Svolta bellicista della Germania
Su proposta di Merz modificata la Costituzione dando il via al debito per il riarmo e la difesa
Il Senato federale della Germania, il Bundesrat, lo scorso 21 marzo approvava a larga maggioranza le modifiche costituzionali necessarie per sbloccare gli investimenti nella difesa, nelle infrastrutture e nei Laender proposte dall'ancora candidato cancelliere democristiano Friedrich Merz. La legge passava con 53 voti a favore e quattro astenuti e può essere promulgata dal Presidente federale Frank-Walter Steinmeier. La decisione del Bundesrat chiudeva in tempi ridotti il percorso istituzionale avviato il 18 marzo dal voto largamente favorevole al provvedimento del Bundestag, il parlamento di Berlino nella sua ultima settimana di attività e che quindi è ancora quello determinato dalle elezioni del 27 febbraio che ne hanno modificato la configurazione, con socialdemocratici della Spd e Verdi ridimensionati a vantaggio dei nazisti dell'Afd e della “sinistra” della Linke.
Il cancelliere in pectore Friedrich Merz ha lavorato per portare a casa nelle condizioni più favorevoli, prima ancora dell’insediamento del suo governo e del nuovo Parlamento, una legge che gli consentirà di tentare di riavviare l’economia con un intervento da ben 500 miliardi e soprattutto una significativa modifica alla costituzione che gli consentirà di spendere oltre l’1% del Pil nel riarmo, superando il vincolo introdotto dall'allora cancelliera Angela Merkel nel 2009 con una clausola che impediva al debito tedesco di salire oltre lo 0,35% all'anno. Una svolta bellicista del governo imperialista tedesco che questa volta, sotto la direzione del democristiano Merz, potrebbe realizzarsi e non rimanere a mezza strada come quella annunciata dal predecessore socialdemocratico Sholz nel 2022.
Il Bundestag uscente ha approvato il piano straordinario da 500 miliardi “per la difesa e le infrastrutture” con 513 voti favorevoli e 207 contrari, ben oltre la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare la costituzione. Quella maggioranza certa nel parlamento uscente una volta raggiunta l'intesa tra Cdu/Csu, Spd e Verdi.
Democristiani e socialdemocratici sono in trattativa per formare la coalizione del nuovo governo a guida Merz e l'unità di intenti era scontata. Tanto più che già nel febbraio 2022, appena insediato alla guida di una coalizione formata da socialdemocratici, liberali e verdi, l'allora cancelliere Olaf Scholz annunciava un aumento di spesa senza precedenti, di 100 miliardi di euro, a favore del settore della difesa e l'obiettivo di arrivare sopra il 2% del Pil nella spesa per la difesa. Un anno dopo la promessa si fermava a metà strada, registrava una spesa di poco superiore ai 50miliardi ma la strada era aperta. I Verdi erano d'accordo allora e lo sono anche adesso; non a caso quando sono al governo si prendono la poltrona di ministro della Difesa e intanto nella negoziazione con Merz hanno chiesto e ottenuto la promessa di riservare 100 miliardi di euro di nuovi fondi alla lotta al cambiamento climatico.
La coalizione bellicista tedesca si è cementata attorno all'argomento sventolato da Merz della necessità di opporsi alla “minaccia russa”, “ci difenderemo con tutto ciò che è a nostra disposizione nei prossimi anni e decenni”, liberati dai vincoli di spesa costituzionali. Al Bundestag il nuovo leader della Spd Klingbeil parlava di “una decisione storica che darà una nuova direzione alla Germania”, la parlamentare Verde, Britta Hasselmann, argomentava le ragioni del sì con “smettetela di dire che è solo riarmo. Ma come si fa a credere a una roba del genere, dinanzi alla minaccia di Putin e Trump? Questa è difesa civile”. Magari è guerra imperialista pura e semplice. Merz allargava il discorso aggiungendo che si trattava anche di un voto storico per l’Europa: “è il primo passo verso una difesa unitaria europea, anche con Paesi che non fanno parte della Ue come la Norvegia e il Regno Unito”, e forse anche la Turchia, aggiungeva il democristiano Armin Laschet. Un orgia bellicista quella della Germania che spinge anche la Ue al riarmo, a prepararsi alla guerra degli imperialisti dell'Ovest contro quelli dell'Est.
26 marzo 2025