8 Marzo a Perugia Le ragazze protagoniste dell'8 Marzo. Diffuso il volantino con l'Editoriale di Monica Martenghi

Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Perugia ha festeggiato l'8 Marzo con un corteo vivace, colorato e rumoroso organizzato dall'Assemblea Transfemminista Perugia, nell'ambito dello sciopero transfemminista lanciato a livello nazionale. Appuntamento nel pomeriggio di sabato 8 Marzo in una delle piazze centrali della città del grifo davanti alla famosa Università per stranieri, Piazza Grimana, per poi arrivare in Piazza Italia.
Centinaia di donne e uomini, ma anche famiglie con bambine e bambini e soprattutto tanti ragazze e ragazzi sono scesi in piazza per rispondere all'appello lanciato e riassunto nello slogan “L'8 Marzo lotto boicotto sciopero!”.
Protagoniste del corteo soprattutto le ragazze, giovanissime, cariche di energia e rabbia espressa negli interventi itineranti durante la manifestazione nella giornata che sentono loro come momento di riflessione, denuncia e lotta. Presenti ragazzi della Rete degli studenti medi e Unione degli studenti oltre agli universitari come Udu e Link che hanno denunciato al microfono la privatizzazione e fascistizzazione della scuola, lo studio nozionistico su programmi arretrati, la coraggiosa e giusta iniziativa contro il seminario organizzato dall'Università degli studi di Perugia con Leonardo e Rheinmetall, due aziende produttrici di armi. Richiesto l'annullamento dell'ordinanza del comune di Perugia antiprostituzione a firma della ex amministrazione comunale leghista che sanziona sia chi si prostituisce, sia chi si intrattiene con le prostitute.
Il PMLI.Umbria ha partecipato al corteo e distribuito l'importante e potente arma politica che è l'Editoriale della compagna Monica Martenghi su quest'8 Marzo.
Nel volantino a firma Assemblea transfemminista Perugia, si legge tra l’altro: “LOTTIAMO contro violenze, guerre, colonialismo e capitalismo. Contro le politiche conservatrici e reazionarie, come il DDL Sicurezza e la recente Legge regionale sulla famiglia in Umbria... SCIOPERIAMO dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, dai generi e dai consumi. Contro la rigida riaffermazione dei ruoli di genere che sta caratterizzando le politiche internazionali, c'è bisogno di reagire, di resistere, di dissentire. Scioperiamo contro il governo Meloni e l'asse dei governi ultra-reazionari: la loro libertà è il privilegio dell'1% della popolazione: ma i diritti se sono concessi a pochi a scapito di altr3, si chiamo privilegi... BOICOTTIAMO il consumo non sostenibile che alimenta il cambiamento climatico e che supporta le multinazionali che favoriscono il genocidio in Palestina e i conflitti nel mondo... la sicurezza è l'educazione alla sessualità, alle emozioni e al consenso, servizi sociali per tutti, centri antiviolenza femministi, diritto alla salute e all'autodeterminazione, aborto libero, sicuro e gratuito, supporto ai percorsi di affermazione di genere!... è salario minimo, stipendi dignitosi e contratti adeguati... è un piano casa, affitti calmierati, quartieri con spazi verdi e di socialità, contro la solitudine e l'emarginazione”.
Perugia è una città arretrata nei diritti per le donne. A livello comunale con la ex-amministrazione per ben 10 anni leghista, nonché quella regionale sempre leghista, è stato applicato pedissequamente sul piano femminile il trinomio mussoliniano “dio, patria e famiglia” con la chiusura dei consultori, negato l'accesso all'aborto praticato a singhiozzo in soli due ospedali a livello regionale con l'abolizione di quello farmacologico, favorendo invece le associazioni pro-vita e la famiglia concepita sul solco di una cultura cattolico-tradizionalista. Un oscurantismo a livello locale portato avanti dalla destra del regime neofascista e mal contrastato dalla “sinistra” del regime neofascista che pesa notevolmente sulle donne umbre e soprattutto sulle giovanissime.
La fotografia della condizione delle donne a livello regionale fornita dalla CGIL è da brividi e pesa sulla reale indipendenza economica, lavorativa e abitativa. Il tasso di occupazione per gli uomini è del 70,9% mentre per le donne è fermo al 53,5%, quasi la metà delle nuove assunzioni di donne è a tempo parziale con un reddito inferiore, rispetto agli uomini, addirittura del 25% nel privato e del 17% nel pubblico con la conseguenza che le donne vanno in pensione più tardi e più povere. Le donne umbre percepiscono a livello retributivo il 6,3% in meno rispetto alla media nazionale e il 10,9% in meno rispetto al Centro-Nord.
Per cambiare radicalmente lo stato delle cose, come scrive la compagna Martenghi nell'Editoriale per l'8 Marzo, l'invito alle combattive donne e ragazze è di “riappropriarsi dell'ideologia proletaria, ossia il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, per liberarsi dai condizionamenti dell'ideologia, della cultura e della politica borghese, riformista, parlamentarista, elettoralista e costituzionale e scegliendo consapevolmente e conseguentemente di battersi per il socialismo dando forza al PMLI come militanti e simpatizzanti”.

12 marzo 2025