A proposito del Comunicato “Se voi fate il fascismo, noi facciamo la resistenza”
Lettera aperta alla Rete No DDL Sicurezza – A pieno regime

Care compagne e amiche, cari compagni e amici,
abbiamo letto e apprezzato il vostro comunicato “Se voi fate il fascismo, noi facciamo la resistenza”, che riporta i risultati della vostra importante assemblea nazionale del 4 maggio. In particolare appoggiamo la decisione di indire due appuntamenti di lotta nazionali, il 26 maggio, quando il decreto “Sicurezza” approderà alla Camera e il 31 maggio a Roma per una grande manifestazione nazionale, alle quali auspichiamo la più ampia partecipazione di tutte le componenti del movimento di lotta contro questo provvedimento liberticida e fascista.
Come aderenti alla Rete Libere/i di lottare-Fermiamo il DDL 1660 abbiamo sempre lavorato per l'unità di tutto il movimento, indipendentemente dalle varie appartenenze politiche, sindacali o religiose e dalle diverse posizioni riguardo ad altri temi di politica interna e internazionale, per costruire un fronte unito il più largo e coeso possibile che avesse come obiettivo comune l'affossamento dell'ex DDL 1660, trasformato in decreto legge il 4 aprile. Guai se questa indispensabile unità dovesse venir meno proprio ora che il governo neofascista Meloni si appresta a convertirlo in legge con il voto di fiducia. Se poi fosse approvato dal parlamento dobbiamo promuovere un referendum per abrogarlo, e anche in questo caso occorrerà più che mai costruire un fronte amplissimo, non un fronte di classe, ma incentrato sull'obiettivo specifico del referendum.

Il decreto fascista e le responsabilità di Mattarella
In questo quadro, riguardo al ruolo delle forze parlamentari di opposizione, secondo noi non è sufficiente chiedere loro genericamente di “attuare un meccanismo di sabotaggio dentro l'aula”. La posta in gioco è talmente alta, per la sopravvivenza delle ancora residue libertà democratico-borghesi e il rischio incombente di precipitare in uno Stato di polizia come quello del ventennio mussoliniano, che queste forze vanno messe di fronte alle loro responsabilità, affinché mettano in campo tutti i mezzi possibili, infrangendo anche le regole parlamentari, per impedire che questo decreto liberticida e fascista venga approvato. Anche perché non hanno nemmeno più la scusa di possibili “miglioramenti” del provvedimento. Inoltre devono mobilitare senza ulteriore indugio la loro base di iscritti ed elettori e chiamarli in piazza a lottare per respingere il decreto. Il modello a cui dovrebbero guardare è quello della vittoriosa lotta contro la “legge truffa” del 1953, quando l'ostruzionismo duro in parlamento e le lotte di massa nelle piazze riuscirono a respingere insieme quel primo tentativo di golpe istituzionale.
Per noi il decreto “Sicurezza” è infatti un golpe istituzionale e non soltanto un “golpe burocratico”, dal momento che ha avuto anche il vergognoso avallo del capo dello Stato Mattarella, il quale avrebbe avuto invece tutte le ragioni per non firmarlo, mancando dei necessari requisiti di necessità e urgenza, e intervenendo oltretutto su materie riguardanti libertà e diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione che non possono essere trattate per decreto, sottraendole ad un ampio e libero dibattito parlamentare, come centinaia di giuristi, costituzionalisti e avvocati hanno pubblicamente denunciato. Con questo suo avallo Mattarella si è macchiato di una colpa indelebile di fronte al popolo italiano e alla storia.

La natura neofascista del governo Meloni
Questo ci porta ad un'ulteriore riflessione, a cui vogliamo invitarvi, riguardo ad alcune differenti valutazioni della portata di questo provvedimento, per noi non soltanto antidemocratica e autoritaria, ma più propriamente fascista, e circa la natura politica del governo Meloni e il tipo di lotta che il movimento deve mettere in campo nei suoi confronti. Noi siamo convinti infatti che il governo neofascista Meloni sia molto peggio di un governo antidemocratico e autoritario, e che il pericolo da esso rappresentato non sia semplicemente quello di creare una “nuova Ungheria in Europa”, come denunciavate nel comunicato della vostra assemblea nazionale del 12 gennaio. Per noi questo governo non è solo un governo di destra, come i tanti che abbiamo conosciuto negli 80 anni di storia della Repubblica, ma è il governo che ha riportato Mussolini al potere nelle vesti femminili, “democratiche” e costituzionali di Giorgia Meloni, concludendo la nuova marcia su Roma elettorale e parlamentare iniziata nel 1946 con la fondazione del MSI del fucilatore di partigiani Almirante.
Lo dimostrano il suo programma politico, sociale, culturale e scolastico ispirato apertamente alla triade mussoliniana “dio, patria, famiglia”; i suoi patti di stampo neocorporativo con il grande capitale finanziario e industriale, i “ceti medi produttivi” di piccoli imprenditori, agricoltori e autonomi, gli evasori fiscali e i sindacati filogovernativi; la sua politica estera e militare espansionista, interventista e neocolonialista, basata su un forte riarmo, cioè imperialista, che intende ripercorrere le orme di Mussolini nel Mediterraneo “allargato” fino ai Balcani, all'Africa e al Medio Oriente, con ambizioni a partecipare ad avventure militari perfino nell'Indo-Pacifico. Il suo obiettivo strategico è quello di completare il regime capitalista neofascista, e a questo scopo lavora a livello istituzionale per cambiare la forma della Repubblica da parlamentare a presidenziale, attraverso l'elezione diretta del presidente del Consiglio (premierato), la forma dello Stato da unitario a federale, attraverso l'autonomia differenziata, e la controriforma della giustizia, per assoggettare la magistratura al potere esecutivo.

Marciamo assieme in un vasto fronte unito antifascista
Il decreto “Sicurezza” va inquadrato in questo programma di fascistizzazione e militarizzazione dello Stato, che mira espressamente a criminalizzare e colpire il diritto di sciopero e le lotte sindacali, le manifestazioni antimperialiste come quelle contro il genocidio del popolo palestinese a Gaza e Cisgiordania, i movimenti di lotta per il diritto alla casa, contro il cambiamento climatico e contro le grandi opere e la devastazione ambientale, e le proteste anche non violente nelle carceri e nei centri di detenzione dei migranti. Mentre aumenta contemporaneamente la tutela delle forze repressive dello Stato borghese e le immunità dei corpi militari e dei servizi segreti.
Dire perciò, come fate nel comunicato, che il decreto rappresenta una “torsione autoritaria” del governo Meloni, che porta ad una “deriva autoritaria” o “una svolta antidemocratica”, ci sembra quantomeno riduttivo rispetto al piano strategico della Mussolini in gonnella e dei suoi alleati Salvini e Tajani per rimettere l'Italia in camicia nera. Né del resto si può ridurre la lotta per affossarlo alla semplice “difesa della democrazia”, perché quella sancita nei principi della Costituzione del 1948 è già stata largamente fatta a pezzi e stravolta da tutti i governi dei passati decenni, che hanno portato all'attuale regime capitalista neofascista. Cancellando anche gli ultimi brandelli di libertà democratico borghesi rimaste, l'obiettivo del governo neofascista Meloni è semmai quello di completare questo regime con il presidenzialismo, l'assoggettamento della magistratura e lo Stato di polizia, come preconizzato dal “Piano di rinascita democratica” della P2 di Gelli e Berlusconi, purtroppo senza trovare una resistenza concreta e risolutiva da parte della sinistra parlamentare.
Perciò la nostra comune lotta non può guardare indietro, al ritorno a una democrazia formale e a una Costituzione già stravolte ancor prima dell'arrivo del governo Meloni, ma occorre “andare oltre”, come auspicate anche voi nel comunicato. Ma verso dove? Per noi la direzione è quella della lotta di classe per arrivare un giorno all'abbattimento del regime capitalista neofascista, senza il quale non è possibile cambiare veramente l'Italia. Intanto però c'è un obiettivo immediato comune per il quale lottare, oltre l'affossamento del decreto “Sicurezza” e la promozione dell'eventuale referendum abrogativo. Ed è la cacciata del governo neofascista della Mussolini in gonnella con la lotta di piazza, prima che riesca a completare il regime capitalista neofascista, dando vita ad un vasto fronte unito di tutte le forze antifasciste e democratiche, la cui base può essere già lo stesso nostro composito movimento contro il decreto “paura”. Si tratta di mettere questo tema all'ordine del giorno e discuterne senza esclusioni e pregiudizi, in un piano di franchezza e rispetto reciproco, tra tutte le componenti del movimento.

Aprire una discussione franca sui temi controversi
Con lo stesso spirito aperto occorre anche discutere certi temi controversi, come ad esempio quello della guerra. Per noi parlare di contrarietà alla guerra in generale non fa chiarezza ideologica, politica e pratica. Ci sono guerre e guerre, di aggressione e di resistenza e di liberazione nazionale, come la guerra di sterminio dei nazisionisti di Israele e quella di resistenza del popolo palestinese, come l'aggressione militare della Russia di Putin e la guerra di difesa dell'indipendenza, sovranità e integrità dell'Ucraina, come quella della Turchia fascista o quella del popolo curdo. Dovremmo invece denunciare il pericolo di una guerra mondiale imperialista a causa principalmente delle contraddizioni tra l'imperialismo dell’Ovest e quello dell’Est per il dominio del mondo. E se scoppia questa guerra il popolo italiano dovrebbe insorgere per impedire all'Italia di parteciparvi.
Un altro tema controverso è quello dell'Europa. Sappiamo che voi avete ancora fiducia nella possibilità di influenzare positivamente la politica dell'Unione europea, mentre per noi l'Ue, in quanto istituzione del grande capitale monopolistico è irriformabile e inutilizzabile dalle masse popolari europee, anche perché tutto il potere decisionale è in mano al Consiglio dei capi di Stato e di governo europei. Le masse europee invece non contano nulla e sono solo sudditi da sfruttare e opprimere e carne da cannone per la superpotenza europea, che si sta riarmando fino ai denti in vista del confronto tra gli imperialismo dell'Ovest e dell'Est per il dominio del mondo. La nostra posizione è perciò di distruggerla, cominciando a tirarne fuori l'Italia, così come di uscire dalla Nato e smantellare tutte le su basi militari nel nostro paese.
Per noi valgono i princìpi che adottiamo sempre nell’ambito delle lotte di fronte unito, e cioè il mettere al centro gli obiettivi comuni e discutere i temi controversi in un clima di sincerità, pari dignità e rispetto, affinché non siano di impedimento all'azione collettiva. Le pagine de “Il Bolscevico” sono a vostra disposizione se, come auspichiamo nell'interesse della comune lotta contro il decreto “Sicurezza” e il governo neofascista Meloni, vorrete continuare la discussione da noi avviata con questa lettera.
Marciamo assieme contro il governo capitalista neofascista di Meloni!
 
21 maggio 2025