Il socialimperialismo cinese e l'imperialismo russo si preparano alla guerra per l'egemonia mondiale
Patto d'acciaio fra Xi e Putin
Nell'incontro di Mosca stipulati oltre venti accordi su energia, gas liquefatto, petrolio, auto, agricoltura, miniere
Un'alleanza volta a contrastare le "prepotenze egemoniche". Così, incontrando l’8 maggio Vladimir Putin al Cremlino, il presidente cinese Xi Jinping ha presentato la crescente cooperazione tra il socialimperialismo cinese e l’imperialismo russo, mentre la stessa Cina è impegnata nello scontro interimperialista con gli USA sui dazi. Seppur il nuovo zar del Cremlino abbia tenuto a sottolineare che la partnership sino-russa non è diretta "contro nessuno", nella dichiarazione finale i due Paesi si impegnano a "contrastare risolutamente la politica di Washington di doppio contenimento" di Mosca e Pechino, preparandosi di fatto alla guerra per l’egemonia mondiale.
L'incontro, durato diverse ore, avvenuto alla vigilia della parata con cui Mosca ha celebrato strumentalmente l'80° anniversario della vittoria sul nazifascismo, ha visto il nuovo imperatore cinese Xi affermare che "Di fronte alla tendenza internazionale all'unilateralismo e a un comportamento prepotente egemonico, la Cina lavorerà con la Russia per assumersi le responsabilità specifiche delle grandi potenze mondiali", per poi aggiungere che Mosca e Pechino devono "rimanere unite in modo incrollabile per favorire un ordine internazionale basato sulla legge" e promuovere un sistema "multipolare". Xi ha parlato di “colloqui amichevoli, approfonditi e molto fruttuosi”, sottolineando che Pechino intende intensificare la cooperazione strategica con Mosca, anche in seno a organismi multilaterali come ONU, SCO e BRICS. “È importante rimanere partner affidabili con la Russia, nonostante la turbolenza internazionale”, ha detto il presidente cinese.
Putin ha sottolineato da parte sua il carattere duraturo della "interazione strategica" con Pechino. "Le nostre relazioni sono alla pari e reciprocamente vantaggiose e non dipendono dall'attuale situazione", ha aggiunto il presidente russo.
L'agenzia cinese Xinhua ha fatto sapere che i due Paesi hanno firmato "oltre 20 documenti di cooperazione bilaterale", oltre che una "Dichiarazione congiunta sull'ulteriore approfondimento del partenariato strategico".
Nella dichiarazione congiunta finale, il conflitto in Ucraina è stato toccato di sfuggita, laddove si afferma che Mosca e Pechino "sostengono tutti gli sforzi volti a promuovere la pace" e si dicono convinte che "per una soluzione duratura e sostenibile sia necessario eliminarne le cause prime". I due leader si sono detti favorevoli a una stabilizzazione diplomatica del Medioriente, riaffermando il sostegno alla soluzione dei due Stati per il conflitto israelo-palestinese, con la creazione di uno Stato palestinese indipendente che conviva pacificamente con Israele. È stato ribadito il sostegno a una soluzione globale del conflitto in Siria, fondata su un dialogo nazionale ampio e sul rispetto della sovranità, indipendenza e integrità territoriale del Paese.
Particolare attenzione è stata invece dedicata al progetto di scudo missilistico Iron Dome annunciato in gennaio da Trump, con la possibilità di dispiegare intercettori nello spazio. Un'iniziativa che secondo Cina e Russia sarebbe "profondamente destabilizzante". “Il piano – si legge - prevede esplicitamente un significativo rafforzamento dell’arsenale per condurre operazioni di combattimento nello spazio”. La questione della militarizzazione dello spazio assume notevole rilievo nella dichiarazione congiunta. “Le parti sostengono un accordo globale per evitare il primo dispiegamento di armi nello spazio e garantire un uso esclusivamente pacifico delle attività spaziali”, si legge nel documento. Mosca e Pechino esprimono inoltre preoccupazione per l’aumento del rischio di conflitto nucleare, denunciando in particolare l’espansione di alleanze militari nei pressi di Stati dotati di armi atomiche, viste come una forma di pressione coercitiva. Entrambi invitano a superare la logica della Guerra Fredda, rafforzare la fiducia reciproca e risolvere le divergenze tramite consultazioni paritarie.
Russia e Cina difendono altresì il ruolo centrale dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza, invitando alla riforma dell’ordine globale su basi più eque e multipolari. Viene inoltre denunciato l’uso di sanzioni unilaterali, dazi e barriere commerciali come strumenti di competizione sleale, dannosi per l’economia globale e per la cooperazione internazionale su temi come la sicurezza alimentare ed energetica. La dichiarazione congiunta adottata ribadisce altresì la volontà di rafforzare il partenariato strategico “in una nuova era”, nel quadro di una collaborazione che - hanno tenuto a precisare - “non è diretta contro altri Paesi, ma costruita nell’interesse dei nostri popoli”.
Putin ha dichiarato in conferenza stampa: “La Cina è il principale partner commerciale della Russia. Nel 2024, il nostro commercio ha stabilito un nuovo Record, raggiungendo i 245 miliardi di dollari. La Russia è anche uno dei principali partner commerciali della Cina. La cooperazione in materia di investimenti si sta sviluppando attivamente: circa 90 i progetti russo-cinesi di punta a un valore di circa 200 miliardi di dollari sono attuati o in via di sviluppo, che riguardano aree come produzione industriale, trasporti, logistica, agricoltura e miniere. La tutela degli investimenti firmata oggi contribuirà indubbiamente alla continua crescita degli investimenti reciproci. Il lancio del gasdotto dell’Estremo Oriente per il 2027 aumenterà le esportazioni di gas russo di altri 10 miliardi di metri cubi”. Alla fine, sul tavolo, ben 26 accordi hanno visto la firma congiunta, su temi che spaziano dalla stabilità globale al diritto internazionale, dalla biosicurezza alla protezione degli investimenti, dall’economia digitale alle ispezioni sanitarie, fino alla cooperazione cinematografica.
14 maggio 2025