Migranti ammanettati deportati al Cpr in Albania
10 arrestati perché protestano
Venerdì 11 marzo 40 migranti arrivati poche ore prima in Albania sulla nave Libra della Marina militare italiana sono stati trasferiti nel centro per migranti di Gjader, in Albania.
Il centro è pronto dallo scorso ottobre, ma finora era stato utilizzato solo per pochissimi giorni. È uno dei due che il governo italiano ha fatto costruire in Albania con l’obiettivo di portarci i migranti soccorsi in mare, ma finora non era mai riuscito a utilizzarlo perché i vari tribunali competenti non avevano convalidato i trattenimenti dei migranti, ritenendoli in contrasto con le norme europee.
Ora il governo è riuscito a farci trasferire i migranti per mezzo di un decreto approvato a fine marzo con cui sta cercando di superare gli ostacoli per cui finora non era mai riuscito a utilizzare il centro. Il decreto ha stabilito che il centro di Gjader potrà essere usato come centro di permanenza per i rimpatri: è il nome esteso dei cosiddetti CPR, i posti in cui vengono mandate le persone che hanno già ricevuto un decreto di espulsione e aspettano di essere rimpatriate, dopo che è stata rifiutata loro la richiesta d’asilo.
I migranti appena arrivati in Albania sono originari di Tunisia, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Algeria, Georgia, Nigeria e Moldavia.
I migranti avevano vergognosamente delle fascette attorno ai polsi, ufficialmente per impedire loro di commettere gesti di autolesionismo, per Piantedosi è tutto regolare: “Quella delle fascette ai polsi è una procedura che adottano normalmente gli operatori ed io non solo non ne prendo le distanze, ma la condivido. Quelle persone sono state trasferite in Albania in uno stato di privazione della libertà personale e non limitare i loro movimenti avrebbe significato che avremmo dovuto quadruplicare il numero degli agenti. Avremmo dovuto prendere un’altra nave, i trasferimenti sarebbero stati molto più costosi”. Sarcastico Salvini: ''dovevamo trasferirli con l'uovo di Pasqua?''.
La reazione delle associazioni, cattoliche e laiche, in prima linea per l'accoglienza, raccolte nel Tavolo Asilo, è ferma. “È una insopportabile esibizione di crudeltà, che calpesta i diritti di quelle persone e i principi del nostro sistema giuridico”, scrive il Tavolo in una nota.
“Con il decreto legge n. 37/2025 il Governo italiano ha voluto deportare in Albania persone straniere già trattenute nei CPR italiani in attesa di rimpatrio senza alcuna giustificazione se non quella di rimediare al flop del Protocollo con l'Albania”. Non solo: si tratta di un'operazione compiuta “con un impiego di forze di polizia priva di qualsiasi motivazione: 2 poliziotti a controllare ogni straniero ammanettato ad uso esclusivo delle telecamere e dei giornalisti per comunicare una pericolosità inesistente. Il ricorso alle manette per persone, è bene ricordare, trattenute nei Cpr e ora in Albania non perché abbiano commesso un reato, ma perché destinatarie di un provvedimento amministrativo di espulsione, cioè perché hanno un documento scaduto”.
Secondo i media albanesi dieci dei quaranta migranti arrivati a Gjader la scorsa settimana sarebbero stati posti agli arresti in seguito alla piccola rivolta di due giorni fa quando, protestando per il trasferimento in Albania, sono stati distrutti arredi e suppellettili delle stanze del CPR. Danneggiamenti che, anche per il nuovo decreto sicurezza appena approvato dal governo, prevedono adesso pene severe.
Questo è il triste destino dei migranti sotto il governo Meloni: discriminati, privi di ogni diritto, ad alcuni di loro tocca la deportazione in Albania prima del rimpatrio.
Urge riconoscere pari diritti e libero accesso ai migranti, che non possono subire un trattamento simile anche solo per un documento scaduto.
È ora di muovere la Piazza per liberarsi del nero governo Meloni neofascista e razzista.
Basta con Mussolini in gonnella. Antifasciste/i scendiamo in piazza!
23 aprile 2025