Firmata a Gedda in Arabia Saudita la dichiarazione congiunta USA-Ucraina che dà di fatto l’aut aut a Mosca
L'Ucraina impone l'imprescindibile clausola della reciprocità nell'attuazione del cessate il fuoco

Disinformazione e falsità russe sulla situazione militare nel Kursk. Gli USA spingono per una resa “onorevole” dell’Ucraina mutilata dei suoi territori occupati dai nazizaristi russi
Zelensky: “L'Ucraina è pronta per la pace. La Russia deve chiarire se è pronta a porre fine alla guerra o continuarla”
 
È la Dichiarazione congiunta USA-Ucraina siglata nella riunione di Gedda in Arabia Saudita l’11 marzo il grimaldello che può far scattare la pace tra Russia e Ucraina? Mentre stiamo scrivendo non è dato saperlo, fatto sta che la palla è passata nel campo nazizarista russo che dovrà dare una risposta. Dopo otto ore di negoziati sotto l'egida del principe Mohammed bin Salman, le delegazioni americana e ucraina hanno raggiunto un’intesa, dopo l’accettazione, su esplicita richiesta di Kiev, della clausola della reciprocità nell'attuazione del cessate il fuoco come condizione imprescindibile. I rappresentanti ucraini hanno infatti preteso e ottenuto che questo vincolo fosse espressamente formalizzato dagli americani, trasformandolo in un aut aut per Mosca. Per l'Ucraina si tratta di una garanzia irrinunciabile dopo tre anni di accordi violati e promesse non mantenute sul campo di battaglia.
Il presidente ucraino Zelensky ha precisato che la tregua riguarderebbe tutti i fronti, terrestre, aereo e marittimo. “L’Ucraina – ha affermato nel suo discorso alla nazione - accetta questa proposta, la consideriamo positiva, siamo pronti a fare questo passo, e gli Stati Uniti d’America devono convincere la Russia a farlo. Cioè, siamo d’accordo, e se i russi sono d’accordo, il silenzio avrà effetto in quel momento. Un elemento importante nelle discussioni di oggi è la disponibilità dell’America a ripristinare l’assistenza alla difesa all’Ucraina e al sostegno dell’intelligence. Una volta che gli accordi entreranno in vigore, durante questi trenta giorni di silenzio, noi, insieme ai nostri partner, dovremmo avere abbastanza tempo per preparare tutti gli aspetti a livello di documenti quadro per garantire una pace affidabile e garanzie di sicurezza durature. L’Ucraina è pronta per la pace. La Russia deve anche dimostrare se è pronta a porre fine alla guerra o continuarla. È giunto il momento di tutta la verità”.
Entrambe le delegazioni hanno concordato di nominare rapidamente i rispettivi team negoziali, per cercare di trasformare questi 30 giorni in un percorso verso una pace duratura. Parte dei negoziati avrebbero riguardato anche l'accordo sui minerali rari ucraini, interrotto dopo le tensioni di febbraio, e tornato in agenda come elemento importante. Le parti si sono impegnate a concludere quanto prima un'intesa per lo sviluppo delle risorse minerarie ucraine, considerate strategiche sia per l'economia del paese che per gli interessi americani. Il capitolo umanitario è parte centrale dell'intesa. Non solo cessate il fuoco, ma anche scambio di prigionieri di guerra, liberazione di civili detenuti e ritorno dei bambini ucraini allontanati dalle loro famiglie.
“La dichiarazione congiunta si traduce nella comprensione che stiamo insieme e condividiamo la stessa visione, muovendoci nella stessa direzione verso la creazione di una pace giusta attesa da tutti gli ucraini con l’assistenza del nostro principale partner strategico, gli Stati Uniti. Nella dichiarazione congiunta, avete visto che i nostri partner europei saranno sicuramente coinvolti in questo processo”, ha affermato il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Andriy Yermak, che ha guidato la delegazione ucraina alla riunione di Gedda con il segretario di Stato americano Marc Rubio e il consigliere per la Sicurezza nazionale USA, Mike Waltz. “Cominciare la preparazione di un documento, per negoziare tutti i dettagli che devono essere concordati, in modo che l’Ucraina ponga fine a questa guerra con una pace giusta e riceva garanzie di sicurezza, in modo che l’Ucraina, come vittima di questa aggressione, come paese che non ha iniziato questa guerra, raggiunge il risultato di cui abbiamo bisogno. Dopo questo incontro, è la parte russa che detiene la chiave. E il mondo intero vedrà chi vuole la pace e chi no, ma solo ne parla”, ha aggiunto.
La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Il nuovo zar del Cremlino Putin il 13 marzo, come riportato dalla Tass, ha spiegato che condurrà i prossimi passi del negoziato per la pace con l'Ucraina "sulla base della situazione sul campo". "La situazione sul campo sta rapidamente cambiando a favore della Federazione Russa", ha aggiunto Putin in conferenza stampa. A caldo si era espresso il consigliere presidenziale del Cremlino Yuri Ushakov, secondo cui la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni, concordata in Arabia Saudita, deve essere finalizzata tenendo conto degli interessi della Russia: "Il documento, mi sembra, sia affrettato. Dovremo lavorare, riflettere e tenere conto anche della nostra posizione. Lì è esposto solo l'approccio ucraino", ha detto Ushakov ai giornalisti. “Gli uomini del regime Zelensky vogliono davvero la pace oppure no?” si è chiesto invece il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, che ha esortato a “non correre troppo”, definendo anche “lunga e difficile” la strada per il ripristino delle relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti. Come riportato dalla “Reuters” un parlamentare russo ha dichiarato che "Qualsiasi accordo deve essere alle nostre condizioni, non a quelle americane", segnalando una certa resistenza a qualsiasi pressione esterna. D’altronde Putin in passato ha sempre escluso concessioni territoriali, insistendo che l’Ucraina debba ritirarsi completamente dalle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia: Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. L'occupazione russa si estende attualmente a circa il 20% del territorio ucraino, con un controllo quasi totale della regione di Luhansk (99%) e significativo nelle altre regioni contese: 70% del Donetsk e circa il 75% di Kherson e Zaporizhzhia, secondo i dati dell’americano Institute for the Study of War .
Ne è cosciente lo stesso Zelensky che il 15 marzo ha sostenuto che la Russia vuole raggiungere una "posizione più forte prima del cessate il fuoco", aggiungendo: "Penso che il ritardo del processo sia esattamente dovuto a ciò che ho detto. Vogliono migliorare la loro situazione sul campo di battaglia. L'accumulo di forze russe dimostra che Mosca intende continuare a ignorare la diplomazia. L'intento della Russia di prolungare la guerra è evidente".
“Nessuna cessione di ulteriori territori, nonostante il desiderio di Putin di ottenere per intero quattro regioni ucraine parzialmente occupate dall'esercito russo dal 2014; la restituzione di migliaia di bambini ucraini rapiti dalla Russia; la restituzione di migliaia di civili illegalmente detenuti dalla Russia, che non sono considerati prigionieri di guerra e quindi non sarebbero inclusi negli scambi di prigionieri di guerra; la necessità di garanzie di sicurezza internazionali, nel caso in cui Putin violasse qualsiasi accordo di cessate il fuoco”. Queste, secondo la testata britannica del 16 marzo The Independent , le “linee rosse” fissate dalle autorità ucraine per accettare un accordo di cessate il fuoco con Mosca. Le fonti “di alto livello informate sui colloqui in corso” citate dal giornale online avvertono che c'è poca fiducia che la Russia accetti un accordo ragionevole: "Ci aspettiamo un altro trucco". In contemporanea è intervenuto anche Zelensky: “Centinaia di attacchi alle nostre città e comunità questa settimana: Chernihiv, Kherson, Donetsk, Kharkiv, Dnipro, Odesa, Poltava, Kyiv, Mykolaiv, Zaporizhzhia e Sumy. I russi hanno lanciato più di 1020 droni d'attacco, quasi 1360 bombe aeree guidate e più di 10 missili di vario tipo. Questo non è certo il comportamento di chi vuole che la guerra finisca il prima possibile. Per questo motivo dobbiamo esercitare una pressione congiunta sulla Russia affinché ponga fine alla sua aggressione. Sono necessarie misure decisive, tra cui le sanzioni, che non solo devono essere mantenute ma costantemente rafforzate. L'Ucraina, l'Europa, l'America e tutti coloro che nel mondo vogliono la pace: insieme possiamo garantire una pace giusta e duratura”.
Sempre per Zelensky "Putin sta mentendo a tutti riguardo alla situazione sul campo, specialmente su ciò che sta accadendo nella regione del Kursk, dove le nostre forze ucraine continuano le loro operazioni", mentre Mosca rivendica un controllo totale sulla regione russa del Kursk, invasa parzialmente dalle forze ucraine ad agosto 2024. Per i nazizaristi l’esercito ucraino sarebbe stato accerchiato e ormai in rotta. "Se nei prossimi giorni ci sarà un blocco fisico delle forze ucraine nella regione di Kursk nessuno potrà scappare. Ci saranno solo due opzioni: arrendersi o morire", ha tuonato il presidente russo, criminale di guerra, Putin. Il Cremlino sostiene che le sue truppe siano nella "fase finale dell'operazione" per riprendere il controllo dell'intera oblast di Kursk. E nella notte del 15 marzo Putin è apparso in mimetica davanti alle telecamere della propaganda nazizarista ordinando ai suoi generali di riconquistare quei territori “nel più breve tempo possibile”. Di fronte a queste notizie, lo Stato maggiore ucraino ha smentito qualunque idea di ritiro delle truppe dal Kursk, dove ha assicurato che nonostante le battaglie difficili, la situazione è "sotto il controllo ucraino" e anche gli incursori russi del gasdotto vengono "distrutti" e "subiscono enormi perdite".
Intanto, Rubio ha chiarito che per gli USA “non esiste una soluzione militare” al conflitto. “I russi non possono conquistare tutta l’Ucraina, e ovviamente sarà molto difficile per l’Ucraina costringere i russi a tornare al punto in cui erano nel 2014 in un periodo di tempo ragionevole” ha detto il segretario di Stato americano, di fatto facendo pressione su Kiev affinché accetti una resa seppur “onorevole”. Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale USA, Mike Waltz, in un’intervista all’”ABC” ha dichiarato che la regione del Donbas “Sarà parte del territorio russo per le future garanzie di sicurezza, per il futuro status dell'Ucraina. Cosa è nel nostro interesse nazionale? Cosa è realistico? Ne abbiamo parlato con gli europei e con gli ucraini. Scacceremo tutti i russi da ogni centimetro di territorio ucraino, compresa la Crimea? La strategia dell'amministrazione Biden è stata quella di fare tutto il necessario, non importa quale sia la tempistica, che è essenzialmente una guerra infinita, in una situazione in cui stiamo letteralmente perdendo centinaia di migliaia di persone nel giro di pochi mesi. E che potrebbe degenerare in una terza guerra mondiale”. Sempre il 16 marzo l'inviato di Donald Trump in Russia, Steve Witkoff, ha detto che si aspetta che il presidente degli Stati Uniti parli con il leader russo Vladimir Putin questa settimana sui modi per porre fine alla guerra triennale in Ucraina. Witkoff, parlando dopo quelli che ha definito colloqui positivi con Putin a Mosca, ha dichiarato alla Cnn di essere fiducioso in un reale progresso per porre fine al conflitto. “Mi aspetto che questa settimana ci sarà una telefonata con entrambi i presidenti, e stiamo anche continuando a impegnarci e a parlare con gli ucraini”, ha detto, aggiungendo di ritenere che il colloquio tra Trump e Putin sarà “davvero buono e positivo”. Witkoff ha affermato che, sebbene la situazione sul campo sia molto complicata, “stiamo colmando il divario tra le due parti”.
"Incrollabile sostegno all'Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza" è stato ribadito dai ministri degli Esteri del G7 nella dichiarazione finale diffusa al termine della riunione in Quebec del 14 marzo. I capi delle diplomazie dei Sette Grandi hanno anche "accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco, e in particolare l'incontro dell'11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina in Arabia Saudita" e hanno espresso l'apprezzamento per "l'impegno dell'Ucraina per un cessate il fuoco immediato, che è un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite". Il giorno dopo è stata la volta della riunione virtuale con 25 paesi, tutti gli europei oltre che Australia, Canada e Nuova Zelanda, senza gli Stati Uniti, convocata dal premier britannico Keir Starmer per discutere del futuro dell'Ucraina e di un possibile accordo per la pace. Convocando i "Paesi volenterosi", Starmer ha detto che Putin deve smetterla con i "giochetti" sul piano di Trump. "Se la Russia finalmente si mette al tavolo, dobbiamo essere pronti a monitorare il cessate il fuoco per assicurarci che sia una pace seria e duratura. Se non lo fa, dobbiamo sforzarci di aumentare la pressione economica sulla Russia per garantire la fine di questa guerra", ha spiegato il premier britannico.

19 marzo 2025