Lettere
Buon Primo Maggio al PMLI, a Scuderi e a Pasca, con le parole di Engels
Buon Primo Maggio a tutti i compagni e alle compagne del PMLI, anche e soprattutto ai compagni Giovanni Scuderi e Mino Pasca.
Questo disse Friedrich Engels il 1° Maggio 1890: “Oggi, mentre scrivo queste righe, il proletariato d’Europa e d’America passano in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito, sotto una sola bandiera, per un solo fine prossimo: la giornata lavorativa normale di otto ore, proclamata già dal congresso di Ginevra dell’Internazionale del 1886 e di nuovo dal congresso operaio di Parigi del 1889, da introdursi per legge. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti e ai proprietari terrieri di tutti i Paesi sul fatto che oggi i proletari di tutti i Paesi si sono effettivamente uniti.
Fosse Marx accanto aa me, a vederlo con i suoi occhi questo spettacolo!”.
Francesco - Fano (Pesaro Urbino)
I Maestri ci guidino sempre nella lotta contro il capitalismo
Carissimi compagni,
tantissimi auguri per la Festa del 1° Maggio.
I Maestri ci guidino sempre nella lotta contro il capitalismo che distrugge la nostra società.
Ema - provincia di Salerno
Solidarietà ai compagni del PMLI identificati dalla Digos il 25 Aprile
Volevo esprimere la mia solidarietà ai militanti/simpatizzanti del PMLI oggetto di controllo da parte della Digos durante la manifestazione per il 25 Aprile a Firenze da parte delle “forze dell'ordine”, le stesse che oggi, 29 aprile, non hanno intrapreso alcuna iniziativa nei confronti dei manifestanti neofascisti che hanno commemorato l'anniversario dell'omicidio Ramelli facendo il saluto romano.
A quanto mi risulta l'apologia del fascismo è ancora un reato, manifestare non lo era.
Davide - Milano
Fiducioso in una presa del Palazzo d’inverno italiana
Vorrei esprimere un saluto e un augurio per gli 80 anni della vittoria nella battaglia di Berlino merito di Stalin, perciò dico abbasso il nazismo.
Ho mandato una donazione di 40 euro. Continuo a leggere Il Bolscevico
stampato in copisteria e vedo che ogni tanto vi pubblicate i miei saluti.
Io sono sempre fiducioso in una presa del Palazzo d'inverno italiana.
In alto i cuori.
Giancarlo - Padova
Appoggio l’appello astensionista del Comitato linea di massa di Napoli per le elezioni universitarie
Leggendo sul n. 18 de "Il Bolscevico" l'appello all'astensionismo di Linea di Massa, per un po' ho rivissuto il mio periodo universitario alla Federico II di Napoli.
Di fronte all’immobilità di una “democrazia partecipativa” che esaurisce la propria funzione nella ritualità di organi puramente consultivi (Senato accademico e CNSU) e alla lampante incongruenza tra la vuota rappresentanza studentesca e le reali esigenze del diritto allo studio, il comunicato del Comitato coglie nel segno: con meno dell’1-2% di affluenza nei collegi universitari, il simulacro elettorale mostra la cifra dell’alienazione studentesca e riverbera l’onda di un mercato del lavoro giovanile che incatena quasi il 19,4% dei ventenni italiani al precariato, come certifica ISTAT.
Nella denuncia tagliente dell’ultimo decreto-legge “repressivo e fascista”, che nega il diritto di protesta e nell’allarme per la controriforma Bernini che riporta l’ateneo indietro di mezzo secolo, si riconosce la coerenza di chi interpreta l’università come terreno di scontro politico e culturale. Il diritto all’istruzione non può essere ridotto a bene di consumo.
Il richiamo a un’università pubblica, gratuita e governata dagli studenti non è una pia utopia, bensì un’esigenza indispensabile per liberare la formazione dalla mercificazione.
La proposta di abolire organi collegiali impotenti e di istituire assemblee generali mensili, a maggioranza studentesca e secondo i principi della democrazia diretta, risponde al bisogno di “politica vera” di cui parlava Cornelius Castoriadis: solo rivendicando il potere costituente dentro l’ateneo si può spezzare l’incantesimo della burocrazia e mettere fine al dominio dei “baroni”. Non è un caso che da diversi decenni la sede di via Porta di Massa di Lettere abbia locali occupati da collettivi di sinistra comunista, che da sempre si dedicano alla controinformazione ed operano come contrappeso agli organi elettivi.
Il gesto di astensione attiva, dunque, invocato da Linea di Massa, per il 14 e 15 maggio, non è un richiamo al vuoto (io stesso nei diversi anni di università avrò votato non più di una volta!), ma significa riappropriazione di un agire collettivo consapevole, speculare alla piattaforma che unisce rivendicazioni sul trasporto gratuito fino alla re-istituzione della mensa universitaria, tema cruciale in un contesto europeo dove i NEET restano oltre l’11%.
Sosteniamo con forza questo appello contro ogni paternalismo istituzionale: è tempo di restituire all’università la dignità di comunità politico-culturale e di rinnovare la lotta per l’uguaglianza sociale, fiduciosi che, soltanto rovesciando la retorica dell’equidistanza, rifiorirà la vera eredità partigiana e potrà rinascere la fiamma libertaria che né si piega né si tronca. O si è con gli oppressi o con gli oppressori. Non esistono vie di mezzo: o si dichiara Resistenza, con la R maiuscola, oppure si diventa complici, e questo riporta alla mente l'interessante intervento di una studentessa al Pratello di Bologna il 25 Aprile scorso: "E così noi chiamiamo Resistenza la violenza dei palestinesi oppressi dal popolo israeliano. Allora iniziamo tutti noi, a partire dalle piazze... a chiamare le cose come stanno. A chiamare la difesa degli ucraini dal regime imperialista russo con il suo vero nome: Resistenza. A chiamare la loro vittoria, con il suo vero nome: Liberazione”.
Cartesio, ex studente Università degli Studi di Napoli "Federico II"
7 maggio 2025