Comunicato del PMLI.Biella
Intonata la fascista “Faccetta nera” con tanto di saluti romani all'adunata nazionale degli alpini

Canzoni fasciste, saluti romani, retorica militarista, celebrazione delle imprese coloniali e fiumi di alcol: queste sono le vere coordinate dell’adunata nazionale degli alpini di Biella.
L’episodio più grave si è verificato nella serata di ieri, quando un folto gruppo di partecipanti ha intonato, nella via che porta il nome del noto martire antifascista Antonio Gramsci, con tanto di saluti romani, la canzone fascista e colonialista “Faccetta nera”, simbolo del razzismo e dell’oppressione perpetrata durante le guerre d’aggressione dell’Italia fascista. Il tutto è stato documentato da video che stanno circolando ampiamente in rete.
Per l’Organizzazione di Biella del Partito marxista-leninista italiano (PMLI), questo episodio rappresenta solo il punto più basso di una manifestazione che ha, in realtà, un preciso scopo ideologico: glorificare la storia militare italiana, fatta di conquiste, massacri e repressioni contro i popoli oppressi, al servizio della monarchia sabauda, dell’imperialismo italiano e, successivamente, del fascismo.
Gli alpini, lungi dall’essere “eroi”, furono strumenti della violenza coloniale e imperialista, impiegati per reprimere, invadere e sottomettere e, naturalmente, per essere essi stessi carne da cannone, sacrificati dai potenti che, grazie alle loro vite spezzate, accrescevano il proprio potere politico ed economico.
È scandaloso e inaccettabile che centinaia di studenti degli istituti scolastici biellesi siano stati trascinati, lo scorso venerdì, alla cosiddetta “Cittadella militare” ai Giardini degli Alpini: un vero e proprio teatrino propagandistico messo in scena per glorificare l’apparato militare e inoculare nei giovani l’idea che la guerra sia normale, necessaria, perfino nobile. Altro che educazione alla pace: ciò a cui sono stati sottoposti è un lavaggio del cervello in piena regola, intriso della retorica più becera e patriottarda, che esalta le armi, l’obbedienza cieca e il nazionalismo più ottuso. Si tratta di una palese operazione ideologica per costruire consenso attorno alle missioni militari e preparare le nuove generazioni all’assuefazione alla guerra come strumento “legittimo” della politica. Tutto questo avviene con il silenzio - o la complicità - delle istituzioni scolastiche, che invece dovrebbero educare alla solidarietà internazionale, alla giustizia sociale e alla pace tra i popoli.
Come da tradizione, considerati i gravi casi di sessismo emersi durante l’adunata di Rimini di due anni fa e denunciato anche da Amnesty International, l’ubriachezza diffusa durante l’adunata ha favorito comportamenti volgari, maschilisti e offensivi, spesso rivolti alle lavoratrici del settore della ristorazione, costrette a subire le angherie di uomini che, dietro il paravento del “cameratismo”, si abbandonano in atteggiamenti sessisti, molestie e discriminazioni.
Domani si prevede la presenza di esponenti di primo piano del governo Meloni, pronti a mettere il cappello politico su questa parata di militarismo e revisionismo: dal ministro della Difesa Crosetto, che sogna di reclutare 40 mila nuovi militari, al presidente del Senato La Russa, che non ha mai nascosto il proprio culto per Mussolini, vantandosi addirittura di avere un busto del duce in casa.
Per noi tutto torna. Il neofascismo si alimenta del militarismo e della glorificazione della forza, entrambi strumenti fondamentali per la difesa degli interessi delle classi dominanti. Come marxisti-leninisti denunciamo con forza questa operazione ideologica che punta a riscrivere la storia, a militarizzare la società e a educare le giovani generazioni alla guerra anziché alla solidarietà, all’internazionalismo e alla lotta per un mondo socialista senza guerre e oppressione.
 
Per il PMLI.Biella
Gabriele Urban
Biella, 10 maggio 2025