Mentre continuano i criminali bombardamenti dei nazizaristi russi
Divergenze tra USA e Europa sulla pace in Ucraina
Trump: “La mia pazienza sta per esaurirsi”. Zelensky: “Le concessioni territoriali violano la nostra costituzione. La Crimea deve essere restituita diplomaticamente e siamo aperti a discutere dei territori solo dopo un cessate il fuoco incondizionato”

I funzionari ucraini ed europei hanno presentato la scorsa settimana le loro controproposte all’accordo di pace capestro per l’Ucraina voluto dagli Stati Uniti: dalla questione territoriale alle sanzioni contro la Russia, i documenti completi delle proposte emerse dalle discussioni tra funzionari americani, europei e ucraini a Parigi il 17 aprile e a Londra il 23 aprile sono stati consultati e resi noti dall’agenzia di stampa Reuters.
Il primo documento illustra le proposte comunicate dall’inviato di Donald Trump a Mosca, Steve Witkoff, alle sue controparti europee a Parigi, che sono state poi trasmesse agli ucraini, secondo quanto affermano le fonti vicine alle discussioni. Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha descritto queste proposte come un “quadro generale” per illustrare le differenze tra le parti. Il secondo testo è stato redatto una settimana dopo, durante le discussioni tra funzionari ucraini ed europei a Londra, ed è stato consegnato alla parte americana.
Per quanto riguarda la questione territoriale, le proposte di Steve Witkoff ricalcano le pretese nazizariste russe e chiedono che gli Stati Uniti riconoscano de jure il controllo della Russia sulla Crimea, la penisola ucraina annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, e che riconoscano de facto il controllo della Russia sulle aree dell’Ucraina meridionale e orientale da essa occupate. D’altra parte, il documento europeo e ucraino rinvia qualsiasi discussione dettagliata sul territorio fino alla conclusione del cessate il fuoco, senza menzionare nel documento nessun riconoscimento del controllo russo su alcun territorio ucraino.
Per quanto riguarda la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina, la proposta statunitense afferma che l’Ucraina beneficerebbe di una “solida garanzia di sicurezza”, con l’Europa e altri Stati amici a fare da garanti. Non dice nulla di più ma specifica molto palesemente che Kiev non cercherà di entrare nella NATO. L’altro documento è più specifico e afferma che non ci saranno limiti alle forze ucraine e non ci saranno restrizioni per gli alleati dell’Ucraina che stazioneranno le loro forze militari sul territorio ucraino - una disposizione che Mosca ha sempre respinto. Propone inoltre forti garanzie di sicurezza per Kiev, pure da parte degli Stati Uniti, con un “accordo di tipo articolo 5”, la clausola fondamentale di difesa reciproca della NATO.
Per quanto riguarda le misure economiche, invece, le proposte portate da Steve Witkoff prevedono che le sanzioni in vigore contro la Russia dall’annessione della Crimea nel 2014 siano revocate come parte dell’accordo attualmente in discussione. Le controproposte europee, invece, prevedono un “graduale alleggerimento delle sanzioni una volta stabilita una pace duratura”. Le sanzioni potranno essere ripristinate se la Russia non rispetterà i termini dell’accordo di pace. Il testo preparato dagli europei e Kiev propone anche che l’Ucraina riceva un risarcimento finanziario per i danni causati durante la guerra dai beni russi congelati all’estero. Il “testo Witkoff” afferma solo che l’Ucraina sarà compensata finanziariamente, senza specificare la provenienza dei fondi e se e quando saranno erogati, non fornendo perciò nessuna garanzia che la Russia paghi per i danni provocati.
I delegati americani speravano di tornare a Washington con l’ok di Kiev a quella che viene descritta come “l’offerta finale” del fascioimperialista Trump per porre fine al conflitto. Invece è finita con altra tensione tra i due presidenti e un nuovo ultimatum del dittatore fascista di Washington all’Ucraina: “Sono dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra”, ha dichiarato Trump, in merito all’intervista rilasciata dal leader ucraino al Wall Street Journal nella quale ha chiarito che non riconoscerà mai la Crimea come russa. “Non ha nulla di cui vantarsi! La situazione per l’Ucraina è disastrosa, può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese. La dichiarazione rilasciata oggi da Zelensky non farà altro che prolungare il campo di sterminio”. Mentre il vicepresidente USA, JD Vance, ha lanciato un avvertimento a entrambe le parti: “Dovrete rinunciare a parte dei vostri territori”. La posizione di Trump è stata confermata dalla sua portavoce Karoline Leavitt durante un briefing con la stampa: Zelensky, ha accusato Leavitt, “ha cercato di contestare questi negoziati di pace sulla stampa, e questo è inaccettabile per il presidente. Questi dovrebbero essere negoziati a porte chiuse”. La pazienza del tycoon, avverte la portavoce, “sta per esaurirsi”: “Vuole fare ciò che è giusto per il mondo. Vuole vedere la pace. Vuole che le uccisioni finiscano, ma servono entrambe le parti in conflitto disposte a farlo, e purtroppo il presidente Zelensky sembra muoversi nella direzione sbagliata”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dal canto suo ha ammesso che l'Ucraina non ha la potenza militare necessaria per riconquistare la Crimea, ma ha esortato la comunità internazionale a continuare a fare pressione sulla Russia, che occupa illegalmente la penisola dal 2014. "Concordo con il presidente Trump sul fatto che l'Ucraina non abbia armi sufficienti per riprendere il controllo della Crimea con la forza. Ma il mondo ha opportunità di sanzioni, altre pressioni economiche, pressioni diplomatiche per discutere di questioni territoriali", ha continuato Zelensky, "ma solo dopo un cessate il fuoco completo e incondizionato. Questa è la nostra visione". Il presidente ucraino aveva già fermamente respinto qualsiasi accordo di pace che coinvolga concessioni territoriali: “Questo viola la nostra Costituzione. Questo è il nostro territorio, il territorio del popolo ucraino. La Crimea deve essere restituita diplomaticamente e l’Ucraina è aperta a discutere i suoi territori solo dopo che è stato raggiunto un cessate il fuoco incondizionato”, ha detto il 25 aprile.
Dopo il rinvio dell’incontro programmato dei ministri degli Esteri, una delegazione ucraina ha incontrato sempre il 23 aprile a Londra l’inviato statunitense Keith Kellogg. Al termine del faccia a faccia, il consigliere della presidenza ucraina Andriy Yermak ha sottolineato su X che Kiev “durante i negoziati resta ferma sui suoi principi fondamentali, che sono alla base della nostra sovranità e integrità territoriale”. Yermak ha poi detto di aver sottolineato “che un cessate il fuoco immediato, completo e incondizionato deve essere il primo passo verso l’avvio di negoziati volti a raggiungere una pace giusta e duratura”: “Abbiamo espresso la speranza che questo sia in linea con la visione del presidente Donald Trump”, ha concluso.
A Bruxelles non è piaciuta la mossa americana di proporre l’annessione definitiva della Crimea alla Russia. Tanto che Guillaume Mercier, portavoce della Commissione dell’UE, ha ribadito che la posizione dell’Europa rimane quella del sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina che prevede la restituzione di tutti i territori annessi dal 2014: “Siamo al fianco dell’Ucraina” con l’impegno a sostenerne “la sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Per quanto riguarda la Crimea, la nostra posizione è davvero chiara, la Crimea è Ucraina”. I presidenti delle commissioni per gli affari esteri di otto parlamenti europei il 25 aprile hanno altresì esortato gli Stati Uniti a porre fine alla “politica di pacificazione” nei confronti della Russia chiedendo una “posizione risoluta” contro Mosca, secondo un documento visto dall’”Independent” di Kiev. "Abbiamo fortemente messo in guardia dal cedere al suo ricatto e inganno", si legge nella dichiarazione firmata dai presidenti delle commissioni per gli affari esteri del Regno Unito, della Francia, della Repubblica Ceca, della Lituania, della Lettonia, dell'Estonia e dell’Ucraina. Esortiamo a porre fine alla politica di pacificazione e chiediamo invece una posizione unita e risoluta contro il regime terroristico della Russia. Negoziare con il criminale di guerra Putin è evidentemente inutile; il suo obiettivo principale è minare e umiliare il nostro alleato, gli Stati Uniti. Chiediamo a tutti gli Stati di garantire che Vladimir Putin e tutti coloro complici dei suoi crimini siano consegnati alla giustizia”.
“L’ Ucraina merita un accordo di pace migliore” ha affermato il “Washington Post” nell’editoriale del 26 aprile, notando come l'attuale proposta dell'amministrazione Trump favorisce la Russia e "premia Putin per la sua guerra". "Capitolare ora, nei termini dell'ultima proposta della Casa Bianca, porterebbe all'Ucraina la pace e poco più" perché - mette in evidenza il Washington Post - a Kiev non sarebbe concessa l'occasione di proteggersi da future incursioni dalla Russia entrando a far parte della NATO e non le sarebbe offerta nessuna garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti.
Intanto chi si muoverebbe nella “direzione giusta” per l’imperialismo americano e i putiniani di tutto il mondo con quelli di casa nostra in prima fila sarebbe il nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin, che sul campo continua con i criminali bombardamenti contro i civili. Nuovo attacco russo contro i civili a Marganets, dove un drone si è abbattuto contro un bus uccidendo nove persone e ferendone oltre trenta. Dodici persone uccise e più di 90 sono rimaste ferite, tra cui sei bambini, nell'attacco russo su larga scala con missili e droni su Kiev nella notte del giorno dopo, 24 aprile. Sono stati segnalati incendi in edifici residenziali, ha dichiarato il capo dell'Amministrazione Militare della Città di Kiev, Tymur Tkachenko, aggiungendo che anche automobili ed edifici commerciali sono stati colpiti. Detriti caduti sono stati trovati in giro per la città, ha detto Tkachenko, che ha descritto l'attacco come "la pace russa in tutto il suo splendore".

30 aprile 2025