Le piazze del 15 marzo
La piazza dell'UE imperialista interventista. La piazza dell'UE “pacifista”. La piazza dei nazionalisti putiniani e trumpiani
Nessuna di esse è immune da errori su l'UE e la guerra

Sabato 15 marzo, Roma è stata teatro di tre manifestazioni in tre distinte piazze, unico denominatore comune la Ue e la guerra.
La piazza dell'UE imperialista interventista
Indetta dal noto pennivendolo e nemico del PMLI Michele Serra, attraverso le colonne di “Repubblica”, Piazza del Popolo ha visto la partecipazione di oltre 30.000 mila manifestanti che chiamati a radunarsi da Serra senza bandiere che non fossero quelle blu dell'Europa per una “Piazza per l'Europa” di fatto ne è risultata, come avevamo già denunciato su “Il Bolscevico” la piazza dei guerrafondai sostenitori dell’UE imperialista interventista.
Nel suo appello Serra motiva così la convocazione della manifestazione: “Che fine farà l’Europa, che oggi ci appare il classico vaso di coccio tra due vasi di ferro, per giunta ricolmi di bombe atomiche? Sopravviverà la way of life europea a questa stretta, che mette in discussione ciò che banalmente chiamiamo democrazia, ovvero separazione dei poteri, diritti e doveri uguali per tutti, libertà religiosa e laicità dello Stato, pari dignità e pari serenità per chi è al governo e chi si oppone?
E se le autocrazie parlano semplice e parlano chiaro (e parlano falso a loro piacimento, grazie alla costante contraffazione tecnologica della realtà), quale linguaggio dovrà adottare l’Europa perché la sua voce non solo sia udibile, ma anche forte, convincente, seducente almeno quanto la voce dei suoi nemici?”.
L'enorme kermesse è partita con le note de “L'inno alla gioia” suonate dal palco. In piazza pochi giovani, famiglie con passeggini, accanto alle bandiere della UE vi sono anche quelle della pace. Ad un certo punto echeggia anche il canto di “Bella ciao” dalle transenne sotto il palco.
La confusione regna sovrana in piazza dove striscioni come “Riarmo sì, anche così” ed “L’Italia ripudia la guerra, No Rearm Europe” vengono esposti l'uno accanto all'altro. Trump, raffigurato con una testa di cartapesta che addenta delle banconote, esposto permanentemente sotto al palco. "Diamoci una mossa altrimenti l'unica bandiera da sventolare sarà quella della carta di credito. Ma quella non è la nostra bandiera, è quella di Trump", esorta Michele Serra.
All'appello hanno aderito molti esponenti del “centro-sinistra” che si sono susseguiti in passerella come la segretaria del PD Schlein che alla domanda di un giornalista: “Che Europa immagina, segretaria?” risponde: “Vogliamo costruire un’Europa federale, unita, capace di affrontare le sue sfide”, probabilmente a monito nei confronti degli europarlamentari del suo partito che a Strasburgo il 6 marzo hanno espresso la loro contrarietà al piano di riarmo europeo, e all'invito del giornalista di essere più precisa risponde: “Ascolti… Lo stanno dicendo anche dal palco: noi sfidiamo gli egoismi nazionalisti con lo spirito di Ventotene”. Ricordiamo che al vertice di Ventotene furono tutti d'accordo, compreso il PD dell'allora Renzi, a costruire un organismo militare europeo con con “funzioni e il mandato stabilito congiuntamente, con una struttura di comando, processo decisionale e meccanismi di bilancio comuni”.
Anche numerosi sindaci, i primi ad accogliere l’appello di Serra, si sono presentati con le fasce tricolori con alla testa Roberto Gualtieri (PD) sindaco di Roma. Fra la folla si notano Achille Occhetto e Susanna Camusso. Il segretario di Azione, l'atlantista Calenda e Maria Elena Boschi. Frantoianni (Sinistra Italiana). Numerose le adesioni anche di artisti dello spettacolo e delle musica.
Consideriamo grave l'adesione di ANPI, CGIL, quest'ultima con Landini in piazza, seppur si siano dichiarate “critiche” e di essere in piazza per l'“Europa di pace, democrazia e lavoro” (dichiarazione di Landini) si sono accodate al carro dell'Europa interventista e guerrafondaia del governo capitalista neofascista Meloni e di Serra, ignorando completamente le tante RSU, delegati e tanti gli iscritti che hanno espresso la loro totale contrarietà a parteciparvi. Come gravi le adesioni di CISL e UIL. Sappiamo che tale scelta ha provocato forti discussioni e scissioni tra le rispettive basi. A loro rinnoviamo la nostra comprensione e solidarietà antimperialista.
L'Arci nazionale non vi ha aderito. Erroneamente avevamo scritto il contrario, riprendendo delle notizie che circolavano a quando è stata lanciata l'iniziativa, nell'articolo intitolato “Il PMLI è contro il riarmo e l'esercito dell'Unione imperialista europea”. Ci scusiamo per lo spiacevole errore compiuto in buona fede con l'Arci e con i suoi iscritti notoriamente pacifisti.
Una manovra subdola quella di Serra, poiché tesa ad accreditare il ruolo della Ue imperialista che si prepara anch’essa ad entrare nella competizione mondiale con USA, Cina e Russia per il dominio del mondo. Subdola poiché l'ha fatta in nome di una “solidarietà europea” fra i popoli ingannando anche molti dei presenti che erano in piazza in buona fede.

La piazza dell'UE “pacifista”
Quasi in concomitanza alla manifestazione di Piazza del Popolo, in Piazza Bergerini si svolgeva quella organizzata da Rifondazione, Potere al popolo, Arci e Usb.
In oltre 10 mila i manifestanti che vi hanno partecipato per scandire un netto “No al riarmo” contro il piano “Rearm Europe” da 800 miliardi annunciato da Ursula von der Leyene e smarcarsi in maniera univoca dal palco di Michele Serra.
Dapprima doveva essere un sit-in, ma si è trasformato poco dopo in un corteo da piazza Barberini ha raggiunto in un paio d’ore piazza dell’Esquilino. “Fuori la guerra dalla storia. Pane, pace e lavoro” lo striscione di apertura di Rifondazione, accompagnato da un grande drappo tessuto da decine di bandiere della pace. “Abbassate le armi, alzate i salari” lo slogan di Usb, mentre in testa guidava lo striscione di Potere al popolo “Non un euro per la propria guerra”, con raffigurati i volti dei principali capi di governo europei, tra cui la ducessa Meloni, coperti dalle impronte di mani insanguinate e sotto la scritta “Guerrafondaio/a”.
Oltre a Rifondazione e Pap erano presenti anche le organizzazioni giovanili e studentesche di Osa e Cambiare rotta che sono arrivati in corteo direttamente dal teatro Quirino, dove in mattinata erano in assemblea nazionale. All’arrivo in piazza, mentre la manifestazione si preparava a partire, alcuni di loro hanno dato fuoco a delle bandiere dell’Ue con dei fumogeni.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione dal palco ha dichiarato che: “L’Unione europea è corresponsabile di tre anni di guerra in Ucraina, del genocidio a Gaza, e ora con il piano ReArm ha dichiarato guerra agli stessi popoli europei. La piazza di Serra evoca una falsa unità”.
Vito Scalisi, presidente dell’Arci di Roma lancia l’obiettivo di organizzare “una grande manifestazione nazionale a maggio”. Mentre i portavoce di Pap Marta Collot e Giuliano Granato ribadiscono sempre dal palco “Siamo qui con posizioni nette, contro il riarmo e contro l’economia di guerra, perché ogni euro in spese militari sono soldi tolti a sanità, istruzione, welfare” .
Salutiamo con piacere la partecipata presenza di manifestanti, 10.000 non era un dato scontato dopo la campagna mediatica imbastita da Serra e Repubblica per Piazza del Popolo, ma non possiamo esimerci dal dire che la piazza di Rifondazione si è rivelata una piazza della Ue “pacifista” che aggiunge confusione alla confusione. Poiché in nessuna presa di posizione da parte di Rifondazione, Pap e Usb c'è stata una condanna netta sul ruolo interventista e guerrafondaio che ha la UE, anzi le si riconosce la sua funzione di istituzione europea, tutt'al più le si chiede di “abbassare le armi e aumentare i salari”. E con lo slogan fuorviante “fuori la guerra dalla storia” si mette sullo stesso piano le guerre imperialiste da quelle di liberazione dall'aggressore imperialista, come per esempio quella in atto in Ucraina. Anzi verso la Russia di Putin ne rimuove la denuncia innalzando cartelli in solidarietà solo col popolo russo, e niente verso il popolo ucraino che sta eroicamente resistendo da più di tre anni a una feroce guerra d'invasione da parte della Russia del nuovo zar, anzi in alcuni casi applaudendo al negoziato apertosi tra Trump e Putin per la spartizione coloniale dell'Ucraina.
Questa piazza si è guardata bene dal denunciare la natura della Ue, un'alleanza della grande finanza e del grande capitale e non dei popoli e quindi questa piazza è stata di fatto una copertura “pacifista” alla Ue imperialista e guerrafondaia.

La piazza dei nazionalisti putiniani e trumpiani
E infine la piazza dei nazionalisti putiniani e trumpiani guidati dal sedicente “comunista” Marco Rizzo e dal cattolico destrorso Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare dove alla Bocca della verità si sono dati appuntamento per una manifestazione in contrapposizione a quella di Michele Serra.
Poche decine i partecipanti alla kermesse patriottarda e goliardica, iniziata a suon di inno di Mameli e sventolando le bandiere tricolore e allo scandire dello slogan “pace”. In piazza sventolavano anche una bandiera della Grecia, un'altra della Romania, una della Pace e una di Mosca.
Il nazionalista rossobruno Rizzo ha voluto rimarcare nel suo comizio: "Siamo qui perché c'è una piazza che vuole la guerra, vuole il riarmo. E noi vogliamo la pace, così come la maggioranza di tutti gli italiani. Questo è il tema di fondo. Noi abbiamo pensato che fosse il caso di mettere da parte tutte le bandiere e di fare solamente riferimento alla bandiera italiana e quindi alla pace. Pace e sovranità sono i due perni della nostra proposta, che è una proposta che unisce tutto il popolo italiano".
Certo è che questo ex “comunista” ha una bella faccia tosta, neanche si vergogna a parlare di pace quando lui e il suo Partito sono i massimi sostenitori dell'imperialismo Russo di Putin e di quello USA di Trump.
Doveva essere presente, anche se ha dato buca all'ultimo minuto, il plurindagato per peculato e truffa a Mosca e per odio razziale, l'ex generale Vannacci, eletto fra l'altro nelle ultime elezioni europee per la Lega, omofobo, misogino e razzista.
Rizzo, con questa manifestazione di stampo nazionalista ha forse lanciato un segnale di consenso nei confronti delle mire interventiste del regime capitalista neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, antifemminile di Meloni.
Ecco in sintesi cosa è avvenuto nelle tre piazze di Roma il 15 marzo. Nessuna di queste tre piazze è immune da errori su l'UE e la guerra.
Dal canto nostro ribadiamo due capisaldi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao fondamentali sulla Ue e sulla guerra. Il primo espresso nell'articolo Il PMLI è contro il riarmo e l'esercito dell'Unione europea imperialista” apparso sul numero 11/2025: “Di fronte a questa escalation bellicista dell’imperialismo europeo il PMLI si schiera contro il riarmo e l’esercito dell’Unione europea, ribadendo la sua parola d’ordine 'Fuori l’Italia dalla UE'. L’UE è irriformabile, bisogna distruggerla, cominciando a tirarne fuori l’Italia. Non è sufficiente 'rompere' i trattati dell’UE o parlare di uscire dall’euro, occorre uscire dall’UE imperialista.
Battersi per l’Europa socialista rimane un nostro dovere, noi faremo fino in fondo la nostra parte affinché un giorno venga instaurata la Repubblica socialista d’Europa. Ma sarà impossibile passare pacificamente a questa nuova Europa se non si realizzerà il socialismo nei singoli paesi dell’UE, a cominciare dall’Italia”.
Il secondo sul pericolo di una terza guerra mondiale imperialista lo ha chiarito molto bene il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale e Maestro del PMLI, alla 7ª Sessione plenaria del 5° CC del PMLI: “Di fronte al pericolo della guerra imperialista mondiale è quanto mai importante convincere il proletariato, i giovani e l'intero popolo italiano a non schierarsi con nessuno dei due poli imperialisti. Impresa difficile, soprattutto per la martellante propaganda dei falsi pacifisti, alcuni vestiti da comunisti, a favore di Putin e della Russia, che dispongono di grandi risorse, presumibilmente provenienti dalla Russia e dalla Cina, e persino di due quotidiani: 'Il Fatto' di Marco Travaglio e de 'il manifesto' trotzkista di Andrea Fabozzi e di Luciana Castellina. Ciò nonostante dobbiamo continuare, migliorandolo e approfondendolo, il nostro lavoro di chiarificazione e di convincimento attraverso 'Il Bolscevico', che già sta facendo molto bene, e la propaganda tra le masse, studiando attentamente ciò che produciamo sul tema dell'imperialismo e della guerra. In particolare dobbiamo riuscire a smascherare le parole d'ordine: 'Pace', 'No alla guerra', 'No all'invio delle armi all'Ucraina'.
E se l'Italia dovesse partecipare alla guerra imperialista mondiale come dobbiamo comportarci? La risposta l'ha già data il Comitato centrale, che nell'importantissimo documento del 15 dicembre 2023 intitolato 'Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin', ha affermato: 'Bisogna essere chiari fin da ora. Noi chiameremo il proletariato e l'intero popolo italiano alla guerra civile se l'Italia imperialista parteciperà alla nuova guerra mondiale imperialista'.”

19 marzo 2025