Firenze. “Firenze antifascista” porta in piazza migliaia di giovani. Qualificata partecipazione del PMLI. Alla cerimonia istituzionale in piazza della Signoria, intimidazione da parte della DIGOS contro il PMLI. Contestati la sindaca Funaro e il meloniano di ferro Donzelli.
Redazione di Firenze
Il tentativo del governo neofascista Meloni di mettere il bavaglio alle manifestazioni del 25 Aprile, col pretesto della morte del papa, non ha sortito nessun effetto sulla manifestazione organizzata nel capoluogo toscano da “Firenze antifascista”. Se alcune amministrazioni comunali (anche guidate dalla “sinistra” borghese) hanno ossequiosamente seguito l'invito a celebrare “sobriamente” la Giornata della Liberazione dal nazifascismo, l'iniziativa che si è svolta in Piazza Santo Spirito e nel quartiere di San Frediano è stata combattiva, rumorosa e colorata.
Già dal primo pomeriggio la piazza si era animata di vari stand allestiti dall'Anpi Oltrarno, dal CPA Firenze sud, dal Comitato No base Nato né a Firenze né altrove e da altre organizzazioni, mentre dal palco si succedevano gli interventi, tra cui quello dei Giovani palestinesi. Verso le 17 momento toccante, con la collocazione di una corona di fiori sotto la targa che ricorda il comandante partigiano Potente, dove anche compagni del PMLI hanno posato per una foto collettiva.
È poi partito un colorato e compatto corteo a cui hanno partecipato alcune migliaia di antifascisti, che hanno percorso le strade del quartiere di San Frediano offrendo una bella immagine di combattività, molto lontana dalle stanche e stereotipate celebrazioni istituzionali, che spesso nascondono un antifascismo soltanto di facciata.
Come hanno spiegato gli organizzatori: “Non si tratta di una celebrazione commemorativa e istituzionale, ma di un momento di partecipazione che sappia cogliere e trasmettere il significato e l’esempio della Resistenza partigiana. Ancora una volta, la storia ci mette davanti al baratro della guerra mondiale. Oggi lo fa attraverso quelle stesse istituzioni democratiche che, in teoria, avrebbero dovuto essere un argine al fascismo, ma all’interno delle quali i neofascisti continuano a muoversi con piena legittimità, arrivando a ricoprire alcune delle più alte cariche dello Stato”.
Una selva di bandiere rosse, bandiere palestinesi, slogan, fumogeni, canti e suoni, a cui hanno contribuito un paio di gruppi musicali, hanno animato il corteo che è arrivato fino a Piazza Tasso (dove si trova un monumento in memoria di 5 civili trucidati dai fascisti il 17 luglio 1944), per poi tornare in piazza Santo Spirito. Un corteo accolto festosamente dal quartiere, con tanti che dai balconi e dagli serecizi commerciali salutavano o scattavano foto e automobilisti che alzavano il pugno chiuso dal finestrino o suonavano il clacson.
Slogan contro il governo Meloni e il decreto legge fascista sulla “sicurezza”, di condanna a Israele e di sostegno alla Resistenza palestinese, canti di Bandiera rossa, Fischia il vento e Bella Ciao, urlata a squarciagola anche dai marxisti-leninisti.
La delegazione del PMLI, diretta dal compagno Andrea Cammilli, è stata accolta favorevolmente, fin dal suo arrivo in Piazza Santo Spirito. Super fotografati i nostri cartelli, dov’era riprodotta la Mussolini in gonnella Meloni, i “corpetti” e le bandiere del Partito. Sono stati diffuse alcune centinaia di copie dei volantini con l'Editoriale de Il Bolscevico
sul 25 Aprile, presi con piacere e certe volte richiesti, dai manifestanti.
Era presente con un folto spezzone Firenze per la Palestina, mentre tra le organizzazioni politiche, oltre a quella del PMLI, si notavano i simboli del Fronte della gioventù comunista, Rifondazione, il Partito dei Carc, il Partito comunista rivoluzionario, i sindacati di base Cub e Cobas e poi tanti giovani in ordine sparso. La partecipazione di tantissimi giovani e giovanissimi è stata una delle note più positive della giornata, che ha dimostrato come l'antifascismo più militante e di sinistra sia una realtà ben viva e presente in città, a cui Firenze antifascista è riuscita a dare visibilità, e che auspichiamo possa coinvolgere un numero ancora maggiore di popolazione e di giovani.
Al mattino invece, alla presenza di qualche centinaio di manifestanti, si è svolta la consueta cerimonia istituzionale in piazza della Signoria. Dopo l'intervento di circostanza della sindaca piddina Sara Funaro, è intervenuto il giornalista del Corriere della Sera
, Aldo Cazzullo, che ha citato più il Rinascimento fiorentino che la Resistenza italiana, ma ha avuto quantomeno la buona idea di contestare la proposta della destra di intitolare una strada al filosofo del fascismo Giovanni Gentile. Contestato da qualche coro anche il fascista Donzelli, numero 2 di FdI, provocatoriamente presente in piazza nel tentativo di mostrare quel “democratico rispetto delle istituzioni nate dalla Resistenza” che il suo partito di governo calpesta ogni giorno.
In chiusura l'intervento di Vania Bagni per l'ANPI provinciale che ha sottolineato l'azione delle donne partigiane e il ruolo delle lotte sociali e collettive dei primi decenni della “Repubblica”.
Un folto gruppo di manifestanti ha contestato la sindaca Funaro con uno striscione, circondato da numerose bandiere palestinesi, con su scritto “Sindaca, chi non agisce contro il genocidio è complice”.
Dopo il suono delle chiarine, seppur l'iniziativa si fosse chiusa senza la musica di “Bella ciao” come accade ogni anno, una larga parte della piazza ha intonato autonomamente la canzone più rappresentativa della Resistenza italiana, infischiandosene del vergognoso “appello” del governo e in barba anche della fattuale accettazione di questo vigliacco, strumentale e pericoloso invito da parte della giunta fiorentina.
In pieno contrasto allo spirito dell'iniziativa, e a conferma della mano repressiva del governo e delle sue forze dell'ordine borghese in camicia nera, registriamo la grave intimidazione subita dei compagni del PMLI che sono stati identificati in piazza da agenti della DIGOS, immediatamente denunciata dal Comitato provinciale di Firenze del Partito con un comunicato, pubblicato a parte.
L'identificazione è stata una risposta diretta al messaggio antifascista e di classe del quale i nostri compagni erano portatori poiché, oltre a diffondere numerosi volantini con l’Editoriale de Il Bolscevico
sul 25 Aprile, hanno coraggiosamente tenute alte le bandiere e il cartello del Partito che denunciava senza mezzi termini la natura neofascista del governo Meloni e l'improrogabile urgenza di abbatterlo con la lotta di piazza.
30 aprile 2025