Cosenza: atto repressivo fascista
Il direttore di Iacchitè Carchidi bloccato a terra dalla polizia
I poliziotti intimidiscono i passanti che hanno videoregistrato il placcaggio “all'americana”
Solidarietà del PMLI e de “Il Bolscevico”
Sabato 22 marzo scorso Gabriele Carchidi, direttore del blog d'informazione Iacchitè, stava camminando nel quartiere in cui vive in contrada Andreotta a Cosenza. Lì è stato raggiunto da una volante della polizia che gli ha chiesto i documenti, al rifiuto di Carchidi di mostrarli, perché sprovvisto di carta d'identità, dopo avere declinato a voce le generalità, è quindi accorsa un'altra volante, il giornalista è stato placcato e spinto a terra, strattonato e condotto in questura dove passerà il resto della giornata.
Il violento fermo di Carchidi, all'“americana” è avvenuto davanti a centinaia di testimoni. I poliziotti hanno cercato di intimidire i passanti che filmavano l'accaduto. Si tratta di un atto repressivo fascista contro un libero giornalista da sempre impegnato nella lotta contro la 'ndrangheta e i poteri forti in Calabria.
Giornalisti, sindacati, esponenti politici e associazioni chiedono pubbliche spiegazioni al questore e annunciano interrogazioni parlamentari.
Nei giorni precedenti il fermo avvenuto sabato scorso, la testata online diretta da Carchidi aveva pubblicato un articolo di denuncia su presunti episodi di minacce e intimidazioni reciproche che sarebbero avvenuti tra i poliziotti in servizio nel reparto mobile della questura cosentina.
“Non è la prima volta che mi capitano situazioni del genere. Subisco in continuazione perquisizioni, notifiche, pedinamenti, minacce di ogni tipo. Io e il mio collega e redattore Michele Santagata andiamo avanti lo stesso. Crediamo di essere fautori di un giornalismo basato sulla controinformazione. Non guardiamo in faccia nessuno”.
“Tra le forze dell’ordine, tanti agenti stanno dalla nostra parte perché denunciamo il malaffare, i rapporti tra politica e ‘ndrangheta, gli interessi sporchi dei gruppi di potere che avvelenano la vita civile in Calabria. Non è bello essere perseguitati da persone al servizio delle stesse istituzioni che in teoria dovrebbero proteggerci. Ma continueremo a lavorare. Ce lo chiedono i calabresi stufi di subire le connivenze tra poteri criminali e costituiti
– conclude Carchidi -. E noi siamo stufi esattamente come loro”.
Giovedì 27 marzo la CGIL ha organizzato un presidio per la libertà di informazione e di solidarietà a Carchidi sotto la Prefettura di Cosenza al quale hanno partecipato decine di persone.
A Carchidi e alla redazione di Iacchitè va la piena solidarietà del PMLI e de ''Il Bolscevico''
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2 aprile 2025