Prato. Gli antifascisti non rinunciano al canto di “Bella ciao”. La sindaca (PD) Bugetti si adegua alla “sobrietà” voluta dal governo Meloni

Dal corrispondente della Cellula “G. Stalin” di Prato
A Prato, come in tante altre città d'Italia, i cinque giorni di lutto per la morte del papa e l'“invito alla sobrietà” imposti dal governo neofascista Meloni hanno offerto alla sindaca PD Ilaria Bugetti e alla segretaria provinciale dell'Anpi Angela Riviello il pretesto per imprimere alle celebrazioni dell'80° anniversario della Liberazione un taglio ancora più istituzionale, patriottardo, militaresco e di mestizia per la morte di Bergoglio.
Il tradizionale corteo è stato infatti trasformato in una sorta di “funerale”, con i gonfaloni listati a lutto, le bandiere a mezz'asta e la vergognosa parata militare “in onore ai caduti di tutte le guerre” in Piazza Delle Carceri, con i reparti scelti delle Forze armate schierate, l'inno di Mameli e le marcette militari a fare da sottofondo. Un cerimoniale che nulla ha a che vedere con lo spirito antifascista del 25 Aprile e i valori della Resistenza.
Ciononostante, alla fine della cerimonia militare, contravvenendo al protocollo istituzionale, la banda filarmonica Puccini, incoraggiata dalle insistenti richieste dei manifestanti, ha eseguito “Bella ciao” che è stata subito rilanciata a squarciagola da tutto il corteo per tutta le seconda parte della manifestazione da Piazza Delle Carceri fino a Piazza Del Comune.
Equivoci invece i ripetuti richiami al “papa dei poveri e della pace” da parte della Bugetti e della Riviello durante gli interventi conclusivi in Piazza Del Comune che hanno cercato in tutti i modi di travisare il tema centrale della Liberazione dal nazifascismo e si sono guardati molto bene dal dire una sola parola di condanna contro il governo neofascista Meloni. “Vorrei tranquillizzare il ministro Musumeci e tutto il governo - ha fra l'altro detto Bugetti ironizzando sul grave tentativo imbastito dalla Mussolini in gonnella - che festeggeremo il 25 Aprile con sobrietà come abbiamo sempre fatto, a meno che intonare 'Bella ciao' non sia considerato un festeggiamento sguaiato... Ce lo ha insegnato con il suo esempio anche Papa Francesco” ha chiosato deferente a Bergoglio da una parte e, con una strizzatina d'occhio ai sindacalisti del Sudd-Cobas Prato Firenze, dall'altro, aggiungeva fra l'altro: “La nostra città è pronta a tendere la mano a chi cerca in questa città una vita migliore per sé e per la propria famiglia. Ci impegneremo al massimo perché Prato non lasci indietro nessuno. I principi di libertà, giustizia sociale e uguaglianza, conquistati qui 80 anni fa con il sangue dei nostri concittadini, non devono più essere macchiati dall’ombra dello sfruttamento lavorativo e dai metodi mafiosi in nome del Dio denaro”.
Di rimando la presidente dell’Anpi Riviello ha ringraziato il Consiglio comunale per aver revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, un atto politico apprezzabile e importante, ma non certo assimilabile a una “grande vittoria antifascista” dal momento che tutte le cittadinanze onorarie concesse a Mussolini durante il fascismo sono ufficialmente decadute al momento della sua esecuzione da parte dei partigiani.
Alle celebrazioni ha preso parte la Cellula "G. Stalin" di Prato del PMLI. Il compagno Franco Panzarella era nel corteo col cartello in cui era riprodotto il manifesto del Partito, super ripreso e superfotografato da manifestanti e cineoperatori, e ha diffuso ai manifestanti alcune decine di volantini con l'Editoriale sul 25 Aprile pubblicato su “Il Bolscevico”.
In Piazza Del Comune una manifestante antifascista di Belluno, figlia di una staffetta partigiana che ha compiuto cento anni nei giorni scorsi, ha fatto i “complimenti al Partito per il bellissimo manifesto” e si è fatta fotografare col nostro cartello “per portarlo come regalo di compleanno a mia mamma che ne sarà sicuramente felice”.
Nel pomeriggio Panzarella ha preso parte alla Staffetta Partigiana organizzata dal Comitato 25 Aprile di Prato sfilando in corteo con la bandiera del PMLI issata sul portapacchi della bici e la locandina del manifesto sul manubrio anteriore. Il corteo partito da Piazza Delle Carceri e si è concluso a Piazzale dell'Università con letture di poesie, ricostruzioni storiche, musica, intrattenimento e interventi fra cui quello di un operaio della Gkn che ha sottolineato l'importanza di “Insorgere e di resistere al fascismo e ai padroni”.

30 aprile 2025