Da Donzelli a Prodi
I notabili della destra e della sinistra del regime maltrattano i giornalisti che pongono domande scomode
Il cattolico bellicoso ex premier ha addirittura tirato i capelli a una giornalista
Il clima di insofferenza e di disprezzo verso la stampa accentuato dal regime capitalista neofascista di Meloni è pienamente connaturato all'ideologia politica che è alla base di Fratelli d'Italia e della Lega di Salvini, ma ha contagiato la “sinistra” borghese che anziché combattere tale condotta di stampo fascista la imita e sembra addirittura superarla.
Il 25 marzo scorso il Fatto Quotidiano
aveva pubblicato sul proprio sito un articolo corredato da un audio con la voce del responsabile dell’Organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. Nell'articolo si spiega che costui stava entrando il giorno prima insieme ai suoi collaboratori a Montecitorio mentre alcuni giornalisti – tra cui Giacomo Salvini, cronista del Fatto Quotidiano
– gli si avvicinavano per intervistarlo. Rivolto a due giornalisti e additando Giacomo Salvini a quel punto ha affermato, come si può perfettamente distinguere nell'audio: “con onestà e sincero vi dico che finché c'è questo pezzo di merda non parlo con i giornalisti"
. Di fronte alle rimostranze, peraltro garbate, di un cronista che prospettava di non fare alcuna intervista per solidarietà con il collega insultato, il capobastone della Meloni rincarava la dose: “capisco che per rispetto a lui non parlate con me ma io finché c'è questo pezzo di merda non parlo”
.
Per comprendere la sprezzante reazione di Donzelli, bisogna ricordare che Giacomo Salvini lo scorso 7 febbraio aveva pubblicato il libro intitolato “Fratelli di chat” che raccoglieva conversazioni private, molte delle quali politicamente imbarazzanti, relative al periodo compreso tra il 2018 e il 2024 tra Giorgia Meloni e notabili del suo partito, tra i quali un posto di primo piano ce l'ha proprio Donzelli.
Qualche giorno dopo Donzelli si è pubblicamente scusato con gli italiani, ma ha sottolineato che le sue scuse si limitavano soltanto all'aver pronunciato una parolaccia, sottintendendo quindi implicitamente che il suo disprezzo nei confronti di Giacomo Salvini restava immutato.
Due giorni prima delle inqualificabili parole di Donzelli, il 22 marzo, Romano Prodi era stato intervistato da un gruppo di giornalisti tra i quali c'era Lavinia Orefici, inviata della trasmissione Quarta Repubblica diretta da Nicola Porro, la quale chiedeva a lui – che, ricordiamolo, è stato tra l'altro presidente della Commissione europea e del Consiglio europeo nonché per due volte capo di governi di “centro-sinistra” in Italia – di commentare una frase del Manifesto di Ventotene relativo alla proprietà privata. Prodi le rispondeva stizzito e insofferente, mettendole una mano sulla spalla e tirandole così una ciocca di capelli, come si vede chiaramente in un filmato.
L'ex leader dell'Ulivo dapprima negava la verità ma poi, a seguito della pubblicazione del filmato, era costretto a scusarsi per il gesto inopportuno con la giornalista, che nel frattempo aveva lamentato pubblicamente l'accaduto: “ho commesso un error
e – si è scaltramente giustificato Prodi - e di questo mi dispiaccio. Ma è evidente dalle immagini e dall’audio che non ho mai inteso aggredire, né tanto meno intimidire la giornalista”
(sic).
L'arrogante comportamento di Prodi e Donzelli verso quei giornalisti che pongono domande scomode conferma la sostanziale omologazione tra la destra e la sinistra del regime capitalista neofascista nei confronti dei giornalisti, i quali non devono permettersi di contraddirli, pena essere intimiditi a parole e aggrediti fisicamente. Un comportamento che pretende esclusivamente giornalisti di regime.
2 aprile 2025