioranza sia di opposizione”, come ha ricordato, senza alcuna smentita, il rappresentate del governo.
Nella Commissione Cultura e, finora, nell’Aula della Camera nessuno degli esponenti di PD e M5S intervenuti si è detto contrario al numero chiuso in generale e nessuno di essi ha criticato l’impianto del provvedimento che introdurrà il numero chiuso alla francese (ingresso libero e sbarramento alla fine di sei mesi di studio universitario), programmando così il massacro di oltre 45.000 studenti all’anno.
Inoltre nessuno degli esponenti di PD e M5S ha preso minimamente in considerazione - anche solo per contestarle - le argomentate critiche al modello simil-francese espresse da ogni parte.
Anzi il PD ha riproposto ostinatamente di allungare la “graticola” dell’inutile e devastante percorso universitario da sei mesi a un anno.
L’esponente di AVS ha presentato l’emendamento 2.7 (‘naturalmente’ respinto) per rendere libero l’accesso e il percorso nel corso di Medicina.
Nel frattempo il ministro Bernini è riuscito a scambiare questo salto nel baratro per “una rivoluzione copernicana, un salto quantico irrimandabile e lo dico con assoluta certezza”.
ANDU - Associazione Nazionale Docenti Universitari

12 marzo 2025