I nazisionisti bombardano e distruggono l'aeroporto di Sanaa in Yemen
Ansar Allah ribadisce l'impegno dello Yemen a sostenere la Resistenza palestinese a Gaza attraverso operazioni militari e blocchi marittimi contro l'entità sionista.
Caccia sionisti bombardavano il porto yemenita di Hodeida l'11 maggio. Poco prima dell'attacco, portavoce dell'esercito sionista avevano diramato un avviso di evacuazione “urgente” per chi si trovava nei porti di Ras Isa, Hodeidah e Salif sulla costa occidentale dello Yemen, in vista di possibili attacchi aerei, il nuovo metodo che i nuovi autoproclamati gendarmi imperialisti del Medio Oriente hanno usato anche in Libano per terrorizzare la popolazione e autoassolversi anticipatamente delle vittime civili provocate. L'attacco in risposta al lancio di un drone yemenita su Tel Aviv, che ha causato un morto e otto feriti, era la prosecuzione di quelli della settimana precedente che avevano colpito e distrutto l’aeroporto internazionale di Sanaa. Allora si era trattato di una rappresaglia per il missile lanciato dagli Houthi sull'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
Il 5 maggio gli aerei sionisti con la collaborazione degli Usa avevano bombardato il porto di Hodeidah e la mattina del 6 maggio, dopo che il portavoce dell'esercito sionista su X aveva avvisato la popolazione di “evacuare immediatamente l'area dell'aeroporto e nelle vicinanze. La mancata evacuazione potrebbe mettervi a rischio", i caccia colpivano lo scalo aereo della capitale yemenita e diverse altre aree, fra le quali una fabbrica di cemento nel governatorato di Amran, due centrali elettriche attorno a Sanaa e quella nel distretto di Bani al-Harith.
Poche ore dopo che gli aerei sionisti erano rientrati alle basi, Trump annunciava che era stato concordato un cessate il fuoco tra il suo governo e gli Houthi, un accordo in base al quale gli Stati Uniti non bombarderanno più lo Yemen e gli Houthi smetteranno di sparare contro le navi nel Mar Rosso.
Poco prima dell'annuncio dell'accordo raggiunto con la mediazione dell'Oman, le forze yemenite avevano colpito con droni di mira l'aeroporto di Ramon, nella zona di Umm al-Rashrash (Eilat), e un altro bersaglio militare presso Yafa, nella Palestina occupata, e avaveno attaccato con successo con un missile balistico e droni la squadra navale della portaerei Truman nel Mar Rosso settentrionale. Durante le manovre per evitare l'attacco missilistico, un supercaccia F-18 americano finiva in mare.
Nel discorso tenuto l'8 maggio, il leader del movimento Ansar Allah ribadiva che l'accordo con gli Usa non incideva sull'impegno dello Yemen a sostenere la Resistenza palestinese a Gaza attraverso operazioni militari e blocchi marittimi contro l'entità sionista.
A un Trump che aveva presentato l'intesa come una resa degli Houthi, il leader del movimento Ansar Allah in Yemen, Sayyed Abdul-Malik al-Houthi, ribadiva che semmaio era stata l'incapacità degli Stati Uniti di influenzare le operazioni militari in Yemen a sostegno della Resistenza palestinese a Gaza che aveva costretto Washington a optare per la cessazione dell'aggressione contro il Paese. Ribadiva che "la priorità dichiarata e chiara dello Yemen è sostenere il popolo palestinese contro l'occupazione", affermando che la posizione di Sanaa rimane "pienamente ferma in termini di sostegno, sia attraverso attacchi in profondità nella Palestina occupata, sia attraverso il blocco delle navi israeliane". E ribadiva che lo Yemen era pronto ad affrontare qualsiasi nuova aggressione statunitense.
Ricordava che gli Stati Uniti avevano lanciato circa 200 attacchi aerei e navali contro lo Yemen solo nell'ultima settimana, oltre 1.700 attacchi da metà marzo in quella che Sayyed al-Houthi descriveva come "la seconda ondata di escalation statunitense contro lo Yemen", quella di Trump dopo la prima portata avanti da Biden. Sottolineava infine che l'aggressione statunitense contro lo Yemen ha deliberatamente preso di mira le infrastrutture civili, definendole "una prova del fallimento americano e israeliano nel contrastare le capacità militari dello Yemen", del fallimento della strategia dei colpi su siti civili nel tentativo di danneggiare il popolo yemenita, spezzarne la volontà e indebolirne il sostegno alla causa palestinese.
14 maggio 2025