Importante intervento del Segretario e Maestro del PMLI alla 2ª Sessione plenaria del terzo Comitato centrale del Partito tenutasi il 3 maggio 1986
Scuderi: “Occupiamoci della scuola per sottrarre i giovani alla borghesia e liberare nuove energie rivoluzionarie”
Pubblichiamo qui di seguito l'importante intervento del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, pronunciato il 3 maggio 1986 in occasione della 2ª Sessione plenaria del 3° CC del PMLI tenutasi nei giorni 1, 2 e 3 maggio 1986 sul tema "La riforma della scuola media superiore e la linea scolastica del PMLI". Si tratta di un intervento di stringente attualità e fonte di insegnamenti riguardo alla linea scolastica per tutto il Partito, proprio perché come ricorda il compagno Scuderi: “La scuola è uno strumento chiave della classe dominante per l'istruzione e l'educazione delle nuove generazioni e per la preparazione e la formazione delle forze produttive umane del proprio sistema economico.”
Studiare e applicare le indicazioni del Segretario e Maestro del PMLI Scuderi è tanto più importante oggi che, con le “nuove indicazioni nazionali” sulla scuola che mettono al fondamento dell'educazione scolastica patria, nazionalismo, storia italiana, latino, Bibbia, repressione e disciplina, la scuola del regime capitalista neofascista di Meloni si propone di trasformare gli studenti in nuovi balilla e di assicurarsi una docile e preparata forza-lavoro del proprio sistema produttivo. E noi marxisti-leninisti non possiamo rimanere immobili ma batterci per sottrarre i giovani al regime capitalista neofascista e per liberare nuove energie rivoluzionarie.
Compagne e compagni,
in apertura dei lavori ho già detto quello che penso del Rapporto del compagno Mino Pasca. Aggiungo soltanto che riguardo alla scuola Italiana, prima di tale Rapporto eravamo al buio o quasi, ora invece siamo in piena luce. Si tratta quindi di un avvenimento storico che avrà un benefico e duraturo effetto sulla vita e l'azione del Partito, specialmente fra gli studenti. Già nel passato abbiamo vissuto simili momenti ed emozioni, quando altri compagne e compagni ci hanno consentito di sciogliere dei nodi fondamentali della nostra linea politica. Certo è che il contributo fondamentale e decisivo alla linea scolastica del Partito dato dal compagno Pasca vivrà in eterno nella storia del PMLI e del proletariato italiano.
Ora ci rimangono da riempire gli altri “vuoti" indicati dal Congresso, ossia agricoltura, cultura, ecologia. Non sarà facile riempirli e in tempi brevi. Speriamo di farcela almeno entro il 4° Congresso.
La prima partita che dobbiamo vincere è quella che riguarda il Mezzogiorno, a cui è legata in larga misura l'agricoltura. Per questo ci affidiamo al compagno responsabile che comincerà ad impegnarsi in tal senso dal prossimo autunno.
Il Rapporto ha esaurientemente dimostrato che nella società divisa in classi non c’è scuola aclassista.
La scuola è uno strumento chiave della classe dominante per l'istruzione e l'educazione delle nuove generazioni e per la preparazione e la formazione delle forze produttive umane del proprio sistema economico.
Sostanzialmente, la scuola ha quindi il compito di perpetuare il potere economico, politico e culturale della classe dominante. Da questa regola non sfugge alcuna classe. Vuoi che al potere vi sia la classe operaia, vuoi che sia al potere la classe borghese.
La differenza fra i due tipi di scuola sta essenzialmente nel fatto che la scuola socialista è strutturalmente concepita per l'emancipazione integrale del proletariato e dei lavoratori, mentre quella capitalista mira a mantenere la società divisa in classi, la divisione del lavoro, il lavoro salariato e la subalternità economica, politica, sociale e culturale degli operai e dei lavoratori.
La scuola italiana odierna, come è stato detto nel Rapporto e nel dibattito, si presenta come la scuola di tutto il popolo, apartitica, apolitica ma in realtà è uno strumento in mano e al servizio del dominio di classe della borghesia. Essa seleziona i futuri funzionari, parlamentari, management e dirigenti dello Stato e dei vari settori economici e delle aziende mentre "ammaestra" la massa degli studenti figli degli operai e dei lavoratori secondo la cultura e la morale dominanti e i bisogni del sistema produttivo capitalistico. Ciò è palesemente confermato dalla legge sulla "riforma" della scuola media superiore approvata dai Senato che pone le condizioni legali per i due Iivelli di collocazione scolastica, economica e sociale degli studenti.
Le proposte della banda del neoduce Craxi, conformemente al suo disegno generale di seconda repubblica, danno ancor più un marchio di classe e selettivo alla scuola italiana, e consegnandola di fatto alle grandi holding taglierebbero definitivamente fuori da ogni influenza e intervento le masse popolari.
Sui piano del diritto, la scuola borghese ha superato la scuola di classe di stampo feudale, ma sul piano pratico ancora adesso permane e si sviluppa il privilegio in quanto attraverso le tasse e la disoccupazione crescente è pressoché preclusa man mano che si sale nel livello scolastico e universitario ai figli degli operai, dei poveri e degli indigenti. Vedi il pauroso abbandono della scuola di una gran moltitudine di ragazzi, fin dalle elementari.
Noi siamo nettamente contro la scuola meritocratica e selettiva poiché essa discrimina ed emargina i figli delle masse lavoratrici. Non premia affatto l'intelligenza e la capacità ma i figli dei ceti borghesi.
Vogliamo che le famiglie meno abbienti siano messe nelle condizioni economiche e materiali di poter mantenere i propri figli agli studi. Altrimenti la scuola d'obbligo è solo una parola senza senso.
Per consentire che i figli degli operai possano frequentare almeno la scuola d'obbligo, meglio l'intera secondaria superiore, occorre battersi affinché la disoccupazione scompaia, la scuola sia completamente gratuita, le famiglie degli indigenti abbiano di che campare, gli operai abbiano salari adeguati e più alti, agli studenti della scuola dell'obbligo siano concessi libri, materiale didattico e trasporti gratuiti, le strutture scolastiche siano adatte e sufficienti, specie nel Mezzogiorno, ai "datori di lavoro" sia proibito di assumere giovani al di sotto di 16 anni.
Noi siamo per la completa "laicità" della scuola italiana. Questo significa che la chiesa si deve separare dalla scuola e che la religione non deve essere insegnata, sotto alcuna forma, nella scuola. Non viene fatto nell'università? Perché allora non può avvenire nella scuola?
Questa nostra posizione non scaturisce tanto dal fatto che noi siamo atei, quanto dal fatto che consideriamo la religione un affare privato e perciò deve essere trattato in altra sede, al di fuori delle strutture scolastiche pubbliche. Non vogliamo che nelle nuove generazioni si creino delle divisioni tra credenti e non credenti, sulla base di momenti scolastici differenziati.
Riguardo alla scuola, il nostro scopo generale è quello indicato da Marx ed Engels già nel Manifesto del Partito Comunista, e cioè "strappare l'educazione all'influenza della classe dominante”
. Ma come fare? Il Rapporto ci ha fornito la risposta completa a questa questione fondamentale.
I tre cardini della nostra linea scolastica non cancellano il carattere di classe di questa scuola, ma pongono le condizioni per uno spostamento dei rapporti di forza nella scuola, indeboliscono il potere politico e scolastico borghese, concorrono a creare delle coscienze rivoluzionarie nella gioventù e nei lavoratori, danno alle masse studentesche delle armi politiche e organizzative per condizionare il potere scolastico e ottenere maggiori spazi di libertà, rivendicativi e di movimento.
Dobbiamo occuparci di più della scuola e degli studenti perché ciò vuol dire occuparci delle nuove generazioni e sottrarle gradualmente alle grinfie e al controllo della classe dominante borghese e liberare nuove e fresche energie rivoluzionarie.
Dobbiamo portare la nostra linea scolastica tra gli studenti. Bisogna agire, non stare alla finestra o alla Tv a guardare ciò che avviene nel mondo studentesco. Anche là dove ci sono solo uno, due o tre compagni dobbiamo agire, dobbiamo fare qualcosa di concreto per gli studenti. In certi casi abbiamo perso del tempo prezioso. Si può recuperarlo, dobbiamo recuperarlo.
Dobbiamo cercare di attrarre a noi, alla nostra causa, alla nostra politica scolastica gli studenti più avanzati e combattivi, specie le ragazze e i ragazzi tra i 14 e i 16 anni, che si affacciano ora per la prima volta alla lotta politica e che sono i meno inquinati e condizionati dalla cultura, ideologia e morale borghesi.
Dobbiamo concentrare la nostra propaganda e agitazione nelle scuole professionali e in quelle più combattive. In particolare dobbiamo intervenire durante le manifestazioni studentesche con proposte concrete e specifiche riguardo i problemi su cui si svolgono le lotte facendo bene attenzione a legare il particolare al generale. I problemi specifici alla lotta per la scuola al servizio del popolo e controllata dai popolo.
La Commissione giovani dovrà particolarmente produrre uno sforzo in tal senso.
Noi dobbiamo conquistare alla nostra causa gli insegnanti progressisti e democratici perché essi svolgono un ruolo determinante nell’educazione delle nuove generazioni.
Abbiamo bisogno di loro per la lotta di oggi per una scuola al servizio del popolo e domani per la scuola socialista. Non appena avremo dei compagni insegnanti dovremo iniziare subito con loro un lavoro metodico e sistematico nella Cgil scuola, uno dei sindacati di categoria non proletario assai sensibile al progresso e alla democrazia. In esso stanno molti "ex sessantottini" che potrebbero essere attratti dalla nostra linea scolastica e dalla nostra linea generale per il socialismo.
Ora siamo più forti perché abbiamo la linea scolastica. Viva la linea scolastica del PMLI! Impugniamola come una potente arma di lotta e vedrete che i risultati non mancheranno. Buon lavoro, buona lotta e buona salute.
19 marzo 2025