Corrispondenza delle masse
Riuscita manifestazione degli antifascisti ad Ascoli Piceno
Da tutte le Marche in solidarietà con la fornaia perseguitata dalle “forze dell’ordine” e dai fascisti per aver osato celebrare il 25 Aprile
Sabato 3 maggio si è tenuta ad Ascoli Piceno una manifestazione antifascista per esprimere piena solidarietà alla fornaia Lorenza Roiati, titolare, nel centro storico del capoluogo piceno della panetteria “Assalto ai forni” che nella giornata del 25 Aprile aveva esposto fuori dal suo esercizio uno striscione recitante la seguente frase “Il 25 Aprile buona come il pane, bello come l’antifascismo”. Nella stessa mattinata Lorenza aveva subìto due perquisizioni da parte di alcuni agenti della Polizia locale in borghese che, accampando assurde scuse di “sicurezza”, hanno cercato di intimidirla affinché rimuovesse lo striscione.
L’operato della Polizia locale ascolana è finito in un video, realizzato dalla stessa autrice dello striscione, che ha fatto presto il giro del web raggiungendo un elevatissimo numero di visualizzazioni in tutta Italia. Il sentimento d’indignazione è stato tale da diventare oggetto di discussione parlamentare con la presentazione di ben due interrogazioni parlamentari. La prima del senatore di Italia Viva Enrico Borghi che, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha chiesto per quale ragione si è proceduto all’identificazione di una comune cittadina che aveva esposto uno striscione antifascista mentre nulla è stato fatto nei confronti dei neofascisti che a Dongo, lo scorso 27 aprile, avevano commemorato con saluto romano e “rito del presente” i 16 gerarchi fascisti fucilati in quel punto il 27 aprile del 1945 da formazione partigiane. La seconda invece è stata presentata dal deputato ascolano dei Cinque Stelle, Giorgio Fede, che ha denunciato l’atteggiamento menefreghista che il governo adotta nei confronti delle formazioni neofasciste che sono libere di fare ciò che vogliono senza che nessuno faccia nulla per fermarli. Il ministro Piantedosi, in palese imbarazzo, ha risposto precisando che “non era previsto alcun tipo di protocollo di sicurezza nazionale relativo alle celebrazioni del 25 aprile e che ogni ufficio di pubblica sicurezza adotta le misure che ritiene più opportune per tutelare l’ordine pubblico e l’ordinamento costituzionale vigente”, scaricando tutta la responsabilità dei fatti al Comune di Ascoli e al suo comando di Polizia locale.
Il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti di Fratelli d’Italia, ha prima difeso gli agenti che, a suo dire, avrebbero subìto una violenta aggressione sui social, per poi, in un secondo momento, chiudersi in un silenzio totale, non soltanto non rispondendo alle domande dei giornalisti e dell’opposizione in Consiglio comunale ma arrivando persino a rendersi irreperibile nei confronti della senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi presentatasi ad Ascoli con l’intento di incontrare il sindaco e avere spiegazioni sulla vicenda.
Nel frattempo sono proseguiti gli atti intimidatori. Nella notte tra il 26 e il 27 aprile infatti sono comparsi due striscioni di matrice neofascista, apposti da ignoti, davanti alla panetteria di Lorenza Roiati dove, oltre alle offese contro il questore di Ascoli si alludeva, in maniera palese, ai forni crematori nei campi di sterminio nazisti.
Malgrado il clima politico rovente, dettato anche dal nuovo DL sicurezza della Meloni, la manifestazione organizzata dal “Collettivo Caciara” è stata aperta con lo striscione “Ieri partigiani, oggi antifascisti”. Almeno 3.000 gli antifascisti partecipanti che hanno dato vita ad un lungo corteo, rosso e combattivo, che percorrendo tutto il centro storico di Ascoli ha cantato canzoni come “Bella Ciao”, “Fischia il vento” e scandito slogan antifascisti. Erano presenti manifestanti di tutte le età, famiglie con bambini, bandiere e striscioni della CGIL, delle sezioni dell’ANPI provenienti da tutte le Marche come quelle di Fano, Senigallia, Ancona, Fermo, San Benedetto dal vicino Abruzzo, del Fronte della Gioventù Comunista e da numerose associazioni democratiche e antifasciste.
Il successo e la partecipazione non erano affatto scontati. Con questa manifestazione antifascista Ascoli è riuscita a scrollarsi di dosso l’etichetta di punto nero delle Marche e della nomea di vero e proprio laboratorio nero dove la destra, dalla fine del fascismo, ha governato 74 degli ultimi 80 anni.
Il 3 maggio 2025 Ascoli e tutto il Piceno hanno trovato la loro riscossa e la liberazione che molte realtà antifasciste della zona auspicavano da tempo. Come auspicavano molti antifascisti piceni, questo sarà solo l’inizio.
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