In piazza a Roma
Conte e Travaglio strumentalizzano i pacifisti a favore di Putin
Noi non definiamo la piazza del 5 aprile “una piazza di putiniani” né affermiamo che “oggi a Roma c'è la vergogna dell'Italia” (come hanno sentenziato il guerrafondaio Calenda ed Europa Radicale). Anzi, se parliamo delle decine di migliaia di manifestanti che si sono dati appuntamento a Roma, siamo convinti che nella stragrande maggioranza fossero persone che aspirano veramente alla pace, scesi in piazza perché sono convintamente contro il riarmo dell'Europa che si prepara alla guerra mondiale imperialista. Un sentimento questo, condiviso dalla maggioranza degli italiani, come confermano tutti i sondaggi.
Ma quando ci riferiamo a Conte e Travaglio beh, il giudizio è completamente diverso e ci proponiamo di smascherarli per evitare che riescano nel loro intento di strumentalizzare i tanti pacifisti in buona fede a favore di Putin.
Ambedue invocano la capitolazione dell'Ucraina e la chiamano pace. Spacciano per pace nient'altro che la vittoria di Putin. Un'idea raccapricciante della pace che si fonda sull'illusione che appeasement
e politica delle concessioni nei confronti della potenza russa più forte e aggressiva siano capaci di scongiurare che il conflitto si incancrenisca e si estenda all'intera Europa. Niente di più falso, visto il precedente storico del 1938 quando l'Accordo di Monaco, pur autorizzando la Germania nazista a procedere all'annessione delle parti dello Stato cecoslovacco abitate in prevalenza da popolazioni di lingua tedesca, finì per accelerare e non evitare lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Conte, Travaglio e il giornale che dirige, il Fatto quotidiano
, sono i principali sostenitori di questa tesi. Conte lo fa in maniera più subdola e ambigua, cercando di far credere che non esista altra via d'uscita. Fosse stato per lui e per il Movimento 5 Stelle, Kiev doveva arrendersi subito. L'Ucraina non avrebbe nemmeno il diritto di difendersi, e quindi nemmeno il diritto di cercare aiuto, anche militare, per rispondere all'aggressore.
Adesso che Trump è tornato alla Casa Bianca, ha ridimensionato Zelensky e riabilitato Putin, Conte ha commentato: “nella sua ruvidezza, Trump smaschera tutta la propaganda bellicista dell'Occidente”. E Putin, dov'è finito? Evidentemente sposa la tesi del presidente americano, ossia che Putin “vuole la pace”, mentre Zelensky “non è pronto per la pace”. Del resto sono noti gli ottimi rapporti tra i due. Quando Conte era al termine del suo primo governo, in tandem col fascioleghista Salvini, e Trump al suo primo mandato, quest'ultimo lo salutò entusiasticamente sui social: “Giuseppi was very very good”, dichiarandosi felice di una sua conferma a Palazzo Chigi. Adesso il leader dei 5 Stelle a proposito di Ucraina ricambia e afferma: ”Trump ha ragione”.
Travaglio invece è più esplicito e si presta senza vergogna, lui e il suo quotidiano (praticamente l'organo ufficiale dei 5 Stelle), a fare da megafono alla propaganda putiniana. I suoi discorsi partono sempre con un “detto che Putin è un assassino”, poi però continuano senza più nominarlo, ma si accaniscono unicamente contro Zelensky che sarebbe un criminale che manda il suo popolo al macello, un “capocomico” che pretende di vincere contro la Russia. Una Russia che, a sentir lui, sembra invincibile, mentre l'esercito e la resistenza ucraina sarebbero dei disperati che passano di sconfitta in sconfitta, nonostante gli aiuti dell'Occidente. E naturalmente dimentica di dire che sul campo di combattimento ci vanno gli ucraini e che la strapotente armata di Putin dopo oltre tre anni, non solo non è entrata a Kiev, ma non ha nemmeno occupato completamente le regioni di Donetsk e Lugansk.
Dal palco di Roma ha esordito con un “quante balle ci hanno raccontato!”. Da che pulpito viene la predica, visto che lui di menzogne ne racconta a ripetizione. Ha ripetuto una falsità dopo l'altra: “la bozza di Istambul” avrebbe garantito un accordo dignitoso ma il Regno Unito lo fece saltare; che è stata l'Ucraina, aizzata dalla Nato e dall'Occidente, a provocare la risposta russa. Ecco, alla fine il vero obiettivo è questo: addossare la colpa a Kiev e assolvere Putin, che sarebbe stato tirato per la giacchetta in questa guerra, nonostante l'aggressione fosse stata preparata da tempo ed egli stesso abbia affermato in maniera esplicita che l'Ucraina esiste storcamente solo per colpa di Lenin e Stalin e deve tornare tra le grinfie di “Santa Madre Russia”.
Quella del 5 aprile la possiamo considerare al pari di altre manifestazioni che si sono autodefinite “per la pace”, e dove in tanti, in buona fede, hanno partecipato proprio con questo spirito. Ma gli organizzatori le hanno indette per sostenere i vari imperialismi (pensiamo a quella lanciata da Michele Serra), o per giustificarli: chi a favore dell'imperialismo Occidentale ed europeo, chi quello dell'Est, come nel caso di Conte e Travaglio, due putiniani mascherati da pacifisti.
9 aprile 2025