Genova. Cortei combattivi e partecipati. Contestati il capo dello Stato e il presidente della Regione
Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
A 80° anni dalla Liberazione la città di Genova ha visto le sue strade attraversate da vari e molto partecipati e rumorosi cortei. Il più combattivo, e il più determinato a non ridurre il 25 Aprile a una semplice commemorazione, piuttosto a un momento di lotta, è stato promosso da Genova Antifascista. Circa un migliaio di antifascisti, di anticapitalisti, di antagonisti con bandiere, tamburi, cori, al grido - siamo tutti antifascisti - si sono radunati il 24 aprile davanti alla Casa dello Studente (sede della Gestapo e luogo di tortura di prigionieri antifascisti durante l’occupazione nazista) situata in corso Aldo Gastaldi.
Il corteo, dopo essere passato, e sostato, in piazza Alimonda per ricordare Carlo Giuliani (il manifestante ventenne che durante il G8 imperialista di Genova del 2001 venne ucciso da un carabiniere), ha proseguito il suo cammino soffermandosi in piazza delle Americhe (adiacente alla stazione ferroviaria di Genova Brignole) dove è stato appeso uno striscione per contestare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver firmato il ddl sicurezza. Sempre nella piazza della stazione Brignole, ma davanti alla Confindustria, i manifestanti hanno esposto un manichino raffigurante un lavoratore morto sul lavoro, un proletario sacrificato sull’altare del profitto. Quindi il corteo con le sue musiche, con le sue parole d’ordine, con la sua determinazione si è diretto in piazza De Ferrari. “Questo corteo sarà un ponte tra le lotte del passato e quelle del presente - dichiarano gli organizzatori - La nostra storia è quella scritta nella battaglia di Cantalupo, sulle lapidi della Benedicta, nelle fabbriche occupate, ma anche nelle resistenze contemporanee, come quelle del popolo palestinese contro l’invasione sionista”.
In 10mila il giorno 25 Aprile hanno manifestato al corteo promosso dall’Anpi. Non sono mancati fischi al presidente della Regione Marco Bucci.
Pertanto, essere in piazza non solo per ricordare la gloriosa pagina scritta dalle partigiane e dai partigiani, ma, oggi come oggi, pure per manifestare, per protestare contro il decreto sicurezza, contro la guerra, contro l’imperialismo, la repressione, quindi contro i decreti e le leggi del neofascista governo Meloni. La Resistenza, che ha consegnato al nostro Paese la dignità persa durante il ventennio fascista e nella Seconda guerra mondiale, ci ha insegnato e dimostrato che non può essere considerata solo un atto storico di opposizione popolare da celelbrare. Ci ha invero dimostrato che pure di fronte a estreme difficoltà la volontà di cambiare può prevalere: il cambiamento sociale non può che nascere dalla lotta, e la lotta di classe è lo strumento, il cuore pulsante, di questa trasformazione.
Viva il 25 Aprile!
Teniamo alta la bandiera della Resistenza, abbattendo il governo neofascista Meloni, per l’Italia rossa e socialista!
30 aprile 2025