Responsabilità delle istituzioni borghesi a iniziare dal governo neofascista Meloni e dalla regione Toscana di “centro-sinistra”
Solidarietà alla popolazione mugellana per la disastrosa alluvione
L’ennesimo disastro idrogeologico figlio dell’incuria del territorio

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Vicchio del Mugello del PMLI
Le abbondanti piogge che hanno colpito il Mugello (Firenze), come d'altronde il resto della Toscana, tra la notte di giovedì 13 e venerdì 14 marzo per l'intera giornata, hanno portato all'innalzamento del livello dei fiumi Sieve, maggiore affluente dell'Arno che attraversa il Mugello e la Valdisieve, Lamone nell'alto Mugello, Carza e dei torrenti che in gran parte alimentano questi fiumi. Per le esondazioni di questi fiumi, unite alle numerose frane hanno messo in ginocchio specialmente l'alto Mugello, sono rimasti completamente isolati diversi comuni per l'interruzione delle strade sia quelle che li collegano tra loro sia quelle che li collegano direttamente con Firenze. Un centinaio gli sfollati per le case alluvionate o con pericolo frane, alcuni salvati dall'elicottero dei pompieri, costretti a dormire da amici e parenti o in strutture pubbliche allestite per l'occasione. Problemi ci sono stati anche con la mancanza d'acqua dai rubinetti di San Piero a Sieve e di una frazione di Borgo S. Lorenzo e con l'interruzione dell'energia elettrica a Vicchio. L'unica nota positiva, se si può dire, è che in questa occasione a differenza di altre volte non ci sono stati morti.
Nell'alto Mugello oltre alla chiusure di strade vi è stata l'interruzione ferrovia Faentina a tempo indefinito, mentre nel basso Mugello dopo il blocco totale dei primi giorni i treni hanno lentamente ripreso la circolazione ma con tratti di linea ancora interrotta e le cancellazioni non si contano più. Alla solita inefficienza del trasporto ferroviario regionale si sono sommati i danni del maltempo e dell'alluvione. Nel comune di Marradi sempre per le frane è interrotta la strada con cui si raggiunge la città del Giglio, rimane in funzione solo il collegamento verso Faenza.
Ha affermato giustamente Stefano Corsi, coordinatore della Commissione ambiente ed energia dell'Ordine degli ingegneri della provincia di Firenze: “Non possiamo limitarci a gestire l'emergenza, dobbiamo migliorare le strategie di prevenzione per ridurre la vulnerabilità del nostro territorio”. Questo è confermato anche dal fatto che i fiumi secondari come il Carza o il Comano e diversi torrenti hanno contribuito, secondo i dati di Publiacqua, alla portata della Sieve per il 90% mettendo così in piena evidenza l'incuria del territorio e il dissesto idrogeologico, il restante 10% è uscito nel tratto iniziale dalla diga di Bilancino, costruita negli anni '80 distruggendo la fertile piana di Barberino del Mugello, di cui uno degli scopi era essere riserva d'acqua per Firenze e Prato e controllare la portata d'acqua della Sieve per la sicurezza della piana dell'Arno dove si getta, ad iniziare da Firenze. Evidentemente per questo scopo, con le portate degli eventi atmosferici attuali, non è servita a più di tanto. Viene da domandarsi se è stato corretto tenerla riempita al livello massimo senza un margine a ridosso dell'allerta per maltempo prima arancione e poi rosso, per cui nell'emergenza, su ordine del “Genio civile” non si è fatto altro che “raschiare il barile” alzando la paratia mobile per elevare di poco più di un metro ulteriore il livello fino allo sfioro massimo possibile, aumentandone la capienza di 10 milioni di metri cubi che si sono riempiti in sole 6 ore dopo di che la diga ha ripreso ad immettere acqua nella Sieve dallo scolmatore.
Una buona fetta dei 100 milioni di euro di danni i Toscana, secondo la stima del presidente della regione, il piddino Eugenio Giani che ha annunciato un “Piano speciale per il Mugello”, sono da collocare appunto in Mugello. Tuttavia, siamo partiti malissimo con il governo che non ha ancora dichiarato lo stato d'emergenza nazionale in Toscana al momento in cui scriviamo.
Questa alluvione ha messo in evidenza in particolare quattro grosse criticità di cui sono responsabili il governo neofascista Meloni, la regione Toscana, le amministrazioni comunali e l'ente di bonifica che non hanno attuato la dovuta tutela del territorio e dei fiumi con una scellerata politica ambientale. Un esempio emblematico è nel comune di Palazzuolo sul Senio dov’è franata anche una discarica dismessa degli anni '70 nel fiume Rovigo, per inciso a poca distanza dove poche settimane fa venne represso un rave party: se il regime neofascista imperante iniziasse a guardare il territorio dal lato ambientale e non da quello repressivo, certe problematiche sarebbero almeno attenuate. Inoltre c'è il sospetto che non sia finita qui e che ci siano altri siti adibiti a discarica.
La prima criticità è rappresentata dall'alveo della Sieve non sufficiente a contenere le alluvioni. Un esempio è la frazione di Sagginale, nel comune di Borgo, che ogni volta che ci sono piogge più intense esonda o alla meglio rischia di esondare. La stessa Borgo San Lorenzo si è salvata dall'esondazione della Sieve grazie all'altezza dell'argine sinistro lato paese che lo protegge, mentre l'argine destro più basso ha fatto riversare l'acqua nei campi. Poi, una volta passato il paese, i campi sono stati invasi dall'acqua da entrambi i lati con la piana del Mugello tutta sotto una coltre d'acqua. L'abitato del maggior comune mugellano e non solo si sono salvati dall'alluvione della Sieve grazie al sacrificio dei campi dei contadini. Una volta arrivata a Vicchio la piena ha invaso la parte bassa del paese quindi oltre alla frazione di Ponte a Vicchio e i terreni agricoli anche la zona artigianale quasi completamente allagata. È evidente che servono dei lavori arginali. Anche il fiume Carza, che nei periodi estivi è quasi in secca per lo scempio dei lavori dell'Alta velocità ferroviaria, è fuoriuscito allagando l'abitato del comune di Vaglia e una delle frane ha interrotto la strada per la frazione di Paterno.
La seconda criticità è rappresentata dai torrenti secondari che fuori da ogni regimazione hanno portato una massa d'acqua enorme, provocando anche allagamenti delle strade e alzando notevolmente il livello dei fiumi principali.
La terza criticità è rappresentata dai tombini e relativo sistema fognario che non ce l'hanno fatta a recepire tutta l'acqua piovuta e per esempio hanno allagato molte delle sedi stradali nell'abitato di Borgo San Lorenzo.
La quarta criticità è rappresentata dalle frane che hanno interrotto e continuano a interrompere in parte strade e ferrovie e messo in pericolo anche delle abitazioni, frazioni e comuni. Soltanto nel comune di Vicchio si contano oltre cinquanta frane e 33 invece nel comune di Vaglia.
Questo è solo uno spaccato dei danni di questa alluvione paragonabile a quella del 1966 che portò all'allagamento di Firenze con la Sieve che ha raggiunto in Mugello lo stesso livello di allora.
Esprimiamo la nostra solidarietà militante alla popolazione mugellana per questo ulteriore disastro ambientale, ricordiamo dal 2019 colpita da due forti terremoti e due alluvioni nell'alto Mugello, un plauso esprimiamo a tutte quei volontari, duecento solo a Vicchio, in buona misura giovani, che si sono rimboccati le maniche e sono andati a spalare il fango nelle strade. Li invitiamo altresì a mobilitarsi assieme alla popolazione affinché alle famiglie colpite, ai contadini i cui campi sono stati allagati e alle attività lavorative colpite dall'alluvione siano assegnati dei risarcimenti adeguati, più in generale per la messa in sicurezza del territorio, dei fiumi e dei sistemi fognari e per assicurare una vera transizione ecologica da parte dello Stato e delle istituzioni borghesi. Tutt’altro che spendere fior di miliardi di euro per il riarmo bellicista nel quadro dell'Unione europea imperialista.
Bisogna prendere coscienza che l'alluvione del 14 e 15 marzo ha alla base il cambiamento climatico prodotto dall'infame sistema capitalista, un motivo in più per combatterlo e distruggerlo, per instaurare il socialismo che in definitiva è l'unico sistema che può rispettare veramente l'ambiente e proteggere i territori.

26 marzo 2025