Pareri sull'appello di Scuderi alle operaie e agli operai
“L'Editoriale di Scuderi rivolto alle operaie e agli operai è una chiamata al proletariato di lottare per il potere politico”
di Ugo - Genova
Se è vero che il tempo è tiranno, perché il suo trascorrere è inesorabile e che non si può arrestare, è assolutamente vero, antiscientifico e antistorico, pensare, o addirittura credere, che non sia possibile cambiare con la lotta l’indirizzo politico e guerrafondaio che questo nostro Paese, assieme all’Europa intera, sembrerebbe aver intrapreso.
Tuttavia, per fermare la deriva bellicista, ma ancor di più per creare le condizioni che il proletariato, che è la classe sociale che determina, con la propria forza-lavoro, la ricchezza di un Paese, abbia attrezzatura, le competenze necessarie per conquistare un diritto che gli è proprio - il Potere - occorre affrontare un presupposto politico. Presupposto politico che, e ormai lo sanno persino le pietre, non è possibile ottenere ponendo semplicemente una croce su una scheda elettorale, piuttosto prendendo coscienza della propria condizione e facendo propria la concezione proletaria del mondo, in due parole riflettere sulla necessità, per il proletariato, di assumere in sé il concetto del potere politico. Concetto, pensiero, come più volte ha puntualizzato nei suoi importanti, precisi e illuminati editoriali il Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi, ormai del tutto assente nei discorsi, e nei programmi, della classe operaia. Per recuperare questa fondamentale aspirazione, come esorta il compagno Scuderi, un primo passo, per la classe operaia, è cominciare a parlarsi. Ecco che allora l’Editoriale del Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi, preparato in occasione del 48° Anniversario della fondazione del PMLI e pubblicato su Il Bolscevico
, diventa dirompente, necessario per il Partito, ma soprattutto per il proletariato.
L’Editoriale, dal titolo - Parliamoci! - rivolto alle operaie e agli operai, scaturisce da una necessità, imposta con sempre maggior urgenza e da una situazione politica sempre più emergenziale. L’idea avanzata da troppi, e non solo dai padroni, che ormai le classi sociali non esistono più e che con il capitalismo si deve convivere pacificamente limando gli eventuali problemi sorti tramite la pratica della concertazione sindacale, ha di fatto depresso, in molti strati della popolazione, la voglia di reagire, di lottare per i propri diritti, di essere protagonisti del proprio presente e del proprio futuro, e di rivendicare il diritto di lottare per cambiare il potere politico; quella condizione depressiva va rimossa. Perché a pagare i conti, in termini di vite umane e sacrifici economici, in caso di una guerra imperialista o del riarmo dell’Europa imperialista, sono sempre i proletari e le masse popolari. E se l’Editoriale del compagno Scuderi si rivolge alle operaie e agli operai non è solo perché il PMLI è il Partito del proletariato, ma è anche perché è l’unico partito che parla chiaro, che non è corrotto dal revisionismo, che mai si farà corrompere dalla logica della concezione borghese del mondo e che invita lavoratrici/i, studenti, disoccupati, ogni sfruttato, ad aprire finalmente gli occhi assumendo una coscienza proletaria.
Scuderi entra per cui nel merito, per il proletariato, della questione più essenziale; parlarsi, confrontarsi, per crescere e per fare proprio il concetto del potere politico. Perché è evidente come la luce del sole, il potere politico, il proletariato, a causa della menzognera propaganda politica dei presunti partiti della sinistra istituzionale, lo ha sacrificato sull’altare della paghetta, lo ha di fatto ceduto, strategicamente e persino culturalmente, alla borghesia. E questo non perché lo racconta, a nome del PMLI, il compagno Scuderi per ottenere interessi politici, e per raccogliere, sfruttando la difficile congiuntura economica che si sta creando, proseliti nel campo del PMLI, a raccontarlo sono i fatti. Fatti non confutabili. Che per il proletariato ci sia solo sfruttamento, sacrifici economici, poca libertà di espressione, licenziamenti, manganellate quando difende il proprio posto di lavoro, persino quando manifesta, in opposizione alle reazionarie posizioni internazionali governative, in difesa dei popoli oppressi, ebbene che ci sia solo questo e tanti doveri e pochi reali diritti, lo sa, senza fare tanti giri di parole, il proletariato stesso, lo sa chi semplicemente apre gli occhi; è come trovare l’umidità in un pozzo.
Ecco che allora l’Editoriale “Parliamoci!” del compagno Giovanni Scuderi, rivolto alle operaie e agli operai, è un invito, una chiamata, per il proletariato italiano, a rivendicare il proprio ruolo, a pretendere ciò che gli spetta di diritto; a non essere semplice spettatore pagante, a non essere sfruttato, a godere della ricchezza prodotta dal proprio sudore e a lottare per il potere politico. E nel proporre di parlarsi, di confrontarsi, di crescere insieme, il compagno Scuderi mette a disposizione il PMLI, i suoi militanti, e il suo Organo: Il Bolscevico
. D’altronde il Partito, sorretto dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao, è l’unica arma che il proletariato possiede per la propria emancipazione. Per questo esiste, per questo motivo è stato fondato. Il 9 Aprile del 1977 un gruppo di coraggiosi pionieri ha fondato il PMLI. E quella illuminata avanguardia di compagne/i, dando vita al PMLI, ha inteso, in quella maniera, consegnare al proletariato la risorsa necessaria per raggiungere la propria emancipazione. Da quei giorni sono trascorsi 48 anni. Nessuna ruga (cedimento revisionista) è comparsa sulla propria linea politica. Il PMLI è rimasto fedele e ancorato alle sue prerogative - al marxismo-leninismo-pensiero di Mao - pronto e preparato alle sfide del ruolo che si è assunto, e a disposizione della classe operaia, della classe che rappresenta; il proletariato.
Dunque, il messaggio, l’invito, che il compagno Scuderi rivolge con il suo Editoriale “Parliamoci!” alle operaie e agli operai di contattare i compagni del Partito, tramite il suo Organo direttamente il PMLI e il suo Segretario generale, altro non è che raggiungere e assumere il senso originario della sua fondazione e della sua compiutezza; il Partito per il proletariato, il proletariato e il suo Partito.
“Noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra. Ovunque andiamo, dobbiamo unirci al popolo, mettere radici e fiorire in mezzo al popolo”
(Mao Zedong).
23 aprile 2025