8 Marzo a Milano In 20 mila animano il grande e combattivo corteo. Partecipazione militante del PMLI con cartello, volantino e lancio di slogan

Redazione di Milano
Nel pomeriggio dell’8 Marzo sono scesi in piazza in più di 20mila a Milano (in prevalenza donne di tutte le età) per partecipare al corteo organizzato da Non Una Di Meno (NUDM) in occasione della Giornata internazionale della donna e dello sciopero politico di 24 ore contro la violenza di genere, contro la guerra, contro il patriarcato e in favore di un salario dignitoso.
La manifestazione è cominciata di fronte al Pirellone (sede del Consiglio regionale) nel piazzale antistante la Stazione Centrale per diventare un lungo corteo che ha marciato verso il centro città per finire in piazza della Scala animato da musica e balli, e colorato da striscioni e cartelli policromi riportanti messaggi di denuncia e rivendicazioni. Sullo striscione di apertura era scritto in caratteri cubitali: “Lotto, boicotto, sciopero”, con sotto la scritta: “Transfemministe con la Resistenza palestinese”.
Al grande corteo hanno preso parte donne, uomini che in molti casi hanno portato pure i loro bambini. Oltre alle bandiere viola e fucsia del movimento femminista, sventolavano molte bandiere palestinesi e quelle arcobaleno della pace. Si notavano, tra i partiti, le insegne del PMLI, di PaP e dei CARC; presenti anche le organizzazioni studentesche CR e OSA.
Nel comizio pronunciato al concentramento dalle organizzatrici è stato detto: "Questa è una delle zone rosse di Milano. Uno dei luoghi simbolo di una guerra contro i nostri corpi. Le zone rosse sono un'anteprima del DDL 1660, un dispositivo poliziesco di profilazione razziale senza precedenti. È stato detto che uno degli obiettivi è allontanare i molestatori, ma ci chiediamo: chi sono i molestatori?". E, ancora: "Non è in nostro nome che chiuderete i confini, che costruirete ghetti, alzerete muri, ci dividerete” sottolineando che quella in corso “è una lotta antirazzista, ecco perché oggi questa diventa zona fucsia", mentre con quel colore veniva simbolicamente colorata una porzione di piazza con vernice lavabile.
In piazza Oberdan sono state imbrattate le vetrine di McDonald's con glitter per "boicottare le marche che finanziano il genocidio in Palestina". Successivamente, in corso Venezia le manifestanti si sono tinte le mani di vernice rossa per ricordare i femminicidi. Infine, prima dell'arrivo in piazza della Scala le attiviste hanno acceso fumogeni e esposto scritte per promuovere il referendum sulla cittadinanza e per il diritto alla casa.
Militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno partecipato alla manifestazione sotto la rossa bandiera del Partito e portando ben alto un cartello con su affisso il manifesto “L’8 Marzo marciamo assieme contro il regime capitalista neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, antifemminile di Meloni”. La riproduzione del manifesto era indossato nei “corpetti” dei nostri compagni che hanno diffuso centinaia di volantini riportanti l’eccezionale Editoriale della compagna Monica Martenghi - stesso titolo del manifesto - accolto con interesse dai manifestanti che hanno apprezzato anche il cartello, molto fotografato coi cellulari e dai fotoreporter.
"Lottiamo contro la violenza maschile sulle donne e di genere hanno rilanciato le organizzatrici dal palco mobile allestito sul camion alla testa del corteo - contro la violenza sistemica e strutturale, contro le guerre e ogni forma di attacco ai nostri corpi, contro il colonialismo e il capitalismo. Lottiamo per i nostri diritti: per un reddito di autodeterminazione universale, contro le molestie sul lavoro, a scuola, ovunque. Lottiamo per il diritto universale alla salute e all’aborto. Lottiamo per il finanziamento dei centri antiviolenza. Lottiamo per un mondo senza frontiere dove le persone possano circolare liberamente".
E ancora: "se le nostre vite non valgono tanto da essere sistematicamente uccise, violate, molestate, sottopagate, invisibilizzate noi scioperiamo”, affermando poi rivolte al governo neofascista della ducessa Meloni: “Se 'il patriarcato non esiste' e non vale la pena investire sulla prevenzione della violenza nelle scuole, noi scioperiamo! Se la violenza sui nostri corpi viene usata per diffondere razzismo e controllo, giustificare zone rosse e una sicurezza fascista, noi scioperiamo".
Durante il corteo agli slogan di NUDM come “Insieme siam partite, insieme torneremo, non una di meno, non una di meno” si sono aggiunti quelli dei marxisti-leninisti che hanno ripetutamente gridato “Sciopero sciopero sciopero globale violenze di genere dobbiam fermare”, “Femminicidi stupri e maschilismo risultato dei modelli del capitalismo”; “Aborto libero più consultori dagli ospedali fuori gli obiettori!”, “Donne ragazze protagoniste tutte in marcia per nuove conquiste”, “Lavoro stabile prima condizione per arrivare all’emancipazione” oltre che “Lavoro casa diritti sociali non vogliamo leggi razziali”, “No al riarmo bellicista, fuori dalla UE imperialista!”, “Fuori l’Italia dalla NATO fuori la NATO dall’Italia!” e infine “Della Meloni non ne possiamo più tutti uniti buttiamola giù!”. Inoltre sono state cantate, coinvolgendo altri manifestanti, “Bella Ciao” e “La Lega delle Donne”.
I nostri compagni si sono intrattenuti con manifestanti di ambo i sessi per spiegar loro la linea femminile del PMLI - basata sulle due leve del lavoro (stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato) e della socializzazione del lavoro domestico, sull’unione del movimento femminile con la lotta di classe del movimento operaio e sull’obiettivo strategico della conquista del potere politico da parte del proletariato per edificare il socialismo, unica società dove si può attuare una concreta e completa emancipazione femminile di tutte le lavoratrici.

12 marzo 2025