Tra le accuse vi è lo scambio elettorale politico-mafioso
Nuovo arresto per l’ex presidente della provincia di Salerno
Alfieri (PD) avrebbe stretto rapporto con il clan camorristico dei Marandino
Redazione di Napoli
Il 27 e 28 marzo la Procura antimafia di concerto con quella di Salerno ha effettuato decine di arresti tra la Campania e l’Abruzzo nell’ambito dell’inchiesta sullo scambio politico-mafioso che ha coinvolto anche Franco Alfieri (PD, vicino al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca), già sindaco di Capaccio ed ex presidente della provincia di Salerno.
Alfieri era stato già arrestato il 3 ottobre dello scorso anno nell'ambito di un'inchiesta su appalti truccati quando era al vertice della provincia (dal 2022) dimettendosi nell’ottobre 2024 successivamente dai suoi incarichi, transitando prima per il carcere e poi ristretto ai domiciliari. Gravissimi i reati contestati dagli inquirenti: scambio politico elettorale politico mafioso; tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso; estorsione aggravata dal metodo mafioso; detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale.
In relazione allo scambio elettorale politico mafioso, le indagini, durate circa due anni (dal 2022 al 2024), hanno riguardato la ricostruzione dei rapporti tra il sindaco dimissionario di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri e il pregiudicato capaccese Roberto Squecco, condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente dell'ala imprenditoriale del clan Marandino di Capaccio-Paestum. La camorra salernitana aveva esteso i suoi tentacoli anche nel Consiglio comunale di Capaccio-Paestum, al punto da essere coinvolta anche la ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, consigliere comunale all'epoca dei fatti. Il materiale investigativo raccolto dalle Procure ha consentito di ipotizzare un patto elettorale politico mafioso fra Roberto Squecco, Stefania Nobili e lo stesso Alfieri riguardante la raccolta di voti in favore del politico borghese in occasione delle competizioni elettorali amministrative del comune di Capaccio del 2019 in cambio del mantenimento del Lido Kennedy nella disponibilità di Roberto Squecco, anche tramite prestanome. Coinvolta anche l’assessora alle politiche sociali Mariarosaria Picariello, dimissionaria.
Tra i fatti di gravità inaudita basta citarne uno trapelato dall’inchiesta: secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, il pregiudicato Squecco avrebbe anche progettato di vendicarsi di Alfieri, organizzando un attentato dinamitardo. Il motivo stava nella violazione del patto di Franco Alfieri disponendo gratuitamente la demolizione parziale dello stabilimento balneare quando rimase fortemente danneggiato dalle mareggiate.
2 aprile 2025