Il leader del socialimperialismo cinese incontra alcuni dei più grandi imprenditori delle aziende private
Xi: “Le imprese e gli imprenditori privati appartengono alla nostra famiglia”
Xi Jinping, segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese (PCC), presidente della Cina e presidente della Commissione militare centrale, ha partecipato a un simposio sulle imprese private a Pechino la mattina del 17 febbraio e ha pronunciato un importante discorso, informava un servizio dell'agenzia di stampa cinese Xinhua che a tambur battente metteva in evidenza che il leader socialimperialista aveva sottolineato che i principi e le politiche fondamentali del Partito e del Paese in materia di sviluppo del settore privato sono stati incorporati nel sistema del socialismo con caratteristiche cinesi (ossia un sistema capitalista a tutto tondo, ndr) e saranno costantemente sostenuti e attuati. Questi principi e queste politiche non saranno modificati, garantiva Xi di fronte a una platea che comprendeva alcuni dei capitalisti o manager delle più grandi aziende private nazionali.
La delegazione governativa presente al simposio era ai massimi livelli e oltre a Xi comprendeva il premier Li Qiang, il vice-premier Ding Xuexiang e il presidente del Comitato Nazionale della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese Wang Huning che ha presieduto i lavori. Fra i capitalisti presenti c'erano i proprietari o i gestori di colossi come Huawei, Xiaomi, Unitre Robotics e Alibaba.
Nel suo intervento Xi ha detto che per decenni, la teoria e la pratica del PCC sono rimaste coerenti e si sono evolute con i tempi, sia nella comprensione dello status e del ruolo del settore privato nella riforma socialista, nell'apertura e nella modernizzazione, sia negli orientamenti e nelle politiche del Partito e dello Stato per lo sviluppo di questo settore. Pur mantenendo e migliorando il sistema economico di base del socialismo, di cui a dire il vero non è rimasta traccia, diceva XI il Partito e lo Stato si impegnano a consolidare e sviluppare incessantemente il settore pubblico ma anche incoraggiando, sostenendo e guidando con risolutezza lo sviluppo del settore privato. Il Partito e lo Stato garantiscono che le entità economiche, indipendentemente dalla loro struttura proprietaria, abbiano pari accesso ai fattori di produzione in conformità con la legge, competano su un piano di parità sul mercato e godano di pari tutela giuridica e ciò consente di raggiungere la complementarietà di risorse e sviluppo condiviso; in altre parole per Xi l'economia del socialimperialismo cinese si sviluppa nel legame tra pubblico e privato e le imprese e gli imprenditori in fin dei conti “appartengono alla nostra famiglia”. E non possono sottrarsi dal dare il loro contributo, precisa Xi, che li invita a sviluppare tutte le loro capacità nella cosiddetta “nuova era” dove l'economia privata gode di ampie prospettive di sviluppo e di grandi potenzialità che devono essere messe al servizio del del Paese, dando così un contributo nuovo e maggiore alla promozione della modernizzazione della Cina. Che al momento vuol dire soprattutto fare squadra ora che si profila un passaggio importante nello scontro per il momento solo commerciale con il principale rivale, l'imperialismo americano.
Lo scontro globale per il dominio del mondo ha dunque imposto un altro cambio di passo al socialimperialismo cinese: se prima si giustificava spacciando per socialismo il suo capitalismo di stato, ora rivendica apertamente il ruolo assolutamente cruciale dei grandi monopoli privati capitalistici cinesi impegnati ad assumere posizioni sempre più dominanti nel commercio internazionale.
2 aprile 2025