Rendiamo onore ai 12 operai morti nel 1975 a Sant’Anastasia (Napoli)
50 anni fa la strage della fabbrica “Flobert”
Sei avevano tra i 20 e i 25 anni, il più “vecchio” 42. Uno dei superstiti, Ciro Liguoro: “è peggio oggi, il lavoro non è sicuro ci sono più morti che nel 1975”
Redazione di Napoli
Quello di 50 anni fa fu un aprile tragico e indimenticabile per la classe operaia di ieri e di oggi, un evento straziante che è rimasto nella memoria storica del proletariato partenopeo.
Lo storico stabilimento “Flobert” di Sant’Anastasia, un comune a sud di Napoli, si occupava del trattamento delle plastiche e produzione di giocattoli; tra questo materiale c'era anche la pistola Flobert, che utilizzava proiettili con vera polvere pirica. Le due esplosioni che squarciarono la fabbrica sono proprio avvenute nella zona del magazzino che raccoglieva grosse quantità di questa polvere da sparo, una alle 13,25 e un’altra alle 13,34. Quella delle 13,25 in via Contrada dei Romani, a poche decine di metri dal santuario della Madonna dell’Arco, fu terribile. Nelle grosse baracche di legno e lamiera erano al lavoro in sessanta, quasi tutte giovanissimi, molti a nero che maneggiavano probabilmente senza alcuna precauzione circa 200.000 cartucce ammucchiate.
Ciro Liguoro, uno dei lavoratori superstiti, ha raccontato nel documentario ’a Flobert
di Maurizio Gibertini: “Il padrone ci aveva chiamato negli uffici pochi giorni prima per dirci che avevamo il posto di lavoro, eravamo tutti giovani e contenti. Però, ci disse, c’è una cosa, una cosa da niente. Dovete costruire dei proiettili per le pistole Flobert. Però ci assicurò che non c’era nessun problema”. Tutto il contrario: nel giro di pochi minuti due tremendi boati distruggevano non solo la fabbrica elevando al cielo per ore e ore un fumo nero, ma spazzavano via per sempre la vita a 12 operai che lavoravano, senza alcuna sicurezza, nello stabilimento. Giuseppe Mosca, 20 anni; Antonio Tramontano, 21 anni; Giuseppe Sorrentino, 22 anni; Antonio Savarese, 23 anni; Mariano Barra, 24 anni; Giovanni Esposito, 25 anni; Antonio Frasca, 25 anni; Michele Allocca, 32 anni; Michele Esposito, 34 anni; Giovanni Caruso, 35 anni; Giovanni Cerciello, 39 anni; Vincenzo Florio, 42 anni.
Il gruppo storico operaio degli “E’ Zezi” guidato dal cantante antifascista Marcello Colasurdo - recentemente scomparso e omaggiato dalla Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI - ha dedicato una toccante canzone operaia e antifascista che si conclude con un auspicio che è anche il nostro: “Cert' chisto è 'o mumento, e 'o mumento 'e cagnà, e 'a guida nostra è grossa: è 'a bandiera rossa! Compagni pè luttà nun s'adda avè pietà me chesta è 'a verità 'o comunismo è 'a libertà” (“Certo questo è il momento, è il momento di cambiare, e la guida nostra è grossa: è la bandiera rossa! Compagni, per lottare non si deve avere pietà, ma questa è la verità: il comunismo è la libertà!”).
7 maggio 2025