I metalmeccanici sfilano in corteo a Genova al grido “Confindustria paga il contratto”
Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
A Genova, per il rinnovo del contratto del lavoro, i metalmeccanici si sono dati appuntamento alle 9 del mattino del 28 marzo in piazza Massena a Cornigliano. Il tempo di vedere lo slargo riempirsi di suoni, di bandiere, di voci, di rabbia, di bella classe operaia, e poi il corteo si è mosso; direzione centro città. Il lungo percorso si è snodato per via Cantore, via Milano, Dinegro, via Gramsci, largo Zecca. Proseguendo, e raccogliendo per la strada tante adesioni, i metalmeccanici sono entrati nelle due gallerie, separate da piazza del Portello, che collegano parte del levante e del ponente della città. Sotto le volte brunite, dall’inquinamento atmosferico cittadino, i lavoratori hanno acceso dei fumogeni rossi e tutti, ma proprio tutti, hanno lanciato con veemenza le loro parole d’ordine: Confindustria pagaci il contratto; Senza contratto c’è agitazione; Stiamo arrivando; La gente come noi non molla mai.
Superate le due gallerie il corteo è arrivato in piazza Corvetto e subito dopo in Largo Lanfranco dove una delegazione di lavoratori è stata ricevuta, negli uffici della prefettura, dal prefetto.
Battibecco ed esempio di civiltà operaia. Alle “forze dell’ordine”, schierate a protezione dell’ingresso della Prefettura ed equipaggiate con casco e manganelli, gli operai metalmeccanici hanno intonato il coro: Via il casco; La rovina dell’Italia siete voi; Missione riuscita. I caschi la Celere li ha tolti e gli operai hanno dimostrato la loro forza.
Quello del 28 marzo è il secondo sciopero che i sindacati dei metalmeccanici hanno organizzato nel 2025. Ma altra protesta, e sempre per la medesima ragione, era stata fatta anche il 13 dicembre 2024. Nel comparto ligure sono coinvolti, nel rinnovo contrattuale, circa 24 mila lavoratrici/i. Un comparto importante e che nel passato conosceva ben altri numeri. “Nonostante le mobilitazioni e gli scioperi dei mesi scorsi - hanno sostenuto i lavoratori - le posizioni con Federmeccanica e Assistal restano distanti per l’atteggiamento della controparte, che oltre provocatorio, è poco rispettoso nei confronti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”. Il paradosso è nell’atteggiamento di Federmeccanica. Infatti non era mai successo, in passato, che i sindacati presentassero una piattaforma, in cui si chiedeva un aumento per recuperare parte del salario perso a causa dell’inflazione, di estendere i diritti e di aumentare la tutela in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (“minimo sindacale”), e Federmeccanica invece di impegnarsi per trovare un punto in comune, o apportare eventuali modifiche sul testo proposto, appellandosi alla congiuntura non favorevole nel mercato interno e internazionale, presentasse una propria piattaforma completamente differente da quella chiesta e pretesa dai sindacati.
In conclusione, i padroni, dopo aver incassato negli ultimi anni grossi profitti, si rifiutano di trattare. E lo fanno con arroganza. Con quella abituale arroganza che solo i padroni riescono a palesare.
L’intransigenza padronale deve essere sconfitta con la lotta, ampliando, coinvolgendo, nella lotta di classe, l’attiva partecipazione di altre lavoratrici, di altri lavoratori, sia perché è giusto che i salari siano adeguati a una vita dignitosa, sia perché il lavoro deve essere svolto in sicurezza e sia perché, e soprattutto, si deve alzare il livello di coscienza e culturale e politico di classe del proletariato. Il movimento operaio, la classe operaia nel suo insieme, deve riappropriarsi del ruolo che nella società gli compete: quello di avanguardia di tutte le mobilitazioni.
2 aprile 2025