Manifestazioni per l’80° della liberazione dell'Europa
Giù le mani dal Giorno della Vittoria!
I putiniani italiani strumentalizzano il sacrificio di 27 milioni di sovietici per appoggiare l'invasione nazizarista all'Ucraina
Il compito dei marxisti-leninisti è quello di fare chiarezza

Il 10 maggio, la Rete dei comunisti, assieme alla Brigata Garibaldi Immortale, Prospettiva Unitaria Lombardia, L'Organizzazione giovanile Cambiare Rotta, OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), Potere al Popolo, Spazio Ribelle, e la federazione milanese del PCI, hanno organizzato un presidio in piazza dei mercanti, per ricordare che “i comunisti hanno liberato l'Europa”, nell'Ottantesimo anniversario della caduta del regime nazista avvenuta formalmente il 9 maggio quando la bandiera della Unione Sovietica di Stalin sventolò sul Reichstag di Berlino.
Nel comunicato di lancio dell'iniziativa, oltre a sottolineare il ruolo dei comunisti e delle comuniste in tutta Europa durante il secondo conflitto mondiale, inquadrati nelle fila partigiane dei movimenti di resistenza, così come avanguardia nella classe operaia protagonista dei grandi scioperi del 1943-1944, gli organizzatori hanno denunciato giustamente le vergognose ed antistoriche risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo del 2019 e del 2025 che hanno sostanzialmente messo sullo stesso piano la storia e simboli del comunismo con quelli del nazifascismo.
Altrettanto correttamente, nel comunicato si prende atto “dell'offensiva ideologica dell'UE” in chiave anticomunista che invece di celebrare la sconfitta del nazifascismo, dedica il 9 maggio alla proposta presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman che gettò le basi della “cooperazione europea” al punto di essere considerata l'atto di nascita dell'Unione europea stessa. Quello che allora fu un progetto imperialista, oggi “si sostanzia nel riarmo e nella guerra a oltranza, con il Rearm Europe, il piano di 800 miliardi della Von der Leyen.”. Come non essere d'accordo.
Nel comunicato, si denunciano anche i tagli alla spesa pubblica, i percorsi PCTO in aziende belliche o in basi militari nelle scuole e una crescita della complicità con il comparto militare nelle università, una martellante propaganda fatta sulle giovani generazioni, il genocidio in Palestina, fino a giungere all'invito di rompere “il dominio dell'imperialismo”, facendo intendere il pieno riferimento a quello della Nato e d'occidente.
Temi importanti e condivisibili, che sarebbero più che sufficienti per promuovere realmente iniziative trasversali e unitarie per tutti “i comunisti”, che hanno nel 9 maggio il compito primario di raccontare alle masse popolari una verità travisata ad arte dalla storiografia occidentale che ignora i grandiosi meriti dell'Armata Rossa ed il sacrificio di milioni di sovietici e di sovietiche.
Invece gran parte delle celebrazioni che abbiamo intercettato nei giorni che vanno dall'8 al 10 maggio 2025, sono state poste in maniera alquanto strumentale dai promotori, nel loro peloso tentativo di creare un parallelo tra quello che fu il più grande contributo militare e civile nella lotta alla serpe nazifascista ed alla sua sconfitta, da parte di un Paese attaccato quale fu l'URSS, con la Russia odierna.
All'iniziativa di Milano, nella quale è stato realizzato un pregevole murale che raffigura i soldati sovietici che issano la bandiera rossa con la falce e martello sul reichstag, così come alle altre che si sono tenute a Pisa, Napoli e Roma, non sono mancati infatti i simboli usati strumentalmente da Putin – su tutti il nastro di San Giorgio utilizzato nelle onorificienze per la vittoria sul nazifascismo – per propagandare e sostenere l'aggressione russa all'Ucraina.
Nel nostro documento dal titolo “Celebriamo con orgoglio, sentimenti e spirito di lotta antifascisti e antinazisti la grande vittoria storica su Hitler e Mussolini” redatto per celebrare questa importante giornata, abbiamo ampiamente espresso la nostra posizione in merito, denunciando la indebita e truffaldina strumentalizzazione di Putin della Grande Guerra Patriottica e del Giorno della Vittoria sul nazifascismo, tirati in ballo per giustificare davanti al popolo russo e ai leader mondiali invitati alla parata del 9 Maggio sulla Piazza Rossa, la sua guerra di aggressione di stampo nazizarista all'Ucraina.
In queste iniziative purtroppo si fa altrettanto, appoggiando senza mezzi termini la fandonia delle “denazificazione”, oggi smentita dai fatti: “Siamo infinitamente grati ai nostri nonni che hanno salvato il mondo dalla peste bruna – si legge ad esempio in un comunicato stampa di lancio di un'altra iniziativa del 9 maggio a Roma in piazza dell'esquilino - È proprio la nostra memoria che dà forza a chi non permette al neonazismo di alzare la testa!”. Ed il riferimento all'Ucraina è evidente.
Allo stesso modo, in certi documenti si fa riferimento alla “volontà dell'UE di proseguire la guerra in Ucraina”, ignorando ad arte che l'aggressore è la Russia neozarista di Putin, e sono le sue armate a continuare una guerra d'aggressione in un Paese indipendente e sovrano, al di là della natura del governo che oggi resiste a questa aggressione.
Strumentale e fuorviante in questo contesto anche il continuo richiamo alla “solidarietà ai fratelli Kononovich, dirigenti comunisti ucraini perseguitati dal regime di Kiev”, non perché il fatto possa o meno sussistere, ma perché chiaramente tirata in ballo per far emergere, oltre al regime “nazista” di Kiev, anche un quadro attuale inesistente che vedrebbe una Russia libera ed ancora una volta liberatrice, e per giunta amica dei comunisti.
Fra l'altro, in quelle iniziative nelle quali erano organizzatrici o parte integrante le Associazioni Culturali russe o i circoli di amicizia Italia-Russia – fra le quali quella di Casalecchio di Reno – assieme alle bandiere sovietiche, sventolavano anche quelle russe, alcune con il simbolo dello Zar al centro, tanto per non correre il rischio di essere fraintesi.
Ma insomma, possibile che i promotori non ricordino che la Russia di oggi non solo non c'entra nulla con l'Unione Sovietica socialista, ma ne è la sua totale negazione? D'altra parte è lo stesso Putin che l'ha sempre attaccata, diffamando inoltre a più riprese Lenin e Stalin, ed esaltando invece la Russia imperiale zarista e tutti i suoi apparati clericali ed imperiali.
Possibile che i promotori ribaltino completamente gli insegnamenti sull'imperialismo dei maestri, pur di appoggiare il nuovo Zar del Cremlino?
Ebbene, pare proprio che questo andazzo continui a essere sempre lo stesso. Probabilmente per ingraziarsi gli imperialisti d'oriente, per l'odore tangibile dei rubli, non c'è vergogna nemmeno di associare Putin al maestro Stalin, la Grande Guerra Patriottica ad una aggressione imperialista di tipo classico, facendo fra l'altro un favore anche agli antistalinisti più incalliti che fin dall'inizio dell'“operazione speciale” di Mosca hanno farneticato di un nuovo espansionismo di stampo stalinista da parte russa. E invece l'imperialismo di Putin è proprio di tipo nazista, della stessa materia con la quale era costituita la belva nazifascista che l'esercito dell'Unione Sovietica stese al suolo con costi altissimi.
E allora, davanti a tutto ciò, noi procediamo dritti per la nostra strada, poiché a nostro avviso il modo migliore per rendere onore e il giusto tributo ai 27 milioni di sovietici caduti nella seconda guerra mondiale ed all'URSS dei Soviet, è proprio quello di sottolineare ad ogni occasione che la Russia odierna e Putin con la sua guerra e le sue mire imperialiste, sono il loro opposto sotto tutti i punti di vista, la loro perfetta antitesi; da un lato un Paese socialista che ha liberato l'Europa, dall'altra un Paese aggressore, imperialista ed anticomunista che deve essere fermato al pari del boia nazisionista Netanyahu responsabile del genocidio palestinese.

14 maggio 2025