Abile mossa tattica del governo di Kiev per riattivare gli aiuti economici e militari
Firmato l'accordo tra Ucraina e Usa sulle “Terre rare”
Portati alla luce altri crimini dei nazizaristi russi

È stato firmato il 30 aprile l’accordo economico e finanziario tra Ucraina e Stati Uniti, quello da tempo definito sulle “terre rare”. Rispetto alle esose e inaccettabili pretese iniziali del dittatore fascioimperialista Trump il governo di Kiev ha strappato un accordo decisamente migliore, oltre che tatticamente intelligente in quanto fa riaprire di fatto il flusso degli aiuti anche militari da Washington, interrotti dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
Il giorno dopo, presentandolo al Paese, il presidente ucraino Zelensky ha assicurato che sarà fatto il possibile per una ratifica in tempi rapidi alla Verkhovna Rada (il parlamento). "L'accordo – ha affermato - ha subito modifiche significative durante il processo di preparazione" e ora è "davvero paritario, crea un'opportunità per investimenti in Ucraina, anche significativi". L'intesa, ha tenuto a sottolineare Zelensky, "non prevede alcun debito e viene creato un Fondo, il Recovery Fund, che investirà in Ucraina". Si tratta "di lavorare insieme all'America e a condizioni eque, affinché sia lo Stato ucraino sia gli Stati Uniti, che ci aiutano a difenderci, possono trarre vantaggio dalla partnership". In base all’accordo dunque sarà garantito agli USA un accesso privilegiato a nuovi progetti di investimento per sviluppare le risorse naturali dell'Ucraina, tra cui alluminio, grafite, petrolio e gas naturale, ma l’Ucraina manterrà “il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, come ha rilevato il primo ministro di Kiev Denys Shmyhal, ribadendo che “L’accordo non prevede obblighi di debito”. Vi si afferma un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e gli impegni degli Stati Uniti a “sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nei quadri economici globali”. Un accordo che, come si legge nel testo finale, altresì “rafforza il partenariato strategico tra le parti per la ricostruzione a lungo termine e la modernizzazione dell’Ucraina, in risposta alla distruzione causata dall’invasione su vasta scala della Russia dell’Ucraina e dal perseguimento di un’Ucraina pacifica, sovrana e resiliente”.
Per quanto riguarda l’aspetto diplomatico il 2 maggio il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiga ha affermato in un discorso al Parlamento ucraino che Kiev non accetterà "la pace ad ogni costo" e ha anche elencato le linee rosse nei negoziati di pace, che "restano chiare e immutate". Lo riporta “Ukrainska Pravda”. "Innanzitutto, non riconosceremo come russo alcun territorio temporaneamente occupato in Ucraina", ha detto aggiungendo che, secondo lui, l’Ucraina non limiterà la struttura o le dimensioni del suo esercito, non ridurrà l'industria della difesa, l'assistenza militare agli alleati o la presenza dei loro contingenti. "In terzo luogo, non accetteremo alcuna restrizione alla sovranità dell'Ucraina, alla nostra politica interna ed estera, in particolare per quanto riguarda la scelta delle unioni e delle alleanze a cui intendiamo aderire", ha sottolineato il ministro degli Esteri.
Se il nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin, intento a autocelebrarsi per i suoi 25 anni di potere incontrastato in Russia, parla di un “possibile cessate il fuoco”, almeno nei giorni delle celebrazioni della vittoria nella seconda guerra mondiale a partire dalla strumentale parata del 9 maggio a Mosca, il presidente ucraino Zelensky ha fatto sapere il 4 maggio da Praga di ritenere “che un cessate il fuoco sia possibile in qualsiasi momento, anche se dovrebbe durare almeno 30 giorni a partire da ora per dare una reale possibilità alla diplomazia”. In contemporanea Trump, in un'intervista rilasciata a Nbc News, ha ammesso che la pace tra Russia e Ucraina, che in passato assicurava di potere ottenere rapidamente, addirittura in uno o pochi giorni, potrebbe non essere raggiungibile: "Forse non è possibile farlo", ha detto il dittatore fascista .“C'è un odio tremendo tra questi due uomini (Putin e Zelensky, ndr ) e tra i generali”.
Fatto sta che gli attacchi e i bombardamenti della Russia anche su obiettivi civili in Ucraina continuano quotidianamente senza soluzione di continuità, provocando morti e distruzioni.
L’ennesimo crimine nazizarista russo è venuto alla luce la scorsa settimana. A febbraio la Russia aveva restituito all’Ucraina i corpi di 757 persone morte in combattimento, in uno scambio mediato dalla Croce Rossa Internazionale. Fra tutti ce n’era uno in condizioni terribili: non aveva più gli occhi, il cervello e la laringe. In altre parti del corpo si vedevano chiaramente i segni di torture ripetute. Il cranio era completamente rasato. Solo dopo settimane, grazie a un’analisi del DNA, si è scoperto che il corpo apparteneva a Viktoriia Roshchyna, una giornalista ucraina di 27 anni rapita dai russi a Enerhodar, non lontano dalla Crimea, nell’agosto del 2023. Di lei dopo l’arresto non si era più saputo quasi nulla: soltanto che era morta, secondo i russi, mentre era detenuta. È praticamente certo che Roshchyna sia stata tenuta a lungo in prigione in condizioni disumane dalle autorità russe, senza alcuna accusa formale, e torturata più volte. I giornalisti coinvolti nelle indagini sono riusciti a contattare una persona che condivideva una cella con Roshchyna a Melitopol. Secondo il suo racconto, la giornalista venne ripetutamente torturata: “La accoltellarono, usarono l’elettroshock”, ha raccontato la persona, rimasta anonima. Come i nazisti hitleriani.

7 maggio 2025