Dopo 6 giorni di agonia
Morto il giovane operaio gravemente ustionato all'Ast di Terni
Umbria terza regione in “zona rossa” per infortuni e morti sul lavoro
Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
Ancora una morte sul lavoro nella regione Umbria catalogata come “zona rossa” per l'alto indice di infortuni e morti sul lavoro, in particolare Terni è l'ottava provincia d'Italia per incidenza.
Lunedi 10 marzo il tragico l'incidente sul lavoro presso le Acciaierie Ast di Terni. Sanderson “Sandro” Mendoza di 26 anni lavorava per la ditta appaltatrice Tapojarvi ed è rimasto gravemente ustionato sul 77% del corpo mentre si stava dirigendo all'area dei forni Ast attraverso la rampa scorie alla guida di un mezzo che trasportava scoria liquida alla temperatura di 800/900 gradi. Forse per una buca presente sul percorso il materiale è fuoriuscito innescando l'incendio che ha subito avvolto il mezzo di lavoro e Sandro.
Il giovane non ce l'ha fatta per la gravità delle ustioni e delle infezioni riportate lasciando sconvolti i suoi colleghi che si sono stretti ai familiari e alla compagna. Un collega tra le lacrime ha denunciato che “lì dentro siamo numeri, da sempre trattati come tali. Ne ho visti tanti colpiti da tragedie simili”.
La procura della Repubblica di Terni, nella persona del pm Marco Stramaglia, dopo una prima ipotesi di reato per “lesioni colpose commesse in violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro” ha modificato l'ipotesi in “omicidio colposo”.
Da parte dei sindacati delle Acciaierie sono state indette subito 8 ore di sciopero e costretta l'azienda Tapojarvi a fermare l'area a caldo per metterla in sicurezza. Poi la terribile notizia della morte di Sandro, le sentite condoglianze delle Rsu di Tapojarvi e A-Ast con ancora uno sciopero di protesta esteso anche a tutti lavoratori delle Ditte terze. I lavoratori Arvedi Ast e Tubificio di Terni hanno inoltre deciso di devolvere alla famiglia di Sandro un'ora del proprio salario in segno di vicinanza e solidarietà.
Nel comunicato della Fiom-CGIL nazionale si legge “morire per lavorare, a 26 anni, è una cosa che ci riempie di rabbia e che riteniamo inaccettabile. Fermare questa strage quotidiana deve diventare la prerogativa di tutti, del sindacato, delle imprese e delle istituzioni. Da troppo tempo diciamo che il sistema degli appalti non va bene e va superato. Al referendum dell'8 e 9 giugno voteremo anche per questo! Non ci può essere profitto senza tener conto della sicurezza, che non può essere considerata un costo”.
Ci stringiamo alla famiglia di Sanderson e rivendichiamo maggiori controlli sui cantieri e i luoghi di lavoro e pene severe contro i padroni.
26 marzo 2025