Continua la strage, ennesimo infortunio mortale sul lavoro
In cinque anni in Emilia-Romagna hanno perso la vita sul lavoro 576 lavoratrici e lavoratori
Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Alessandro Guerra, operaio di 54 anni nativo di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena, è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una strage di lavoratori che non conosce fine. Alessandro ha perso la vita il 5 marzo ad Arezzo mentre lavorava all’interno di un cantiere comunale.
La Cgil ha denunciato ancora una volta come “Le morti sul lavoro sono un’emergenza e deve essere affrontata. Più di 1.000 morti sul lavoro in un anno sono un dato allarmante ci chiediamo se il governo troverà mai il tempo per occuparsi concretamente di questa urgenza, lavorando su una seria riforma del mercato del lavoro che riduca le forme di ricattabilità e precarietà, lavorando sul sistema degli appalti dove oggi avviene il maggior numero di infortuni, e infine lavorando seriamente sul sistema dei controlli e della formazione”.
In Emilia-Romagna nel 2024 si sono registrate 75.868 denunce di infortunio sul lavoro, 7.543 le malattie professionali denunciate, il 15,8% in più rispetto all’anno precedente, 96 i morti con un incremento del 5,5%; il trasporto e il magazzinaggio ha riportato il dato più elevato con 23 infortuni mortali denunciati, seguito dall'agricoltura con 15 casi e dalle costruzioni con 11. Il settore del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese ha registrato 5 morti sul lavoro, mentre la fabbricazione di macchinari e apparecchiature ne ha contati 4. I settori commercio e riparazione, metallurgia, industrie alimentari, servizi di alloggio e ristorazione, sanità e assistenza sociale hanno registrato ciascuno 3 infortuni mortali.
In cinque anni, dal 2020 al 2024, in Emilia-Romagna hanno perso la vita sul lavoro 576 lavoratrici e lavoratori di cui 69 in agricoltura, 90 in edilizia e 117 nel trasporto e magazzinaggio.
A conferma di come vi sia meno sicurezza sul lavoro in certi ambiti e ne siano vittime maggiormente alcune categorie più “deboli”, i dati dell’“Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna” riportano una crescita degli infortuni mortali tra le lavoratrici, +57,1% rispetto al 2023, tra i lavoratori nati all’estero +21,1%, e dei lavoratori over 65 anni +50%, il 55,8% riguarda lavoratrici e lavoratori con contratti non standard, il 54,7% si verifica in aziende con meno di 10 addetti.
La Cgil ricorda di aver indetto “i referendum sul lavoro, per restituire dignità e tutele ad un mondo del lavoro sempre più lacerato. In particolare il quarto referendum, quello che ripristina la responsabilità in solido del committente in caso di infortunio sul lavoro, riguarda davvero tutti, perché in un cantiere, in un sito produttivo, in qualsiasi luogo di lavoro, la sicurezza di uno è la sicurezza di tutti, e chi è a capo della piramide del profitto e dello sfruttamento in catene di appalti e subappalti deve avere la responsabilità di cosa accade nel sito produttivo o nel cantiere”, referendum che il PMLI appoggia e sostiene unitamente a una mobilitazione che deve essere prevalentemente di piazza e di lotta, contro il governo neofascista Meloni, per il socialismo.
19 marzo 2025