La 'ndrangheta in provincia di Bolzano
Diciassette arresti in tutta Italia di cui tre in Alto Adige. Sequestrati beni per 50 milioni di euro

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Bolzano del PMLI
Si chiama "Folgore-Blizzard" l'operazione condotta dai Ros dei carabinieri nei confronti della cosca "Arena" di Isola Capo Rizzuto, che avrebbe utilizzato come copertura la frazione di Laghetti del comune di Egna (Bolzano) per mettere a punto operazioni finanziarie e il successivo trasferimento di soldi e risorse verso la Calabria.
Il 25 marzo sono stati effettuati in tutto diciassette arresti nelle aree di Crotone, Milano, Verona, Napoli, Perugia e Caltanissetta. Tre le misure cautelari in Alto Adige. Le accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in collaborazione con quelle di Trento e di Venezia, sono: associazione di tipo ndranghetistico, estorsione, usura e reati in materia di armi, tutti con l'aggravante mafiosa. Sono stati sequestrati beni per circa 50 milioni di euro nei confronti di nove persone, e delle società a loro riconducibili, in varie parti d'Italia oltre che in Svizzera.
Per l'Alto Adige si tratta di una delle inchieste più importanti sulle infiltrazioni della criminalità organizzata. Spiega il procuratore generale di Trento, Sandro Raimondi: “Abbiamo scoperto alcuni aspetti finanziari della 'ndrangheta e il reimpiego di proventi illeciti con la creazione di società fantasma o false partite iva. Abbiamo scoperto due anni fa la 'ndrangheta a Trento, ora la scopriamo a Bolzano”. Gli indagati, secondo l'accusa, gestivano un sistema di vendite di aziende fantasma per ripulire i soldi. Con l'aiuto di prestanomi societari e professionisti compiacenti venivano create e messe in vendita società fittizie dotate di crediti erariali; queste ultime venivano poi acquistate e "assorbite" da imprese ferme che avevano debiti erariali e che riuscivano a sottrarsi a questi ultimi attraverso il sistema delle compensazioni d'imposta. Il prezzo delle società veniva stimato su una percentuale di crediti, ad esempio 30mila euro per 300mila euro di crediti da poter compensare. Uomo chiave dell'inchiesta, secondo la Procura di Trento, è Luigi Masciari, al centro dell'imponente giro di illeciti fiscali. Imprenditore 44enne originario di Isola Capo Rizzuto e considerato uno dei capi del clan, amministratore delegato della società edile "Baugino" che ha sede ad Egna e di altre numerose imprese che operano in settori economici. Circa dieci anni fa si era trasferito in Alto Adige, a Laghetti. Tra le ipotesi di reato a lui contestate, ci sono: associazione di stampo mafioso, tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e usura. Infatti, secondo gli inquirenti, è stata riscontrata anche una "grandissima presenza di armi" occultate da Masciari e finalizzate al traffico. In manette anche la moglie ed il fratello di lei, entrambi residenti in Alto Adige.

2 aprile 2025