Facendo seguito all'appello di 350 rabbini americani
Ebrei democratici e antirazzisti contro la pulizia etnica antipalestinese
Sull'edizione del New York Times dello scorso 13 febbraio è stato pubblicato un appello, firmato da 350 rabbini statunitensi ai quali si sono uniti molti esponenti della società civile di fede ebraica, con il quale si invitano gli ebrei di tutto il mondo a condannare senza riserve il piano del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con il quale egli vorrebbe espellere il popolo palestinese dalla Striscia di Gaza per creare un sito di pregio immobiliare.
“Trump
– si legge nell'appello - ha chiesto l’espulsione di tutti i palestinesi da Gaza. Gli ebrei dicono no alla pulizia etnica!
”.
Il piano di Trump, al quale ha aderito Netanyahu, prevede il trasferimento in Egitto e Giordania di circa 2 milioni di arabi residenti a Gaza che sono sopravvissuti alle immense distruzioni provocate dai sionisti, che hanno ridotto la Striscia in macerie e la popolazione scampata al genocidio in uno stato di miseria e prostrazione indescrivibile.
Uno dei firmatari dell'appello, il rabbino Tobia Spitzer che dirige la sinagoga di Newton in Massachussets, in un'intervista ha affermato a proposito del piano che Trump vorrebbe realizzare in combutta con Netanyahu: “noi ebrei sappiamo meglio di chiunque altro la violenza a cui possono portare questi tipi di fantasie
”, evocando le deportazioni e i successivi massacri perpetrati contro gli ebrei dai nazisti e suggerendo un velato accostamento tra nazismo e sionismo. Un altro firmatario, il rabbino Yosef Berman che guida una sinagoga a Washington, ha affermato che “l’insegnamento ebraico è chiaro: Trump non è Dio e non può togliere la dignità intrinseca dei palestinesi o rubare la loro terra per un affare immobiliare. Il desiderio di Trump di ripulire etnicamente i palestinesi da Gaza è moralmente abominevole
”.
Il rabbino statunitense Yisroel Dovid Weiss, oltre a sostenere l'appello del 13 gennaio, aveva già esortato pubblicamente Donald Trump, in occasione della visita di Netanyahu a Washington lo scorso 4 gennaio, a prendere atto e riconoscere che Netanyahu e Israele non rappresentano l'ebraismo, esortandolo ad adoperarsi per fermare i crimini perpetrati dal sionismo a Gaza e non solo.
In Italia l'appello dei rabbini statunitensi contro lo scellerato piano di Trump avallato da Netanyahu è stato raccolto in Italia con un appello - promosso dalle associazioni ebraiche LƏA-laboratorio Ebraico Antirazzista e Mai indifferenti-Voci ebraiche per la pace – pubblicato il 26 febbraio scorso su alcuni quotidiani e sottoscritto da 216 ebrei italiani. Il messaggio che si legge nel documento è “Trump vuole espellere i palestinesi da Gaza. Intanto in Cisgiordania prosegue la violenza del governo e dei coloni israeliani. Ebree ed ebrei italiani dicono NO alla pulizia etnica. L'Italia non sia complice
”.
L'iniziativa di questi ebrei democratici e antirazzisti, che si oppongono alla pulizia etnica antipalestinese non è piaciuta all'ebraismo istituzionale italiano, quello che fa capo alle 21 Comunità ebraiche del nostro Paese e all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che le raggruppa e rappresenta nei rapporti con lo Stato italiano e con Israele, e subito sono partite le condanne contro l'iniziativa.
Davide Romano, direttore museo Brigata ebraica di Milano, ha affermato che nell'appello c'è un “unico punto qualificante: le accuse a Israele
”.
È proprio su quest'ultimo punto che gli ebrei di tutto il mondo, sia rabbini sia semplici fedeli, si stanno dividendo: alcuni, sempre di meno, sostengono ancora la causa sionista mentre tantissimi altri, il cui numero cresce ogni giorno, non ne possono più del fatto che la loro reputazione di uomini e donne che professano una fede sia quotidianamente infangata a causa delle nefandezze compiute dalla cricca sionista.
“Da anni la nostra rete di ebree ed ebrei
– ha implicitamente risposto ai sionisti Daniel Levi del Laboratorio ebraico antirazzista - cerca di rompere il muro di indifferenza contro ciò che sta avvenendo a Gaza, contro il razzismo e l’antisemitismo da ogni parte esso provenga
”.
19 marzo 2025