Col discorso al Congresso USA sullo stato dell'Unione
Trump rilancia la strategia dell'imperialismo americano per l'egemonia mondiale
Confermati l'uscita degli Stati Uniti dal Trattato di Parigi sul clima e dall’Organizzazione mondiale della sanità. Obbligatoria la pena di morte per chiunque uccida un poliziotto. Vietato l’insegnamento gender. Reclamati l’annessione del Canale di Panama e della Groenlandia
L’Ucraina smentisce “le scuse di Zelensky a Trump”
Un’ora e quaranta di discorso, il più lungo della storia. Il 5 marzo il dittatore fascista Trump parlando al Congresso USA sullo stato dell’Unione ha rilanciato la strategia dell’imperialismo americano per l’egemonia mondiale. Da onnipotente “unto dal Signore” ha detto di aver ereditato un'America sull'orlo del disastro, invasa da ventuno milioni di immigrati illegali, piegata dai prezzi impazziti, ferita da criminali, trafficanti di esseri umani. E ha promesso di portare l'America verso una "nuova età dell'oro come mai si era vista prima". “Abbiamo realizzato più in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni realizzi in 4 o 8 anni, e abbiamo appena iniziato. Torno in quest'Aula per riferire che lo slancio dell'America è tornato. Il nostro spirito è tornato. Il nostro orgoglio è tornato. La nostra fiducia è tornata. E il sogno americano sta crescendo, più grande e migliore che mai. Il sogno americano non è stoppabile e il nostro Paese é sull'orlo di una rimonta come il mondo non ha mai visto e forse non vedrà mai più”.
"L'America è tornata" e "siamo solo all'inizio", i due slogan che hanno scatenato l'ovazione dei Repubblicani, mentre gli imbelli Democratici che avevano promesso fuoco e fiamme se ne sono andati con la coda fra le gambe.
Trump ha confermato l'uscita degli Stati Uniti dal Trattato di Parigi sul clima e dall’Organizzazione mondiale della sanità, ringraziato pubblicamente Elon Musk, presente in galleria, per il suo lavoro alla guida del dipartimento dell'Efficienza governativa, che si occupa di tagli, affermato di aver “messo fine alla censura del governo" e "riportato la libertà di parola in America", impegnandosi a raggiungere il pareggio del bilancio federale "per la prima volta in 24 anni". "Siamo stati derubati per decenni da quasi tutti i Paesi della Terra, e non lasceremo più che succeda". Dopo i dazi reciproci che gli USA imporranno a partire dal 2 aprile ai loro partner commerciali "potrebbe esserci un periodo di aggiustamento".
E poi ancora "Riporteremo legge e ordine nelle nostre città messe sotto sopra dai lunatici radicali di sinistra", lanciandosi contro quelle che definisce “ideologie tossiche nelle scuole”, rivendicando di avere vietato l'insegnamento del “gender” e il taglio dei fondi alle politiche di sostegno a una sessualità informata sostenendo di avere ormai sconfitto l'ideologia “woke”. Altresì il fascioimperialista ha rivelato di aver firmato “un ordine esecutivo in cui chiedo che diventi obbligatoria la pena di morte per chiunque uccida un poliziotto e stasera entrerà in vigore la protezione per gli agenti americani".
"La mia amministrazione reclamerà il Canale di Panama e abbiamo già iniziato a farlo", ribadendo la volontà di annettere "in un modo o nell'altro" la Groenlandia, definita una "terra strategicamente molto importante dal punto di vista militare per la nostra sicurezza". "Rispetteremo la vostra volontà di autodeterminazione" ma allo stesso tempo "vi daremo il benvenuto a braccia aperte negli Stati Uniti se lo sceglierete", ha aggiunto. Il primo ministro della Groenlandia Múte B. Egede ha risposto a Donald Trump affermando che "la Groenlandia appartiene ai groenlandesi". "Non siamo americani, non siamo danesi, perché siamo groenlandesi. Questo è ciò che gli americani e i loro leader devono capire", ha detto in un post su Facebook. "Non siamo in vendita e non possiamo semplicemente essere presi", ha aggiunto, come riporta il Guardian. Egede ha insistito sul fatto che "il futuro del Paese sarà determinato da noi nel nostro Paese, ovviamente".
Il presidente USA ha altresì chiesto al Congresso “di finanziare uno scudo di difesa missilistica all'avanguardia, il Golden Dome”. Si tratta di un nuovo strumento, uno scudo missilistico nazionale in grado di “proteggere la nostra patria, tutto realizzato negli USA”.
Durante il suo discorso sullo stato dell'Unione, Trump è tornato a parlare di Ucraina, ringraziando il presidente Zelensky per aver rivisto, secondo lui, la sua posizione dopo l'acceso scontro nello Studio Ovale la settimana prima. “Milioni di ucraini e russi sono stati uccisi o feriti inutilmente in questo conflitto orribile e brutale, che non ha fine”, ha dichiarato Trump. “Gli Stati Uniti hanno inviato centinaia di miliardi di dollari per sostenere la difesa dell'Ucraina. Ora basta. È tempo di fermare questo. È tempo di fermare le uccisioni. È tempo di porre fine a questa guerra senza senso… Apprezzo che Zelensky mi abbia inviato questa lettera”, ha detto il presidente, spiegando che il leader ucraino avrebbe riconosciuto gli sforzi degli Stati Uniti e si sarebbe detto pronto a trattare la pace e a chiudere l'accordo sulle terre rare. “Allo stesso tempo, abbiamo avuto serie discussioni con la Russia e abbiamo ricevuto forti segnali di disponibilità alla pace - ha aggiunto - Non sarebbe meraviglioso?” Trump ha poi ribadito ancora una volta che la guerra è stata il risultato diretto della debolezza della precedente amministrazione di Joe Biden: “Quando Putin ha visto quello che è successo in Afghanistan, ha pensato: ‘Forse questa è la mia occasione’. Non sarebbe mai dovuto accadere. È stata una dimostrazione di incompetenza totale”.
“Le parole secondo cui i russi danno segnali di pace e di negoziati avranno senso solo quando la Russia smetterà di colpire ogni giorno l’Ucraina con missili e droni” ha scritto su Telegram il capo del centro per la lotta alla disinformazione del consiglio nazionale di difesa e sicurezza ucraino, Andriy Kovalenko, rispondendo a Trump. “Per ora Putin sta scartando l'idea di un cessate il fuoco del presidente degli Stati Uniti”, ha aggiunto Kovalenko. Mentre il portavoce del presidente ucraino, Serhiy Nikiforov, ha smentito che Volodymyr Zelensky abbia mandato una lettera al presidente Donald Trump. In un commento al portale di notizie Liga.net, Nikiforov ha affermato che non c'è alcuna "lettera" e che Trump si riferiva al post pubblicato da Zelensky su un social network. Il post in questione, precisa il portale, è quello pubblicato su Facebook, in cui il leader ucraino scriveva che l'incontro nello Studio Ovale non era andato come previsto e che l'Ucraina non vuole una guerra senza fine.
12 marzo 2025