Pubblicate le “nuove indicazioni nazionali” sulla scuola: patria, nazionalismo, storia italiana, latino, Bibbia, repressione e disciplina
Il fascioleghista Valditara illustra la scuola del regime capitalista neofascista di Meloni
“Solo l'occidente conosce la storia”. Assurdo cancellare i migranti e le loro culture.

L'11 marzo sono state pubblicate sul sito del ministero dell'Istruzione e del “Merito” le "Nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” che andranno a sostituire dall’anno scolastico 2026/2027 quelle adottate nel novembre 2012 dall’allora ministro della Pubblica Istruzione del governo Monti, Francesco Profumo.
Nel comunicato di pubblicazione, vergato dal ministro fascioleghista Giuseppe Valditara, fra l'altro si rende noto che la Commissione di studiosi di area pedagogica e di esperti di area disciplinare, istituita col decreto ministeriale n. 47 del 18 marzo 2024 e presieduta dalla professoressa Loredana Perla (ordinario di didattica e pedagogia speciale dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro), ha terminato i lavori di redazione delle Nuove Indicazioni nazionali e che “la pubblicazione della bozza di documento è finalizzata ad avviare nei prossimi giorni la fase di consultazione che la stessa Commissione effettuerà mediante incontri con le associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni dei genitori e delle studentesse e degli studenti e con le organizzazioni sindacali della scuola”.
 
La scuola neofascista di Meloni
Una “fase di consultazione e incontri” che suona come una vera e propria in giro dal momento che si tratta di un testo già redatto, pubblicato e super blindato dal governo neofascista Meloni che proprio a partire dalla scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione vuole imporre alle nuove generazioni un modello di scuola capitalista, neofascista, federalista, sovranista, meritocratica, identitaria, oscurantista, clericale e reazionaria, fondata sul motto mussoliniano dio, patria e famiglia, che reintroduce lo studio del latino che secondo Valditara: “è una palestra di logica e abitua al ragionamento; come diceva Gramsci, abitua a studiare; aiuta a capire la grammatica e sintassi italiana e ad esprimersi meglio; è la testimonianza di una civiltà che ha condizionato la civiltà occidentale, la nostra”; impone lo studio della Bibbia al fine di “rafforzare la conoscenza delle radici della nostra cultura”; riduce l'insegnamento della storia a una “grande narrazione” fondata sulla presunta “superiorità culturale e democratica dell’Occidente e della nostra nazione assegnando uno spazio largamente prevalente alla storia europea e degli Stati Uniti”; riabilita l’apprendimento mnemonico di poesie e filastrocche, introduce lo studio della musica e accenni di epica classica, mitologia greca e saghe nordiche alla scuola primaria; promuove la lettura dei classici per ragazzi come Verne e Stevenson ma anche Stephen King, haiku, le saghe fantasy di Percy Jackson, del Signore degli anelli e del Trono di Spade; inculca l'apprendimento di “Competenza imprenditoriale e spirito di iniziativa” pagg. 15 e 17 delle Indicazioni Nazionali, che saranno poi “raccolti nel portfolio personale di ciascuna bambina e di ciascun bambino” come specificato a pag 25; rilancia la valutazione dei docenti e istiga i presidi manager “che avranno una parte della retribuzione collegata ai risultati” a impugnare il manganello disciplinare del voto di condotta per reprimere, emarginare e umiliare gli studenti indisciplinati già a partire dal primo ciclo di istruzione e alle superiori quelli che promuovono le occupazioni degli istituti e osano contestare il governo, il ministro o le autorità scolastiche veicolando un'idea del "principio di autorità", e un'accezione del "senso del limite" che identifica lo sviluppo dell'etica con l'acquisizione delle "regole".
 
Esaltazione dei “valori dell'Occidente”
Non a caso, fin dall'introduzione, le 154 pagine che compongono le Nuove Indicazioni nazionali, esaltano i “Valori dell’Occidente” indicandoli come riferimento assoluto di ogni insegnamento.
Nel paragrafo intitolato “Libertà, cura di sé ed etica del rispetto” si afferma: “La libertà è il valore caratteristico più importante dell’Occidente e della sua civiltà sin dalla sua nascita, avvenuta fra Atene, Roma e Gerusalemme. Ed è il cuore pulsante della nostra democrazia. Capire che cosa è la libertà e soprattutto cosa significhi essere liberi (anche attraverso il confronto con coloro che liberi non sono, in moltissime parti del mondo), agevola la comprensione di cosa sia una democrazia occidentale e le connessioni esistenti fra quest’ultima e il sistema dei diritti e dei doveri di cittadinanza conquistati dall’Europa, anche al prezzo di guerre terribili, nella prima metà del Novecento”.
 
Una scuola classista e punitiva
Il paragrafo “Scuole e famiglie in un nuovo patto di alleanza” mette subito in chiaro che “dileggiare una scuola, sporcarne le pareti, distruggerne gli arredi, offendere un insegnante, non sono solo azioni eticamente riprovevoli, da condannare e stigmatizzare anche con la richiesta di risponderne da parte delle famiglie”. E ancora, nel paragrafo intitolato “Scuola e nuovo umanesimo” si declina il concetto di talento personale dello studente affermando fra l'altro: “Finalità principale della scuola è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva dello sviluppo integrale della persona e dei suoi talenti. Il concetto di talento è intrinsecamente legato al potenziale cognitivo di ogni alunno che, se stimolato da un ambiente in grado di valorizzarne le potenzialità, può conseguire esiti positivi anche nelle situazioni di maggiore fragilità. Una scuola che stimola i talenti, infatti, non si limita a rendere performative le conoscenze, ma espande le opportunità di emancipazione personale affinché gli studenti, grazie alla scuola, possano trovare la loro realizzazione personale”. A pagina 8 del testo si aggiunge che: “Il termine ‘persona’ ha radici storico-culturali occidentali. Esso si ritrova già nel lessico latino ed ha un particolare rilievo nel campo del diritto romano... Ed è nell’identità personale e culturale di ciascun allievo che si riconosce la sostanza e la dignità della persona, la sua dinamicità perfettibile alla quale la scuola concorre con tutta la ricchezza delle sue sollecitazioni”.
 
“Solo l’Occidente conosce la Storia”
Per quanto riguarda invece la parte del documento che detta le linee guida di indirizzo e i programmi da svolgere nelle varie discipline, risultano particolarmente obbrobriose le indicazioni per il programma di storia incentrato su un’impostazione apertamente reazionaria e xenofoba ed eurocentrica. E non poteva essere altrimenti dal momento che le indicazioni sono state redatte dalla sottocommissione coordinata dal sessantottino pentito, liberale e anticomunista, Ernesto Galli della Loggia, coautore fra l'altro, insieme alla presidente della commissione Perla, di un libro in cui si impone la necessità di insegnare “l’identità italiana” fin dalla scuola dell'obbligo.
Il capitolo sulla storia redatto da Della Loggia si apre con la citazione apodittica dello storico francese Marc Bloch: “Solo l’Occidente conosce la Storia” e invita a seguire l'esempio dei “nostri primi maestri” ossia, gli scrittori di storia greci e latini che ci hanno insegnato che “non occorre insegnare tante cose non sempre comprese dagli studenti, ma poche ed essenziali conoscenze, approfondite”. Fino ad arrivare ad affermare che “Altre culture, altre civiltà hanno conosciuto qualcosa che alla storia vagamente assomiglia, come compilazioni annalistiche di dinastie o di fatti eminenti succedutisi nel tempo; allo stesso modo, per un certo periodo della loro vicenda secolare anche altre civiltà, altre culture, hanno assistito a un inizio di scrittura che possedeva le caratteristiche della scrittura storica. Ma quell’inizio è ben presto rimasto tale, ripiegando su se stesso e non dando vita ad alcuno sviluppo; quindi non segnando in alcun modo la propria cultura così come invece la dimensione della Storia ha segnato la nostra”.
A Della Loggia poco importa che ormai circa la metà degli studenti che frequentano le scuole italiane provengono da altri paesi con una civiltà culturale e una storia diverse da quella “nazionale, occidentale, greco-romana e giudaico-cristiana”. La storia della supremazia bianca e occidentale e il modello narrativo da lui proposto “implica quel carattere di implicito ammaestramento per l’azione che fin dall’inizio la storia ha posseduto nella nostra cultura: determinando per ciò stesso il suo strettissimo rapporto con la politica”.
 
Studio della Bibbia e patriottismo
L’aspetto forse più allarmante delle Nuove Indicazioni è il ritorno a metodologie didattiche vecchie e superate, improntate al nozionismo e alla trasmissione passiva dei contenuti dove si esaltano e si privilegiano fatti e figure eroiche funzionali a un racconto edificante della nazione, a scapito di un’analisi critica dei processi storici in pieno contrasto con il metodo storiografico, che richiede invece rigore nell’analisi delle fonti, confronto di interpretazioni e contestualizzazione degli eventi.
Emblematico in tal senso è il suggerimento proposto a pagina 72 delle Indicazioni Nazionali di imporre già ai bambini di 7-8 anni lo studio in forma fiabesca e patriottarda delle “radici della cultura occidentale attraverso alcune grandi narrazioni: p. es. Bibbia, Iliade, Odissea, Eneide (in forma molto semplificata)” di “Mameli e l’inno nazionale (spiegazione del contenuto), poesie e canti del Risorgimento. Racconti del Risorgimento (p. es.: gli incarcerati nello Spielberg, le cinque giornate di Milano, i martiri di Belfiore, 'La piccola vedetta lombarda', Anita Garibaldi, i Mille) trasmettendo a bambini e bambine un’immagine falsata della storia fatta di aneddoti, “eroi e martiri” completamente avulsi dal contesto storico a cui si riferiscono.
«La Bibbia come l’Iliade e l’Odissea – ha fra l'altro rimarcato Valditara in una intervista a al Corriere Della Sera del 12 marzo - è una grande testimonianza culturale. Penso all’Ulisse di James Joyces come ad un esempio di quanto vitale sia questa tradizione nella cultura europea. La Bibbia è a fondamento di molta parte della nostra arte, della nostra letteratura e della nostra musica. L’insegnante leggerà e commenterà con i bambini alcuni passi”.
Nella stessa intervista Valdirtaa ha anche annunciato che alle superiori cambieranno anche i Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento), la vecchia alternanza scuola lavoro, che “Saranno sempre più valorizzati nei nuovi percorsi del 4+2, la riforma sperimentale dell’istruzione tecnico-professionale. Gli cambieremo nome: si parlerà di Formazione scuola-lavoro”.
 
La scuola controllata dal governo
Insomma quella che hanno in mente Meloni, Valditara e Della Loggia è una scuola identitaria controllata direttamente dal governo a uso e consumo della coalizione neofascista che ha vinto le elezioni e finalizzata a inculcare alle giovani generazioni “una cultura” classista, imprenditoriale, razzista, clericale e xenofoba impegnata a “valorizzare le potenzialità individuali”.
Una scuola competitiva dove i docenti tutor hanno il compito scoprire e valorizzare i talenti; una scuola elitaria, classista, al servizio del capitalismo e permeata dall'ideologia borghese neofascista e clericale, al posto di una scuola intesa come servizio pubblico e gratuito, al servizio degli studenti e goduta dal popolo, che non inculchi negli studenti le idee della classe dominante borghese ma sia democratica e progressista e soprattutto consideri gli studenti i veri padroni della scuola e dell'intero percorso educativo e formativo
Di fronte a tutto ciò appare chiaro che l'anno e mezzo di tempo concesso dato da Valditara per favorire “consultazione e incontri” prima dell'entrata in vigore delle “Nuove Indicazioni nazionali” serve più che altro alle case editrici per commissionare agli autori i nuovi testi, e non certo per “raccogliere suggerimenti e indicazioni” utili per modificare i contenuti delle Nuove Indicazioni nazionali già ampiamente “criticate e rispediti al mittente” da centinaia di docenti, esperti del settore, studenti e genitori come è accaduto ad esempio il 26 febbraio scorso ad Ancona e Fermo dove il ministro fascioleghista le ha presentate in pompa magna beccandosi bordate di fischi e una clamorosa contestazione.
Fin dalle prime anticipazioni a mezzo stampa, nelle settimane scorse i contenuti delle Nuove Indicazioni nazionali sono state stigmatizzate in un documento sottoscritto da oltre 140 professori universitari e ricercatori di istituzioni culturali che in poco tempo ha raccolto le firme di oltre 900 tra docenti e genitori, ma non una virgola è stata cambiata da Valditara. Nell’appello fra l'altro si denuncia che “un intero programma di studi” è stravolto e “finalizzato a uno scopo politico” in base a una precisa “scelta ideologica a scapito del valore formativo”.
 
L'egemonia culturale neofascista
La verità è che le Nuove Indicazioni nazionali di Valditara fanno parte di un più ampio disegno politico neofascista perseguito dal governo Meloni che mira a sostituire l'egemonia culturale della “sinistra” borghese con quella della destra neofascista facendo leva sulla “scuola del futuro” disegnata da Valditara per inculcare alle nuove generazioni i “valori” del nazionalismo, del patriottismo, del militarismo, dell'identità nazionale e del cristianesimo.
Un disegno sostenuto fino a settembre scorso dall'ex ministro della Cultura, il sanfedista Gennaro Sangiuliano e ora dal suo successore il neofascista Alessandro Giuli.
Quando Valditara, nell'illustrare le Nuove Indicazioni nazionali e i nuovi programmi scolastici chiede di non "caricare la storia di sovrastrutture ideologiche" in realtà finisce per imporre un'unica e assoluta ideologia neofascista negando il conflitto che invece esiste ed è fondamentale nell'interpretazione della storia tra ideologia e ideologia, tra le classi sociali, tra borghesia e proletariato.
È la dichiarazione di guerra al comunismo e al materialismo storico che Engels spiega splendidamente nella Prefazione del 1883 all'edizione tedesca del Manifesto del partito comunista con queste parole: “Dopo il dissolversi della primitiva proprietà comune del suolo, tutta la storia è stata una storia di lotte di classi, di lotte tra classi sfruttate e classi sfruttatrici, tra classi dominate e classi dominanti, nelle varie tappe dello sviluppo sociale; che questa lotta ha ora raggiunto un grado in cui la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non può più liberarsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la borghesia), senza liberare anche ad un tempo, e per sempre, tutta la società dallo sfruttamento, dall'oppressione e dalla lotta fra le classi”.
È la dichiarazione di guerra alla concezione materialistica della storia, la sola che dà risposte scientifiche e coerenti a quanti la studiano e descrivono: “Gli uomini stessi creano la loro storia; ma da che cosa sono determinati i motivi degli uomini, e precisamente delle masse umane? Da che cosa sono generati i conflitti delle idee e delle correnti antagonistiche? Qual è il nesso che unisce tutti questi conflitti di tutta la massa delle società umane? Quali sono le condizioni oggettive della produzione della vita materiale, che forma la base di tutta l'attività storica degli uomini? Qual è la legge di sviluppo di queste condizioni? A tutto ciò Marx volse la sua attenzione, e aprì la via a uno studio scientifico della storia come processo unitario e sottoposto a leggi, nonostante tutta la sua formidabile complessità e le sue contraddizioni.” (Lenin, Karl Marx)
Quando Valditara impone di studiare anzitutto "la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente" concentrando l’attenzione sui "popoli italici" e su le "origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo" manifesta apertamente il suo nazionalismo condito di sovranismo di stampo leghista, esalta l'imperialismo europeo e rivendica la superiorità dell'Occidente in termini storici e culturali fondata sull'ideologia schiavista dell'impero romano e dell'antica Grecia e cementata dall'oscurantismo garantito nei secoli dalla Chiesa e poi dalla borghesia.
Noi marxisti-leninisti auspichiamo che le studentesse e gli studenti prendano al più presto coscienza della pericolosità del governo neofascista Meloni e scendano in piazza per impedire a Valditara di mettere la scuola e l'Università pubbliche al servizio del capitalismo e dell'imperialismo e improntate all'ideologia neofascista, classista, meritocratica, aziendalista, autonomista, punitiva e militarizzata.
Una scuola che garantirà il pieno successo scolastico e formativo solo ai figli della borghesia, mentre i figli del proletariato saranno confinati nella “filiera” della formazione tecnico-professionale, addestrati alle pratiche militari, condannati a frequentare i PCTO per imparare velocemente un mestiere e avviati precocemente al lavoro per rifornire di carne fresca il sistema di sfruttamento capitalista e i cannoni dell'imperialismo italiani.
Anche sul fronte scolastico e studentesco noi marxisti-leninisti non dobbiamo dar tregua al governo neofascista Meloni e impedirgli di indottrinare le nuove generazioni come nuovi balilla e di ridurli a futuri sostenitori del regime capitalista neofascista di Meloni. Come ha indicato il compagno Giovanni Scuderi: “Dobbiamo occuparci di più della scuola e degli studenti perché ciò vuol dire occuparci delle nuove generazioni e sottrarle gradualmente alle grinfie e al controllo della classe dominante borghese e liberare nuove e fresche energie rivoluzionarie.”

19 marzo 2025