La giunta antipopolare Manfredi si smaschera sulla questione palestinese
Migliaia in piazza a Napoli contro la provocazione sionista
In prima fila Nives Monda della “Taverba Santa Chiara”. Solidarietà del PMLI
Redazione di Napoli
Sabato 3 maggio presso il locale la “Taverna” a Santa Chiara a Napoli è avvenuta una discussione così ben descritta sul profilo Facebook dalla proprietaria Nives Monda: “Appena avuta discussione con due turisti stranieri: alla fine del pasto si mettono a parlare con il tavolo accanto e dicono che sono israeliani e di quanto è bella Israele e di andare a visitarla. Nasce una conversazione pacifica collettiva, dati gli spazi ridotti della Taverna e, quindi, parlo della nostra scelta di aderire alla campagna contro l’apartheid israeliano e contro il genocidio palestinese. Di punto in bianco, loro iniziano ad attaccarmi con arroganza, accusarmi di antisemitismo e a minacciarmi, urlandomi contro e riprendendomi con il cellulare. È evidente che la presa di posizione è improcrastinabile; per questo noi ripubblichiamo la posizione assunta dal nostro esercizio commerciale e invitiamo tutti gli esercenti a farlo”.
La posizione assunta dall’attivista “proPal”, che segue quelle di tante piccole imprese familiari del centro e della periferia di Napoli contro il genocidio in atto del popolo palestinese, scatena un caso al punto che la famiglia israeliana, guidata dalla signora Gili Moses, si precipita presso la Procura e presenta querela alle autorità preposte, postando il video del fatto su Internet e rendendolo virale. L’effetto del gruppo filo-sionista era quello di creare un putiferio contro il locale a rischio di farlo chiudere e far incriminare penalmente i proprietari; ma la solidarietà delle masse popolari, giorno dopo giorno, trasforma la provocazione in un boomerang che ricade addosso agli stessi provocatori.
Mentre si susseguono gli attestati di stima, vicinanza e solidarietà militante con Nives Monda e il gruppo di lavoratrici e lavoratori della “Taverna”, imbarazzante, risulta il silenzio della giunta antipopolare Manfredi e dell’assessora al turismo Teresa Armato. Tanto che l’esecutivo PD-M5S accoglieva nell’immediato la famiglia israeliana ponendo dubbi e ambiguità sulla questione palestinese, con sconcerto diffuso: l’assessora al Turismo, infatti, si precipitava a conoscere la coppia di turisti in compagnia del presidente onorario della Associazione Italia-Israele di Napoli, Giuseppe Crimaldi e il Times of Israel scriveva che ai due turisti sarebbero stati offerti due giorni di escursioni guidate per la città, a spese dei contribuenti; dettagli che il comune di Napoli avrebbe negato.
La Taverna Santa Chiara non è solo un ristorante. Negli anni si è ritagliata un ruolo sociale, di attivismo, all’interno di una città sempre più sommersa dal turismo e svuotata dunque della propria identità. Storica è la solidarietà al popolo palestinese, che tra le altre cose ha portato la taverna ad aderire alla campagna Spazi liberi dall’apartheid israeliana (SPLAI). Promossa dal movimento BDS, la campagna SPLAI promuove spazi liberi da razzismo e da rapporti con entità complici dell’occupazione israeliana. Pertanto, di comune accordo con la Comunità palestinese napoletana, mercoledì 7 maggio veniva organizzata una manifestazione che si concludeva dinanzi a palazzo S. Giacomo dove in migliaia, con alla testa Nives Monda, contestavano l’operato della giunta Manfredi e dell’assessora Armato, qualcuno chiedendo le dimissioni.
L’incontro con Manfredi e Armato è così giudicato in un comunicato di Nives: “l’incontro avuto oggi con il Sindaco Manfredi, la vicesindaca Lieto, l’Assessora Armato e alcuni consiglieri si presenta, purtroppo, come una grande occasione sprecata”. Pessimo il successivo comunicato stampa della giunta di cui riportiamo stralci: “La mia posizione personale, così come quella dell’Amministrazione, sulle vicende di Gaza e sulle inaccettabili sofferenze inflitte alla popolazione civile è sempre stata chiara - ha dichiarato il sindaco Manfredi -. Non ho timore nel dire che ciò che sta accadendo rappresenta un’offesa all’umanità. In merito a quanto avvenuto alla Taverna Santa Chiara, esprimiamo preoccupazione per le reazioni che ne sono scaturite e ci muoveremo affinché tutti si sentano sicuri. A Napoli, città dell'accoglienza, tutti devono sentirsi liberi di esprimere liberamente le proprie opinioni senza subire una gogna mediatica”. “Mi dispiace per quanto accaduto - ha spiegato l’assessora Armato -. Il mio intento era quello di ribadire che Napoli è una città dell’accoglienza, come faccio spesso con i turisti, anche lontano dai riflettori. Ciò non cambia il fatto che il sindaco e l’Amministrazione abbiamo sempre espresso con forza il loro sdegno per l’orrore che si sta consumando a Gaza, compiendo atti significativi come il conferimento della cittadinanza onoraria a Julian Assange o manifestando solidarietà alla comunità palestinese di Napoli in seguito alle aggressioni”.
Durissima la reazione della Comunità palestinese di Napoli: “Come comunità palestinese della Campania e su invito dell’amministrazione comunale di Napoli abbiamo partecipato alla riunione nella sala giunta di palazzo San Giacomo assieme alla nostra amica Nives Monda oggetto di una campagna mediatica vergognosa e di minacce spaventose per un’azione che dovrebbe essere spontanea e naturale da coloro che hanno una coscienza civica e umana, cioè rispondere alle provocazione di una copia di soggetti chiaramente provocatori seriali come risulta dalle testimonianze di associazioni di solidarietà in altre città. Durante la riunione abbiamo espresso la nostra solidarietà a Nives ed allo staff della taverna ed abbiamo ribadito al Sindaco ancora una volta le nostre chiare richieste come palestinesi e come cittadini di Napoli ma anche a nome delle migliaia di persone che da sempre sono a fianco della lotta del popolo palestinese. Quello che succede a Gaza e in Palestina è un genocidio in diretta con la complicità di tutti i governi occidentali compreso quello italiano e va chiamato in quanto tale e condannato dalla amministrazione di una città gemellata con la città di Nablus in Palestina. Deve essere chiaro a tutti che antisionismo non è antisemitismo. Abbiamo chiesto al sindaco del comune di Napoli, in qualità di presidente dell’Anci, associazione dei comuni Italiani di sottoporre una mozione che chieda il riconoscimento dello Stato di Palestina. Abbiamo chiesto una dichiarazione netta a favore dei diritti del nostro popolo e di non continuare a nascondersi dietro la formula dei due stati due popoli e l’equidistanza. Leggendo il comunicato emesso dal Comune di Napoli siamo rimasti “sorpresi” e delusi: Sembra che a Gaza e in Palestina ci sia una calamità naturale e le vittime muoiono a causa di tale calamità.
Noi marxisti-leninisti tramite il compagno Andrea e l’amica Lina abbiamo espresso immediatamente solidarietà militante a Nives e al suo locale ripromettendoci di farle visita con le compagne i compagni presso la sua “Taverna Santa Chiara” quanto prima.
Nel frattempo, il gruppo “Donne in nero” ha denunciato che Gili Moses è la donna che il 26 aprile scorso a Bari “si è fermata davanti a noi e iniziato a provocare apostrofandoci con offese e parolacce. Ci ha chiamate terroriste e amiche di Hamas. Noi abbiamo mantenuto il silenzio ma non è servito a fermarla. Lo schema è lo stesso: lei provoca e il marito riprende col telefono”. Il gruppo, come ogni sabato da venti mesi a questa parte, era in presidio nel capoluogo pugliese vestito a lutto e in silenzio per chiedere la fine del genocidio palestinese.

14 maggio 2025