Forti le preoccupazioni sul futuro occupazionale
I lavoratori Pfizer presidiano i cancelli dello stabilimento di Catania
Il PMLI porta la sua solidarietà militante
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
La mattina del 13 marzo si è svolto un presidio sit-in davanti ai cancelli della farmaceutica Pfizer di via Franco Gorgone, zona industriale di Catania. A indirlo i sindacati FILCTEM-CGIL, UILTEC-UIL, FEMCA -CISL e UGL-Chimici e FIALC-CISAL. Non è mancata la solidarietà del PMLI con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania, oltre a quelle di Sinistra italiana e Fronte della gioventù comunista.
I motivi di questa mobilitazione risiedono nella preoccupazione per il futuro dei lavoratori e dello stesso del sito Pfizer etneo del colosso farmaceutico americano. Il timore, manifestato in più occasioni dalle sigle sindacali ma senza mai ottenere risposte dall'azienda, è che la Pfizer possa lasciare Catania trattandosi di un "sito specializzato principalmente nella produzione di due antibiotici iniettabili sterili, di cui uno scaduto e l'altro in scadenza, al momento fuori da qualunque piano di investimento da parte della casa madre". I sindacati temono che la multinazionale farmaceutica “possa attuare uno spin-off
del ramo degli iniettabili sterili e conseguentemente lasciare lo stabilimento di Catania fuori dal proprio network… compromettendo irrimediabilmente i livelli occupazionali".
Dopo la pandemia, spiegano i sindacati, la Pfizer si è trasformata in una biotech Company, il cui obiettivo è quello di ricercare e produrre nuovi prodotti in grado di guarire tumori, obesità e malattia rare. Attualmente Pfizer è leader in questo nuovo campo "ed è in forte fermento circa la rimodulazione dei suoi asset strategici, che la stanno vedendo protagonista di acquisizione e collaborazione mirate con altre società per sviluppare nuovi processi di produzione farmaceutica altamente qualitativi". Ecco perché i sindacati chiedono l'intervento del prefetto e del sindaco. Sarà infatti necessario "verificare quale sia la reale volontà aziendale circa le sorti dello stabilimento etneo nonostante i profitti di Pfizer siano andati oltre le previsioni, la multinazionale continua a mettere in atto processi che mirano solo al ridimensionamento del personale ed alla terziarizzazione dei servizi. Arrecando nel territorio catanese un importante impatto occupazionale".
Durante il sit-in gli interventi hanno denunciato la mancanza di investimenti e di piani industriali. I lavoratori voglio che le istituzioni si facciano portavoce per un incontro con i vertici dell'azienda.
Le nubi nere che si addensano sulla Pfizer vanno ad aggiungersi a quella sulla St Microelectronics che da febbraio ha messo in cassa integrazione 2.500 lavoratori. Due segnali negativi per una Sicilia già penalizzata storicamente per il suo alto tasso di disoccupazione e in particolare per Catania. Questi sono gli effetti delle oscillazioni del mercato dove anche i lavoratori sono oggetti e considerati come merce nella logica del profitto capitalista e imperialista.
I marxisti-leninisti catanesi portavano la rossa bandiera del PMLI e il manifesto “Il lavoro prima di tutto" fotografato e ripreso dai lavoratori in presidio e fotoreporter. Diffuso il volantino “Lavoro. Potere al proletariato. Buttiamo giù il governo neofascista della Meloni”, e quello che propaganda Il Bolscevico,
la voce marxista-leninista del proletariato e delle masse popolari.
19 marzo 2025